Trentatreesima domenica del T.O.
Abbiamo visto in questi giorni la distanza tra i pronostici elettorali
e la realtà. L’America che aspettava un certo presidente, con sorpresa, ne ha
visto arrivare un altro. Ed ecco il disorientamento degli opinionisti e dei
sondaggisti abituati a diffondere le loro analisi come se si trattasse di una
sorta di oracolo. Bastano ventiquattr’ore e ci si trova di fronte ad uno
scenario completamente diverso. Attenzione a ciò che sembra solido, spettacolare,
promettente: perché a volte le valutazioni umane sono spazzate via insieme a
quello che reputano intramontabile. Sono le stesse considerazioni che Gesù fa
davanti al tempio di Gerusalemme. La costruzione era stata iniziata da Erode il
Grande, nel 19 a.C. e sarebbe stata ultimata nel 64 d.C. Ai tempi di Gesù
dunque c’erano lavori in corso che già consentivano tuttavia di osservare
qualcosa di grandioso. E tuttavia Gesù osserva: «Verranno giorni, dice Gesù,
nei quali di tutto quello che vedete non rimarrà pietra su pietra». In
effetti sarà quello che si verificherà nel 70 d. C. con la distruzione di
Gerusalemme ad opera di Tito. I cristiani quindi, di fronte agli scenari che il
mondo propone loro, sono invitati alla prudenza, a distinguere ciò che passa e
ciò che resta, a non confondere le costruzioni terrene con quelle eterne. Quali
attenzioni sono necessarie?
1.
Distanza. Un primo monito riguarda tutti coloro
che in maniera boriosa e tracotante vogliono dicono: “Sono io”. Ricordate? “Io-sono” è il nome santo di
Dio che risuona in tutto l’AT. Chi dice sono-io si arroga il nome
divino, si mette al suo posto. Ci sono parecchie realtà che hanno questa presunzione.
Una politica che avanza a spintoni, che non ha altro da offrire se non la
sconfitta dell’avversario. Uno sport che prevale su tutto, che ti lascia
esterrefatto quando copre di milioni un giocatore ma al quale tacitamente
consegni il tuo obolo acquistando il pacchetto di sky. C’è anche oggi una
vicenda affettiva e sessuale che detta regole ferree facendoti credere che la
tua affermazione sia nella prestazione, nelle misure e negli anticipi
anagrafici dove – almeno secondo quello che diceva L’Espresso del 9
ottobre scorso – la grande scuola dagli 11 ai 13 anni sembra you porn e
ci si scambia in chat la foto dei genitali come si trattasse delle figurine. Sono
io. Ecco, appunto, chi sei? Sei la tua pulsione o sei qualcosa in più? Perché
arrivi a scelte estreme quando qualcuno sbandiera la tua intimità? Perché non
sono figurine. C’è la tua vita, il tuo cuore, il mistero che ti abita. E non
puoi assoggettarlo a chi lo vuole banalizzare o misconoscere. Molti infatti verranno
nel mio nome dicendo: “Sono io”. Non andate dietro a loro!
2.
Testimonianza. Gesù non mette i suoi discepoli
in una situazione di tranquillità. Anzi il quadro che delinea è abbastanza
fosco. Carestie, pestilenze, sconvolgimenti, guerre, terremoti. E soprattutto
la persecuzione: metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni. È quello che capita ad esempio in Pakistan: nel giornale di
questi giorni c’era la vicenda di due sposi cristiani arsi vivi con la solita
infondata accusa di blasfemia. Ma non vi pare che anche da noi scatti una sorta
di distanza sociale quando vivi il vangelo? Prova ad andare in giro a difendere
i profughi e vedi cosa raccogli! Medici
senza frontiere ha tentato di sfatare, dati alla mano, le dieci leggende
metropolitane con cui rispondiamo al problema. Della serie: vengono tutti in
Italia, sono tutti giovani e forti, hanno il telefonino… È davvero questa la
verità? Il vangelo ti dice di dare un’occhiata al telefono prima di soccorrere
la gente? Avrete allora occasione di rendere
testimonianza. Di quale Gesù Cristo sei testimone? Sta attento a non
costruire templi che non stanno in piedi. Un bel segno che in questa settimana
siamo riusciti a porre è quello di una scuola di italiano per stranieri.
Finalmente riusciamo a dare qualcosa in più della borsa della spesa. Non
smettere mai di testimoniare la novità che ti appartiene.
3.
Perseveranza. È il terzo invito. Con la vostra
perseveranza salverete la vostra vita. La vita
cristiana è fatta di tenacia, di resistenza, di forza. Non lasciarti
destabilizzare, rimani ben piantato nelle tue convinzioni. A un valore ha
bisogno di tempo per radicarsi e diffondersi. Per questo un prete continua a
predicare, un catechista riprende anche se è scoraggiato, un genitore non molla
la presa anche quando sente che la briglia gli sta sfuggendo. Perché? Perché un
ragazzo – e non solo un ragazzo - a volte ha bisogno di un supplemento di
convinzione, di capire se quello che dici è solido, se tu ci credi davvero. E
solo la perseveranza offre le garanzie. Come qualcuno chiedeva a Piergiorgio
Frassati: «Sei bigotto?». «No, sono rimasto cristiano». Essere perseveranti non
vuol dire essere immobili, ma rimanere se stessi e rimanere credenti.