Ascensione del
Signore
John Gribbin, è un astronomo britannico, autore di una
quarantina di libri. In un suo saggio scrive: «La vita comincia col processo di formazione delle stelle. Noi siamo
fatti di polvere di stelle: ogni atomo di ogni elemento presente nel nostro
corpo, eccezion fatta per l'idrogeno, è stato prodotto all'interno delle
stelle, è stato poi disseminato nell'universo per mezzo di grandi esplosioni
stellari, ed è stato infine riciclato per diventare parte di noi stessi».
Noi siamo fatti di polvere di stelle e, per quanto le vicende di ogni giorno e
le alcune strettoie culturali ci tengano imprigionati a visioni molto limitate,
il nostro DNA grida ragioni più grandi di quello che talvolta ci viene
indicato.
La
festa dell’Ascensione torna a indicarci i percorsi del cielo. Gesù ci fa capire
il senso della sua vicenda terrena: è disceso per riportarci in alto, per
suggerirci il fascino delle stelle. Il
Padre della gloria, illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a
quale speranza vi ha chiamati. Come si sale con Gesù? Come si diviene
uomini e donne dell’ascensione?
1. Anzitutto l’evangelista ci dice che i discepoli tornarono
in Galilea sul monte che Gesù aveva loro
indicato. Non si deve dimenticare che è Matteo che sta raccontando i fatti
e il monte della Galilea con cui l’evangelista apre il suo vangelo è quello
delle Beatitudini. Gesù dopo la sua risurrezione torna a indicare questa pagina
perché è la sola che apre beatitudine, vita risorta, cielo. Quale beatitudine
cerchi? Guarda che ce ne sono alcune che ti tengono al piano terra: beato chi
possiede, beato chi comanda, beato chi è famoso. Gesù predica altre
prospettive: beati operatori di pace,
beati assetati di giustizia. Abbiamo visto le provocanti immagini del Papa
che in Terra Santa ha atto fermare l’auto e ha appoggiato le proprie mani al
muro che divide Israele dai territori palestinesi. Un muro che dovrebbe
difendere ma che nella costruzione diviene occasione di attacco perché entra in
casa dell’altro. A volte funziona così anche nella nostra vita: pensiamo di
doverci assicurare un diritto e invece ne stiamo compromettendo un altro. Pensate al tanto esaltato divorzio breve
che sembra una conquista sociale. Certo che le lungaggini burocratiche sono
inopportune, ma forse nella mente del legislatore un tempo non c’era tanto la
burocrazia quanto la possibilità data alla famiglia e alla coppia di poter
osservare attentamente la situazione, di ripensare ai propri atteggiamenti, di
individuare anche strade di recupero. Invece ecco la soluzione: muro
rapidamente innalzato che ci separa e ci dà la sensazione di essere felici.
Sembra una costruzione legittima ma è entrata abusivamente in casa. Bisogna
ritornare al monte che Gesù ci ha indicato, quello delle Beatitudini. Così si
apre il cielo.
2. Ma questo discorso non è facile da accettare. Che succede
quando i discepoli sono sul monte? Quando
lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Deferenza da un lato,
perplessità dall’altro. Vuol dire che questa logica di Gesù non convince. La
proposta del Maestro sarà sempre sorgente di qualche dubbio. A rimedio di
questo Gesù dona la sua potenza. A me è
stato dato ogni potere in cielo e in terra. Di che potere si tratta?
Notate: Gesù si avvicina e dice andate, fate discepoli tutti i popolo,
battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La
potenza che convince è quella di una relazione nuova che i discepoli diffondono
nel mondo. Comunione con Dio e con gli uomini: è questo il legame buono che convince
e apre i cieli. Abbiamo visto nei giorni scorsi nella nostra città
l’attribuzione della cittadinanza onoraria a 62 ragazzi figli di immigrati ma
nati a Treviso. Certi dispositivi non vanno attuati sulla base degli stati
d’animo: bisognerà studiare modalità e condizioni mediante le quali un
cittadino di altri paesi diviene italiano. Ma intanto si dà un segnale. Non
tutti i segnali sono uguali, non tutti i cambiamenti che promuove questa nostra
amministrazione sono evangelici. Ma quando si aiutano dei ragazzi a superare
barriere culturali, sospetti, diffidenze di razza e di pelle, allora c’è un po’
di comunione divina che prende forma e i cieli si aprono.
3. Infine Gesù, prima di salire in cielo, rassicura i suoi
discepoli: «Ed ecco, io sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Il cielo è dischiuso dalla
certezza di essere accompagnato da qualcuno che veglia su di te. E in quel caso
non hai bisogno di aspettare: il cielo discende sulla terra. Tutti i giorni.
Prova a vedere dove si nasconde il Signore, gli angoli di cielo della tua
giornata. Nelle esperienze che vivi e nei tempi della preghiera. Dobbiamo
tenere unite queste due realtà perché le esperienze da sole potrebbero
confonderci e la preghiera da sola potrebbe diventare evasione. Invece, se
colleghiamo le due realtà l’una rivela l’altra e capisci che il cielo abita la
terra.
Ecco:
noi siamo polvere di stelle. Ma non è una scoperta della chimica. È la realtà
di un uomo pensato secondo Dio che in questa festa dell’ascensione trova
autenticamente se stesso. Un cammino aperto da Gesù, un cammino anche per noi.