sabato 7 maggio 2016

Omelia 8 maggio 2016


Ascensione del Signore



Non so se avete visto la pubblicità della Land-Rover: Il cielo non è un optional. Si riferisce al fatto che un loro modello d’auto è venduto con il tettuccio apribile. Tutto compreso. La provocazione è bella anche per la vita degli uomini. Il cielo non è un optional. Noi siamo fatti di cielo e senza questa apertura viviamo mortificati. La festa dell’Ascensione ci riapre il cielo e ci ricorda che in questa verticalità ritroviamo noi stessi. Che ne hai fatto del cielo?



1.    Un primo aspetto da esplorare è quella parola che ritorna sia negli atti degli apostoli che nel vangelo. È la parola testimoni. Il cielo ha bisogno di testimoni che suggeriscano agli uomini varchi di grandezza e di bellezza. È quello che capita anche a noi in queste giornate luminose. Ci fermiamo a guardare il cielo e talvolta lo suggeriamo anche agli altri, magari affidando un panorama ad un post sul nostro profilo. Aprire il cielo è in fondo lo sforzo che ha fatto papa Francesco rivolgendosi all’Europa: «Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia». Ecco, nella misura in cui scuoti una società intorpidita, vittima delle sue stesse pigrizie, nella misura che ad essa reagisci senza lasciati catturare stai riaffermando gli orizzonti del cielo.



2.    I varchi di cielo si aprono con pazienza. Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il tuo popolo? I discepoli sono sempre stati un po’ frettolosi. E Gesù ancora una volta li calma: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete forza dallo Spirito Santo». Come se Gesù dicesse: non ti preoccupare se l’orizzonte non è ancora ben visibile. Tu intanto opera per aprire dei varchi. Alcune situazioni sono complesse, domandano discernimento, attenzione. Giovedì scorso c’è stato il CPP dedicato al tema dei profughi. E di fronte al problema, per il quale vorremmo porre qualche segnale di responsabilità, ci pare di essere di fronte a una sproporzione. Ha senso ciò che facciamo di fronte alle decine di migliaia che arrivano? Cosa ci chiede il Signore? Ci chiede di iniziare, di credere che la forza del suo Spirito sia più efficace di quella dei muri. E di osservare il mondo con i suoi tempi. Non abbiamo tutte le soluzioni, ma se percorriamo strade evangeliche non siamo soli. Il Signore agisce con noi. E se c’è lui il cielo si apre.



3.    Infine c’è un gesto molto bello che compie Gesù mentre sale al cielo. Mentre li benediceva, si staccò da loro. Ecco, il mondo non è sotto il segno del caso o della maledizione, ma di qualcosa di bello e di buono che Gesù dice. Bene-dice. Gesù dice bene di ogni discepolo che crede nella sua parola gli regala un pezzetto di cielo, tutto per lui. A volte abbiamo l’impressione di essere da soli a credere, a faticare, a sperare. Pensiamo che anche Dio sia occupato altrove. Invece siamo accompagnati dalla sua benedizione: anzi, si compiace e fa il tifo per noi. Con le nostre fatiche, con le nostre imperfezioni, anche con il nostro peccato. Ma Dio non gioca al risparmio. Oggi è la festa della mamma. Com’è difficile talvolta questo compito. Eppure Dio si fida e benedice ogni mamma che accoglie questa straordinaria missione. E il pezzetto di cielo che le regala è quel figlio che ha portato in braccio. Un cielo a volte terso, a volte minaccioso, ma sempre sconfinato perché ricco del mistero della vita e dell’amore. Ecco, quando hai la sensazione di aver sbagliato qualcosa, prima di colpevolizzarti, guardati come ti guarda Dio e prova a ritrovare un po’ di quell’azzurro che è ancora a disposizione. Sarà ascensione vera, forse diventerà ascensione anche per chi incontri e lo aiuterà a capire che il cielo non è un optional.