Sedicesima domenica del T.O.
Gesù aveva inviato
i suoi discepoli in missione ed essi erano tornati entusiasti per l’accoglienza
che avevano ricevuto. Il lavoro tuttavia era notevolmente aumentato e metteva
il gruppo in seria difficoltà: erano infatti molti quelli che andavano e
venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Gesù prende
provvedimenti rispetto ad una simile situazione. Al centro deve rimanere sempre
l’uomo non il lavoro o l’organizzazione, fosse anche l’organizzazione pastorale
e missionaria. Ecco allora l’invito: Venite
in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’. Il lavoro
ha senso se da esso ti sai distanziare, se non perdi la tua realtà personale. E
tuttavia non basta andare in vacanza: nelle parole di Gesù non c’è il villaggio
turistico, ma un equilibrio nuovo da raggiungere, con lui. Egli infatti non
dice: andate, ma venite. Presuppone una situazione dove c’è anche lui. Il riposo
autentico inizia quando fai spazio al Signore perché lui custodisce
integralmente l’uomo e la sua verità. Dove ci attende Gesù?
1.
Anzitutto quell’insistenza: voi soli che può voler dire anche proprio voi e non altro o altri. È una
questione di identificazione. Gli altri, le cose che facciamo contribuiscono a
delineare chi siamo. Un figlio ci rivela la bellezza di essere genitori, un
lavoro manifesta la nostra abilità. Ma noi non siamo i nostri figli, non siamo
il nostro lavoro. Perché altrimenti – e talvolta succede – quando un figlio
cresce o quando si va in pensione, ci pare di sparire e di non trovare più il
senso della nostra vita. Segnali di cui tener conto: a casa parliamo di lavoro
e non troviamo altri argomenti su cui dialogare. Sei ancora in fabbrica, in ufficio! Figli: dopo una certa età
sparisce l’intimità della coppia e ci si rapporta unicamente come padri e
madri, come nonni e nonne. Guarda che non hai sposato tuo figlio! Ritrovati in
relazione a quel progetto di vita che prima di ogni altra cosa ti vede marito e
moglie, anche a 60 anni!
2.
In
disparte, in un luogo solitario. Qui ci sono due
termini intressanti: kat’idian che
significa per proprio conto e eis éremon tópon che vuol dire verso un
luogo eremitico. Per trovare se stessi, ogni tanto occorre cercare un po’ di
eremo per conto proprio. Perché l’eremo è importante? Perché ci ricorda
l’esperienza della solitudine che nessuna relazione umana può colmare. Oggi
facciamo molta fatica ad accettare la solitudine. Viviamo perennemente
connessi, con il mondo a portata di smartphone. Ma qui si nasconde un
inganno: tu puoi avere tutte le
connessioni di questo mondo: in alcuni momenti sei tu e solo tu. A chi affidi
questa solitudine? Alla delusione, alla fuga, al bombardamento sonoro? Gesù ti
invita ad affidarla al mistero, ad una relazione più grande. E un po’ di eremo
periodico ti aiuta a ricordarlo. Come nella stagione del monachesimo antico: soli con il Solo!
3.
Infine Gesù dice: riposatevi un po’ (anapáusaste). Verbo interessante che vuol dire prendere una pausa, in modo da ri-posarsi, posarsi di nuovo, cercare
una nuova collocazione nella vita. È quello che succede a Gesù e al gruppo dei
Dodici che poi, di fatto, sono subito sommersi dalla gente. E Gesù si ri-posa
con la misericordia: Sceso dalla barca,
egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore
che non hanno pastore. Il riposo ti riconduce alla vita ricentrandola su
quello che conta veramente. Pensate al dramma dei profughi che accompagna la
nostra estate. Riposare vuol dire prendere
una pausa osservare le cose con maggior obiettività, non lasciarci
travolgere dall’esasperazione, non scaricare il problema solo su alcuni, ma può
voler dire anche ri-posare la nostra
umanità che talvolta è andata in ferie, introdurre compassione dove i criteri
in gioco sono solamente di tipo economico e opportunistico. E quella bambina
morta in mare per la barbarie di chi ha gettato in mare lo zainetto con
l’insulina è l’immagine di ogni rifiuto, di ogni mancanza di compassione che
non appartiene solo agli scafisti, ma anche a chi sputa il veleno dell'ostilità in una strada o caricando sui social squallidi commenti.
Venite in disparte…
Distànziati dal mondo disumano che rischia di imprigionarti e ri-posa la tua partecipazione all'edificazione di quella terra nuova che Gesù ha inaugurato.