Ventesima domenica del Tempo Ordinario
Leonardo Sciascia,
scrittore siciliano che conosceva bene il vangelo, pur con posizioni lontane
dalla chiesa, scrive ad un certo punto: «Io
mi aspetto che i cristiani qualche volta accarezzino il mondo in contropelo».
È un commento significativo alle parole di Gesù: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra». Non il fuoco della
violenza, della guerra, del terrore che colpisce gli innocenti. Ma il fuoco
dell’audacia, dell’opposizione al male, di chi non si lascia sottomettere da
sistemi iniqui che cancellano la verità e con essa gli uomini. Un cristianesimo
che non asseconda il pelo delle mode, il politically
correct, ma si pone come elemento di critica, di distanza e, se occorre, di
rottura. In che modo? Le letture ci suggeriscono tre ambiti di osservazione.
1.
La
resistenza in famiglia. «D’ora
innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro
due e due contro tre». Il cristianesimo qualche volta può chiedere di
discostarsi da alcune logiche, anche se interessano i legami più sacri, anche
quelli famigliari. A Finale Ligure, nei giorni scorsi, una madre ha denunciato
il proprio figlio diciassettenne perché ha scoperto che nascondeva marijuana in
dosi idonee allo spaccio o al consumo di gruppo. Madre coraggiosa. Ma non
sempre è così: le forze dell’ordine dicono che quando qualche ragazzo viene
identificato per il possesso di sostanze, molto spesso i genitori intervengono per
proteggere il figlio, addirittura prendendosela con gli agenti, colpevoli – a detta
loro - di non andare ad arrestare i criminali veri. E così la gravità di una
situazione viene annacquata in un garantismo che sottrae l’uomo alle sue responsabilità.
Un figlio cresce quando lo poni di fronte alle proprie respon-sabilità non
quando lo sottrai. Ci sono altre distanze salutari che dobbiamo stabilire a
casa nostra? Una ragazza al campo mi ha raccontato di aver detto ai suoi
genitori che non accettava il divieto di recarsi dai nonni. La risposta: «Sei
troppo piccola per capire». «È così?», le ho chiesto. «Ho capito che non vogliono
chiedersi scusa». A volte invece i piccoli capiscono e i grandi, proprio perché
sono grandi, presumono di non avere più nulla da capire. Qui devi prendere distanze,
aiutando a ritrovare il vangelo, mantenendo le rotte della verità e non il
zigzag dei tuoi compromessi.
2.
La
tenacia sulla pubblica scena. Abbiamo ascoltato
nella prima lettura la vicenda di Geremia, profeta perseguitato che viene
gettato in una cisterna perché annuncia una parola scomoda: Scoraggia il popolo! In realtà Geremia sta
dicendo a chi era rimasto a Gerusalemme che sarebbe finito in esilio come gli
altri deportati, dato che l’infedeltà ancora regnava in Israele. Parole che
disturbano e che decretano la condanna del profeta. Anche i cristiani disturbano,
altrimenti non sono cristiani. Adozioni dei minori: l’Organismo unitario
dell’avvocatura, realtà giuridica che dovrebbe rappre-sentare tutti gli
avvocati italiani ha preso posizione presso la Commissione giustizia della
Camera perché una nuova legislazione preveda l’apertura delle adozioni anche a
single e coppie omosessuali. E così al 'supremo interesse' del minore ad avere
un papà e una mamma, si sostituisce il 'supremo diritto' degli adulti ad avere
un bambino per soddisfare il loro desiderio di genitorialità. Una scelta che si
adegua alla mentalità dominante in cui però i primi a reagire sono stati gli
avvocati, per niente consultati dalla loro organizzazione, in una questione di
simile portata. Oggi noi siamo succubi di una mentalità basata sul politically correct che modifica in
maniera il nostro patrimonio genetico senza che ce ne accorgiamo. Anzi sembra
che la denuncia sia contro il popolo,
contro la libertà, la felicità e la democrazia. Ma la libertà è per tutti,
anche per un bambino che forse riceve un po’ di più da un padre e da una madre
che da due uomini o da due donne. E il vangelo è sempre dalla parte dei
piccoli.
3.
La
testimonianza nella comunità. Ce lo diceva la
seconda lettura: circondati da una
moltitudine di testimoni. A volte le cose non cambiano perché abbiamo l’impressione
di essere da soli. Guardati intorno, forse c’è qualcun altro che accarezza il
mondo in contropelo. Inserisciti nella rete della testimonianza, guarda che non
sei da solo. Papa Francesco ha incontrato a sorpresa, nell'ambito dei “venerdì della Misericordia”, venti donne che sono state liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione, ospiti della struttura romana
della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata
da don Oreste Benzi. Forse c’è qualcuno che lotta per un mondo diverso: prova a
vedere se c’è una rivista, un’associazione, un contatto che ti convinca che il
mondo di Dio è possibile.
Forse
non sarà il mondo che riscuoterà gli applausi del web, ma sarà più vivibile e
vero.
Nessun commento:
Posta un commento