Ringraziamento fine anno 2014
Grazie è una parola
importante. È come il bacio del principe sulla bella addormentata: permette di risvegliare
le esperienze che abbiamo vissuto e di riappropriarcene, impedendo loro di
andarsene. Dicendo grazie la vita ci
viene restituita con una maggiore profondità, cogliendo significati, relazioni,
prospettive. Che cosa ci rivela questa parola?
1.
Grazie ci aiuta a capire in primo luogo che
la vita è fatta di gratuità. Non tutto rientra
nella stretta contabilità, ma c’è una sorpresa che non è messa in conto. È la
sorpresa del dono. Buona parte della nostra esistenza funziona così e le grandi
trasformazioni non avvengono perché sono programmate ma perché c’è un accadimento
inatteso, carico di promessa e di bellezza. Tu non decidi di innamorarti:
accade! Tu non decidi di trovare un amico: accade! Tu non decidi di diventare
parroco: accade! E quello che era un remoto presagio apre possibilità
insperate. Grazie è la parola che riconosce
questo movimento, che aiuta a inserire nel conto profitti e perdite un’eventualità
che non appartiene alla ragioneria della partita doppia: quella della
provvidenza. Cerca di cogliere la sua presenza invisibile e premurosa:
scoprirai che la vita è abitata dal mistero, che qualcuno agisce anche quando
sembra impossibile e si prende cura di te.
2.
Ecco allora il secondo motivo per dire
grazie. Grazie lo si dice a qualcuno. Non siamo autosufficienti: mai. E se
non ce ne rendiamo conto forse è proprio perché diciamo pochi grazie. Grazie a
tua madre e a tuo padre che ti hanno fatto il dono bellissimo della vita,
grazie ai tuoi figli perché quella vita te l’hanno arricchita di un’esperienza che
non potevi conoscere, grazie a tua moglie, tuo marito per le attenzioni di ogni
giorno, grazie per gli amici che ti stanno accanto e anziché prendersela sanno
sorridere sui tuoi difetti. Quanta fatica facciamo oggi ad accettare che
qualcuno ci faccia un regalo? Ci sentiamo subito in dovere di ricambiare per
non sentirci in debito. Ma questa è la grande menzogna della vita. In debito
con qualcuno lo sei sempre, fin dal tuo concepimento. E l’unico modo per
sdebitarsi è quello di dire grazie e
accettare di partecipare di un dono più grande di te, che ti arriva non perché te
lo meriti o perché l’hai cercato ma perché qualcuno ti vuole bene. E di
qualcuno in qualcuno arriva a Qualcuno di più grande da cui proviene ogni cosa.
Qualcuno che ti regala il sole di ogni giorno, qualcuno che ti dona il respiro,
qualcuno che c’è anche quando altri vengono meno. Grazie è una parola che ti fa trovare Dio e a capire che ti puoi
fidare di lui. Perché se hai dei motivi per ringraziarlo vuol dire che ti è
stato d’aiuto. E se ti è stato d’aiuto una volta, probabilmente lo sarà ancora.
3.
Ma se questa parola è così carica di
forza, c’è anche un terzo motivo per dire grazie.
Perché essa è una sfida e può essere
detta anche nelle circostanze per le quali ringraziare è l’ultima cosa che
faresti. Ogni anno che se ne va porta con sé un fardello di esperienze faticose,
pesanti, dolorose. Possiamo dimenticarcene, recriminare, lamentarci, inseguire
nuovi auspici. O possiamo anche ringraziare. Perché quell’esperienza non è
passata invano, perché ci ha aiutato a diventare persone migliori, perché siamo
cresciuti in umanità, perché anche la fede ne è uscita più forte. Grazie per la
malattia perché mi ha fatto sentire meno onnipotente, grazie per i poveri perché
impediscono al mio cuore di rattrappirsi, grazie per le distanze che sono nate
con qualcuno perché ho potuto rileggere i miei comportamenti, grazie per questa
persona che è venuta a mancare perché ho potuto pensare un po’ di più alla vita
e al suo mistero. È un grazie che possiamo dire anche nella nostra preghiera e
che irrobustisce la nostra fede e ci restituisce la consapevolezza che Dio può
essere tale anche nell’oscurità e nel dubbio.
Ecco. Per che cosa
ringrazi quest’anno? Come la Vergine Maria serbiamo nel nostro cuore gli
accadimenti che ci hanno accompagnato e nel grazie che stasera esprimiamo ci
aiuti il Signore a trovare le sue sorprese. Di ieri, di oggi, di ogni giorno che ci è dato.