Defunti 2014
Perché si sono diffusi così velocemente i festeggiamenti di Halloween?
Perché non solo ai ragazzi ma anche agli adulti piace vestirsi da zombie,
cospargersi il volto di fondotinta bianco e piazzarsi un’accetta sulla schiena?
Perché la realtà della morte ci inquieta e cerchiamo in tutti i modi di
esorcizzarla, a costo di diventare ridicoli. Non serve prendersela con
Halloween. Bisogna leggere il problema in profondità perché è l’ultima
manifestazione di un vuoto che tentiamo di camuffare sperando che non vedendolo
cessi di esistere. L’indagine condotta dall’Osservatorio Religioso del
Triveneto un paio di anni fa, in occasione del Convegno di Aquileia, dimostra
che a Nord-Est, a fronte di una popolazione cattolica che si attesta al 75%,
chi crede nella risurrezione e nell’aldilà è solo il 27%. Che sta succedendo?
1. La prima considerazione riguarda il cuore della nostra fede. Se
perdiamo di vista la risurrezione che ne è del cristianesimo? C’è il rischio di
farne una sorta di umanesimo, buone azioni e buoni consigli per la vita. Ma
queste prospettive possono offrirle in molti e forse anche in maniera più
convincente ed efficace di noi. I discepoli di Gesù non distribuiscono
volantini accattivanti ma la speranza che dà vita. Questa
infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui
abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Parole
dirompenti che ci riconsegnano il
fondamentale annuncio cristiano: Io so
che il mio redentore è vivo e che ultimo si ergerà sulla polvere. Credi a
un Dio vivo che dà vita o ne hai fatto una pagina innocua e evanescente?
2. Ma come è possibile pensare la risurrezione? C’è
un’esperienza umana che forse più di ogni altra ce ne parla. È quella del
parto. Non si può certo dire che il bambino nel grembo della madre manchi di
autocoscienza: le ricerche dimostrano che si muove in base a ciò che
percepisce. Ma si tratta di una percezione parziale rispetto a quella che avrà
in seguito, con la nascita. Eppure, mentre se ne sta nel pancione, quel mondo è
tutto per lui e pur udendo voci e suoni, pur essendo trasportato da un luogo
all’altro il grembo è la misura del mondo. E dunque, se la vita poi ci riserva
la sorpresa della nascita, perché escludere che ci possa essere un’altra
nascita capace di regalarci dimensioni ancora più grandi? Nella gestazione
terrena siamo di una madre, in quella eterna siamo di Dio: E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda
nessuno. Gesù è disceso nelle profondità della morte per non penderci. Chi
ci separerà dal suo amore?
3. Infine potremmo chiederci: ma come sarà? Ci si vedrà? Ci
si riconoscerà? Non dobbiamo perdere di vista che c’è un’unica grande forza che
sconfigge la morte. Quella che usa Gesù per distruggerla: l’amore. La morte
regna dove c’è odio, chiusura, indifferenza, malvagità. Gesù porta nel cuore
della morte qualcosa che ad essa si oppone e la rende impotente. L’amore
diviene dunque la condizione della vita risorta. Ma se è l’amore ad avere la
meglio, l’amore è rispettoso di ciascuno, non cancella le identità, l'individualità. E allora
nella risurrezione ci si riconoscerà e riconosceremo anche tutto ciò che di
bello, di buono e di vero che abbiamo vissuto.
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