lunedì 8 dicembre 2014

Omelia 7 dicembre 2014

Seconda domenica di Avvento
Una holding criminale romana che spaziava dalla corruzione all’estorsione, dall’usura al riciclaggio, con infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale politico e istituzionale. Ma la cosa che colpisce più dolorosamente è il riferimento agli immigrati, trattati come una gigantesca operazione di marketing: «Tu hai idea di quanto si guadagna sugli immigrati? Il traffico di droga rende di meno. Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato».
Per quanto situazioni simili siano state già smascherate, per quanto da più parti si denunci e si incrimini chi agisce senza scrupoli nel mondo dell’illegalità, sembra che certe logiche non muoiano mai e si faccia fatica a credere in un possibile cambiamento.
Ma il problema non riguarda solo il palazzo e le sue clientele. Anche noi vediamo che facciamo fatica a staccarci da alcune dinamiche che si imprigionano. In famiglia, nel mondo del lavoro. E ci troviamo ad essere quelli di sempre.
È provocante allora il modo con cui l’evangelista apre il suo racconto. Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. A nessuno verrebbe in mente di iniziare un compito in classe così; vuol dire che l’evangelista vuol dirci qualcosa tra le righe. In greco infatti quella parola inizio risuona con un termine assai importante: archè. Archè è la prima parola della bibbia, quando Dio in principio crea il cielo e la terra. Ecco quello che sta dicendo l’evangelista: è possibile ricominciare, nella vita può iniziare qualcosa di nuovo, una nuova creazione. Come?
1.    E' possibile se trovi il doppio complemento di specificazione che segue l'inizio. Inizio del vangelo di Gesù Cristo. Non credere a chi ti parla di una novità diversa, perché c’è il rischio di trovarti davanti a un venditore di fumo. Notate che quel termine vangelo era già presente nella letteratura pagana e Marco, che scrive nel 68 ha presente una celebre iscrizione di Priene in Asia Minore nella quale la nascita di Ottaviano è salutata proprio così: come inizio del vangelo. Quando Marco scrive, cinquant’anni dopo la morte di Ottaviano, sono già passati parecchi imperatori, di cui otto morti di morte violenta. La nascita di Augusto dunque non è stata l’inizio del mondo nuovo, della bella notizia. Dove cerchi allora il tuo vangelo? La vicenda ancora dai contorni nebulosi di quei ragazzi inquisiti per aver diffuso materiale relativo a rapporti sessuali di una loro coetanea, al di là del fatto triste e grave, ci dice che oggi viviamo in un clima dove vangelo è la pretesa di fare della sessualità la grande esigenza della vita. E se tu non rispetti questo vangelo e non mostri di osservarlo rischi di essere out. Peccato che quella che inizialmente appare come buona notizia poi ti lasci povero e nudo. Trova il vangelo vero.
2.    Quel vangelo però è legato a un annunciatore: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero. Le cose cambiano nella vita se ci mettiamo in ascolto di Dio e di chi se ne fa espressione. Giovanni è questa voce che grida le ragioni di Dio. Lo fa nel deserto, luogo caro alla memoria di Israele, luogo di purificazione e di essenzialità. Vuoi cambiare? Che voci ascolti? Le chiacchiere? Il pettegolezzo? I luoghi comuni? O la voce che va di moda? Giovedì 27 su Repubblica c’era un articolo di Catherine Deneuve, grande sostenitrice dell’interruzione della gravidanza, che si compiaceva di questo diritto acquisito dalle donne. Mettere in dubbio il diritto all’aborto è un fatto gravissimo – dice l’attrice - e i movimenti per la vita sono un’aberrazione. Ma quello che sconvolge è un’altra affermazione: Mettere in dubbio questo progresso fenomenale è come se volessimo ripristinare la pena di morte. Ma la pena di morte è quella a cui ci esporrebbe la condanna dell’aborto o è quella che ogni anno viene inflitta a 40 milioni di esseri umani? Voce che grida nel deserto. Quali voci ascoltiamo?
3.    Ecco allora il terzo invito, legato al gesto di Giovanni e al suo battesimo. Se traducessimo bene quel verbo accorrevano dovremmo dire meglio: uscivano. Usciva verso di lui tutta la regione della Giudea e gli abitanti di Gerusalemme: tutti. Il Giordano è il fiume che segna l’ingresso in Palestina dopo l’esodo. Ora sembra che ci sia un esodo alla rovescia per ritrovare Dio, la sua azione, le sue promesse. Nei giorni scorsi ho partecipato all’incontro per il 30° anniversario degli alcolisti anonimi. È stato bello sentire le loro testimonianze, perché anche il loro è stato un esodo per ritrovare l’abbraccio di Dio e degli altri, per ritrovare una sorgente diversa da quella della bottiglia. Dove sta il cambiamento? Nel ritrovare l’abbraccio di Dio, la sua consolazione, le sue promesse, anche quando ti sembra impossibile.
L’avvento è il tempo dell’impossibile realizzato, dei deserti che fioriscono, della novità che sorprende. Preparate la strada del Signore! Ma quella strada, intanto, la sta già preparando lui!

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