lunedì 24 novembre 2014

Omelia 23 novembre 2014


Cristo Re 2014

Abbiamo visto in questi giorni le immagini legate all’aggressione dell’autista di un autobus di linea da parte di un gruppo di ragazzi che non avevano pagato il biglietto. L’accerchiamento, l’atteggiamento di sfida, la violenza sembrano andare al di là del biglietto non pagato e affermare l’esistenza di un territorio dove nessuno si può inoltrare, dove qualcuno afferma il proprio dominio. Ecco: sono il re! Le regole le stabilisco io.

Ci sono molte di queste sovranità oggi in circolazione, qualcuna anche a casa nostra. Ad esempio bambini che dettano le regole della famiglia ai genitori che ne diventano succubi. Tuo figlio comanda e allarga il suo potere dalla casa alla scuola; l’insegnante ti segnala l’inopportunità di tale atteggiamento e tu attacchi il docente di fronte a tuo figlio o ti permetti di dire all’insegnante che, se non sa fare il suo mestiere, cambi lavoro! Tu pensi di stabilire un’alleanza con tuo figlio, di garantirti il suo affetto, magari anche la sensazione di essere un genitore moderno. Non ti rendi conto che ti sta usando e che allargando progressivamente il suo raggio d’azione ad un certo punto anche tu gli darai fastidio e a quel punto non ci sarà più margine di manovra educativa.

Ecco, nella vita bisogna regnare, bisogna diventarne padroni: ma c’è una sovranità che diventa tirannia e una che invece costruisce stabilità. Gesù ci insegna questa regalità. In che modo? Come regna Gesù? Il vangelo che abbiamo ascoltato ci aiuta a capirlo.

1.    Si siederà sul trono della sua gloria. Il termine “gloria” nella bibbia allude a qualcosa di consistente, di pesante. La gloria di Dio è qualcosa di solido. Regni con lui se fai scelte che pesano, che reggono la vita. Impara a costruire qualcosa di grande e di stabile che non venga spazzato dalla prima folata di vento. Pensate ad esempio a quanto incide la percezione della bellezza nella vita di un adolescente di oggi. Mentre un tempo la vita era condotta dalla ricerca di alcune idealità valoriali, oggi un ragazzo è spesso angosciato dal modo con cui appare e può vivere come una tragedia il fatto di non sentirsi in sintonia con gli standard estetici di oggi. Non sono bello. Ecco: bisogna ritrovare il peso generale di sé, la bellezza fuori e quella dentro, la tua interiorità. La Giornata del Seminario ci richiama questa opportunità. Siamo belli non perché rientriamo nelle misure stabilite dalle passerelle ma perché la vita ci appartiene, ci vede con tutto ciò che siamo e diamo, con la possibilità di scegliere.

2.    Allora egli separerà. Il regno inizia con un gesto di discernimento, di distinzione. Non tutto è sullo stesso piano o ha lo stesso valore. A volte la nostra vita è un susseguirsi di interventi che si mescolano e sfuggono al nostro controllo. E il regno lascia spazio al disordine, alla confusione. Pensate alla facilità con cui talvolta parliamo degli altri. Sappiamo tutto di tutti e quello che non sappiamo inventiamo. Ce la prendiamo con i ragazzi che si rifugiano nel mondo virtuale ma il mondo in cui navighiamo noi adulti anche senza computer non è meno preoccupante. Le chiacchiere, i commenti, i condimenti pepati. Ci pare che in tal modo manteniamo il regno, il controllo sulla vita del paese. E invece generiamo ombre, sospetti, diffidenze. Allora egli separerà. Impara ad usare il discernimento in quello che dici e in quello che ascolti. Impara a custodire le confidenze, a valutare il peso delle notizie, aiuta chi deborda a ritrovare gli argini. E inizia a promuovere il bene. Venite benedetti. Allora regni.
 
3.    Gesù regna perché utilizza la forza più potente che esiste: quella dell’amore. E Gesù sposa a tal punto questa logica che per sempre si nasconderà in essa: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete… Ama, dice Gesù, e fallo nella concretezza dell’aiuto che offri agli altri perché se pensi di regnare senza l’amore, altri regni prendono il sopravvento: egoismo, chiusura, tornaconto, l’indifferenza. Solo l’amore sconfigge questi regni alternativi. Abbiamo sentito in questa settimana il discorso del Papa ai partecipanti al Festival della Dottrina Sociale: Si dice che non ci sono soldi per creare lavoro, ma il denaro per acquistare armi si trova; per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova. Ecco che regno nasce senza l’amore: un regno di ingiustizia, di distruzione, di morte. Con l’amore non possiamo risolvere tutti i problemi che abbiamo: la nostra Caritas che ogni sabato distribuisce viveri e vestiario vede arrivare quella gente anche il sabato dopo. Ma i poveri – che, come dice Gesù, avremo sempre con noi – ci vengono forse dati non tanto per risolvere i loro problemi, quanto per rispondere ai nostri, perché non perdiamo l’occasione di essere uomini e per esserlo nell’unico modo possibile, quello di amare e di farlo con la concretezza dei gesti.

Ecco la regalità che Dio ha in mente. Dobbiamo stare in guardia da quello che ce ne allontana, ma siccome alla fine tutti saranno stupiti, giusti e ingiusti, possiamo sperare che essa sia stia crescendo dentro di noi e ci renda un po’ più simili a Gesù. Con nostra stessa sorpresa. 

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