Quarta domenica di avvento
Allora
un muratore si fece avanti e domandò: Parlaci
della Casa. Egli rispose, dicendo: La vostra casa non sogna? […]
Avete la bellezza, che guida il cuore
dagli oggetti di legno e di pietra alla montagna sacra? Ditemi, avete questo
nelle vostre case? O avete solo gli agi, e la brama degli agi, quella cosa
furtiva ch'entra in casa come visitatrice, e poi diventa ospite, e infine
padrona?
La
casa è l’immagine della vita. se la casa non sogna neanche la vita sogna. Se la
bellezza di una casa è solo esteriore, gli agi diventano padroni. Che casa stai
costruendo? Davide dopo aver consolidato il suo regno pensa di costruire una
casa per il Signore. Consulta il profeta Natan al quale l’idea sembra proprio
bella. «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo,
perché il Signore è con te». Ma proprio il profeta l’indomani si reca da
Davide con un messaggio da parte di Dio: non sarà Davide a fare una casa per il
Signore, ma il Signore farà una casa a Davide. Inizia una storia di fedeltà
nella quale Dio si legherà a Davide e ai suoi discendenti. Maria è l’ultima
pagina di questa storia, la casa che Dio stesso si prepara per l’ingresso del
suo Figlio nel mondo. E in quella casa possiamo riconoscere anche casa nostra,
il modo con cui Dio sogna la nostra vita con lui. Di che casa si tratta?
1. È una
casa gioiosa. Rallegrati, Maria! Kaire. Pensate alla bellezza di questo
Dio che entrando sulla scena del mondo non dice: inginocchiati, prega,
ubbidisci, fa’ questo, fa’ quello. Il biglietto da visita di Dio è la sua
gioia. In questa settimana abbiamo seguito i comandamenti commentati da
Benigni. Pensate a come l’attore sia riuscito a farcene intuire la bellezza e
la progettualità gioiosa, anche con qualche battuta. A volte noi pensiamo ai
comandamenti come ad una sorta di macigno che grava sulla nostra vita. Invece
il comandamento vuole presentarci un Dio inedito alleato della felicità degli
uomini: un Dio geloso, che ama e chiede di essere riamato, che «non vuole
entrare nelle nostre teste ma nei nostri cuori». Un Dio che non tollera che nel
suo nome, «invano», si celebrino guerre e sopraffazioni e violenze di qualsiasi
tipo. Un Dio che non vuole essere usato invano perché non vuole che sia vana la
nostra vita. Questa è la casa che Dio ha in mente. Rallegrati.
2. È una casa in cui trova posto anche la
domanda. Si
domandava che senso avesse un saluto come questo. La casa sta in piedi
sulla base di una certa intelligenza. Un architetto si interroga, studia,
approfondisce. La fede non spegne il cervello. Pensate all’iniziativa di un
giornale come Il Manifesto che
giovedì scorso ha lanciato un “appello per un muro laico all’università”,
prendendosela ancora una volta col crocifisso alle pareti. Ecco, mentre in
America è caduto un muro tra Stati Uniti e Cuba con la fondamentale mediazione
della S. Sede, riconosciuta da entrambi gli stati, noi ci facciamo promotori di
nuove muraglie ideologiche sulla base dell’idea che credere sia un
atteggiamento opposto alla ragione. Ma l’universitas
non è tale perché abbraccia tutti i saperi? E c’è solo il sapere del
microscopio o anche il sapere della fede? Gli architetti a volte costruiscono
in maniera audace: non capisci come la casa si regga, eppure ci sono equilibri
nascosti che consentono la stabilità. Interrogati, esplora, vai a fondo. Trova
gli equilibri di Dio.
3. E
infine la casa di Dio è fatta di
disponibilità. Ecco la serva del
Signore: avvenga per me secondo la tua parola. La casa di Dio è una
costruzione che continua a crescere con la partecipazione degli uomini, secondo la parola, secondo il suo
progetto. Abbiamo sentito in questi giorni notizie terribili che riguardano i
bambini trucidati in Pakistan. Un fatto che ci sgomenta. Ma ancor più tristezza
ci hanno fatto le forze parlamentari, che di fronte all’eccidio, hanno invitato
il presidente del consiglio a occuparsi dei bambini italiani. Persa
un’occasione non solo per essere cittadini, ma anche per essere uomini. Che
casa stai costruendo? Fa’ in modo che ogni bambino si senta a casa, sia
custodito, possa avere un futuro. Ieri è venuto un papà straniero, residente in
paese da anni, a dirmi che non manda il bambino a scuola perché con tre figli
non ce la fa a pagare la retta. La nostra scuola già opera una quindicina di
facilitazioni: se facessimo anche una “adozione” scolastica? Chi rende fecondo
il grembo di Maria è lo Spirito, ma non di meno di quel grembo c’è bisogno.
Anche noi, grembo di un’umanità nuova!
Parlaci della casa… La vostra casa non sogna? La
Vergine Madre ci ricorda oggi il sogno di Dio. Gioia, domanda, disponibilità.
Il Signore ci renda sua dimora per accogliere la sua venuta tra gli uomini.
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