lunedì 22 dicembre 2014

Omelia 21 dicembre 2014


Quarta domenica di avvento

Allora un muratore si fece avanti e domandò: Parlaci della Casa. Egli rispose, dicendo: La vostra casa non sogna? […]

Avete la bellezza, che guida il cuore dagli oggetti di legno e di pietra alla montagna sacra? Ditemi, avete questo nelle vostre case? O avete solo gli agi, e la brama degli agi, quella cosa furtiva ch'entra in casa come visitatrice, e poi diventa ospite, e infine padrona?

La casa è l’immagine della vita. se la casa non sogna neanche la vita sogna. Se la bellezza di una casa è solo esteriore, gli agi diventano padroni. Che casa stai costruendo? Davide dopo aver consolidato il suo regno pensa di costruire una casa per il Signore. Consulta il profeta Natan al quale l’idea sembra proprio bella. «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma proprio il profeta l’indomani si reca da Davide con un messaggio da parte di Dio: non sarà Davide a fare una casa per il Signore, ma il Signore farà una casa a Davide. Inizia una storia di fedeltà nella quale Dio si legherà a Davide e ai suoi discendenti. Maria è l’ultima pagina di questa storia, la casa che Dio stesso si prepara per l’ingresso del suo Figlio nel mondo. E in quella casa possiamo riconoscere anche casa nostra, il modo con cui Dio sogna la nostra vita con lui. Di che casa si tratta?

1.     È una casa gioiosa. Rallegrati, Maria! Kaire. Pensate alla bellezza di questo Dio che entrando sulla scena del mondo non dice: inginocchiati, prega, ubbidisci, fa’ questo, fa’ quello. Il biglietto da visita di Dio è la sua gioia. In questa settimana abbiamo seguito i comandamenti commentati da Benigni. Pensate a come l’attore sia riuscito a farcene intuire la bellezza e la progettualità gioiosa, anche con qualche battuta. A volte noi pensiamo ai comandamenti come ad una sorta di macigno che grava sulla nostra vita. Invece il comandamento vuole presentarci un Dio inedito alleato della felicità degli uomini: un Dio geloso, che ama e chiede di essere riamato, che «non vuole entrare nelle nostre teste ma nei nostri cuori». Un Dio che non tollera che nel suo nome, «invano», si celebrino guerre e sopraffazioni e violenze di qualsiasi tipo. Un Dio che non vuole essere usato invano perché non vuole che sia vana la nostra vita. Questa è la casa che Dio ha in mente. Rallegrati.

 

2.    È una casa in cui trova posto anche la domanda. Si domandava che senso avesse un saluto come questo. La casa sta in piedi sulla base di una certa intelligenza. Un architetto si interroga, studia, approfondisce. La fede non spegne il cervello. Pensate all’iniziativa di un giornale come Il Manifesto che giovedì scorso ha lanciato un “appello per un muro laico all’università”, prendendosela ancora una volta col crocifisso alle pareti. Ecco, mentre in America è caduto un muro tra Stati Uniti e Cuba con la fondamentale mediazione della S. Sede, riconosciuta da entrambi gli stati, noi ci facciamo promotori di nuove muraglie ideologiche sulla base dell’idea che credere sia un atteggiamento opposto alla ragione. Ma l’universitas non è tale perché abbraccia tutti i saperi? E c’è solo il sapere del microscopio o anche il sapere della fede? Gli architetti a volte costruiscono in maniera audace: non capisci come la casa si regga, eppure ci sono equilibri nascosti che consentono la stabilità. Interrogati, esplora, vai a fondo. Trova gli equilibri di Dio.

3.    E infine la casa di Dio è fatta di disponibilità. Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. La casa di Dio è una costruzione che continua a crescere con la partecipazione degli uomini, secondo la parola, secondo il suo progetto. Abbiamo sentito in questi giorni notizie terribili che riguardano i bambini trucidati in Pakistan. Un fatto che ci sgomenta. Ma ancor più tristezza ci hanno fatto le forze parlamentari, che di fronte all’eccidio, hanno invitato il presidente del consiglio a occuparsi dei bambini italiani. Persa un’occasione non solo per essere cittadini, ma anche per essere uomini. Che casa stai costruendo? Fa’ in modo che ogni bambino si senta a casa, sia custodito, possa avere un futuro. Ieri è venuto un papà straniero, residente in paese da anni, a dirmi che non manda il bambino a scuola perché con tre figli non ce la fa a pagare la retta. La nostra scuola già opera una quindicina di facilitazioni: se facessimo anche una “adozione” scolastica? Chi rende fecondo il grembo di Maria è lo Spirito, ma non di meno di quel grembo c’è bisogno. Anche noi, grembo di un’umanità nuova!

Parlaci della casa… La vostra casa non sogna? La Vergine Madre ci ricorda oggi il sogno di Dio. Gioia, domanda, disponibilità. Il Signore ci renda sua dimora per accogliere la sua venuta tra gli uomini.

 

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