domenica 16 agosto 2020

Omelia 16 agosto 2020

Ventesima domenica del tempo ordinario

A volte capita. Butti dei semi nell'orto, in un terreno ben preparato e la crescita è stentata, sottodimensionata, incapace di dare gli ortaggi sperati. Viceversa un seme, finito per caso in un angolo del giardino, sviluppa una potenza straordinaria: cresce e produce i frutti più buoni di sempre. E ti stupisce! È il vangelo di oggi. La missione iniziale di Gesù è per le pecore perdute della casa di Israele: per loro è venuto. Vuole spargere il seme buono della sua parola e della sua azione per il popolo dell’Antica Alleanza, terreno che Dio ha dissodato da tempo. Ma, con sorpresa, una donna cananea, una straniera, dimostra di essere una terra più ospitale, una terra aperta all'iniziativa divina, capace di stupire Gesù e di provocare un cambiamento della sua stessa azione, come se Gesù volesse lasciarsi convertire da questa donna. Di che terra si tratta? È la terra della fede, che può diffondersi ovunque, anche dove non lo penseresti. Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri. Mentre domenica scorsa i discepoli venivano rimproverati per la loro mancanza di fede, una donna li supera per una fede grande. E da quell'istante sua figlia fu guarita. Qual è la fede grande che opera i miracoli?

1.    È una fede che fa posto agli altri, all'amore per loro, per la loro vita, per il loro futuro. Fa posto agli altri di fronte a Dio. Qui c’è una madre che non prega per sé, ma prega per una figlia molto tormentata da un demonio. Quante madri e padri hanno figli tormentati. A volte dalla malattia e dalla disabilità. Ma anche dal demonio del vuoto e dello sballo, della pigrizia e della mancanza di responsabilità, dell’ingratitudine e dell’assenza. Porta al Signore queste situazioni, anche se tuo figlio non lo sa, anche se ti deride, anche se non cambia niente. I miracoli avvengono quando vuoi bene, quando quel bene ti porta a sfidare l'impossibile, quando con quel bene ti presenti di fronte a Dio. Può Dio voler meno bene di un padre o una madre? Quando non puoi più parlare a Dio degli altri, parla degli altri a Dio: parlagli dei figli tormentati, ma anche dei tormenti dell'umanità perché Dio ha bisogno di gente appassionata dell’umano, che sappia portargli storie di fraternità, di solidarietà, di coinvolgimento. Quando presso Dio c’è un cuore che pulsa così, il miracolo è già in atto. Dio ha già concesso un pezzo del suo cuore.

2.    È una fede che resiste. Le risposte di Gesù appaiono fredde, disumane, inquietanti. Si va dal silenzio all'asciutta comunicazione di una missione: Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele. E quella donna che non demorde, che si avvicina sempre di più e gli sbarra la strada prostrandosi di fronte. Interessante vedere a questo punto l’atteggiamento dei discepoli che intervengono con Gesù: Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando. Perché dicono così? Perché quella donna fa loro pena? O perché è un fastidio? O perché mette in discussione la popolarità del loro maestro? Sembra che Gesù più che guarire la figlia della donna, debba guarire la fede dei discepoli. I discepoli vogliono sbarazzarsi del problema, vorrebbero un miracolo veloce e ad effetto, un Dio 118 che manda l’ambulanza in tempo utile. Ma Dio non è così. Qualche volta ti fa passare attraverso l’aridità per farti crescere o per far crescere qualcun altro. A volte ci sono dei figli che sfidano i genitori, degli amici che ci provocano proprio sulla resistenza della fede. Il coronavirus è l’ambiente dove queste perplessità si diffondono. Dov'è Dio di fronte a quello che sta succedendo? E il credente è messo sotto processo. Mai come in questo tempo, servono sentinelle, uomini e donne che ostinatamente si mettano di fronte al Signore, sbarrando non solo la strada a lui, ma anche a coloro che in maniera troppo sbrigativa vorrebbero trovare risposte o liquidare le domande. Perché su Dio ci possiamo sbagliare, convinti di essere già credenti, di esserlo più degli altri o di non avere bisogno di esserlo. Un rischio per chi va a messa, ma anche per chi non va. Vado a messa quando mi sento. Chi sente cosa? E Dio può sentire qualcosa anche lui? Piuttosto che andare di malavoglia, meglio non andare. Sei sicuro che Dio la pensi così? Un padre vede volentieri  i suoi figli, anche quando loro non ne hanno voglia. Oppure, come mi ha detto una ragazza l'altro giorno: Ma credi che siano meglio quelli che vengono a messa? Ma Dio, secondo te, è là che fa le graduatorie di chi è meglio o è peggio? No. Tutti figli amati per lui, attesi. Gesù non risponde subito a quella donna che lo supplica per costringere tutti a chiedersi: che Dio hai incontrato? Lo hai incontrato?

3.    Infine fede è la risposta audace con cui l'uomo sorprende il Signore. Come la Cananea che non si lascia intimorire dalle parole di Gesù e lo supera a destra. Non è bene prendere il pane dei figli per darlo ai cagnolini... dice Gesù. E lei: Ma anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. Gesù non può resistere di più. La donna lo ha spiazzato. Ti sia fatto come desideri. La fede che compie il miracolo nasce da risposte spiazzanti che dai a Dio. Che cosa può spiazzare il Signore? In questi giorni è uscito uno studio su alcuni religiosi claretiani che a Parigi, durante la seconda guerra, hanno falsificato i registri di battesimo per mettere in salvo una cinquantina di ebrei. Anche in questo caso Dio si sarà sentito spiazzato! Come lo spiazzano i gesti audaci del perdono, l'amore di chi non fugge e rimane accanto; lo spiazza la tua resistenza vigile, intelligente, umile anche quando una situazione ti sta massacrando, lo spiazza vedere una piccola apertura rispetto al lockdown della tua anima. Si ferma di fronte e dice: Davvero grande è la tua fede!  E che in questa fede il Signore ci faccia camminare, suggerendoci l'incontro vero con Dio e sentendo che ad esso è atteso ogni uomo. 


1 commento:

  1. Buonasera gentile don Gerardo.
    Anche io mi propongo, cerco, voglio essere "terra di fede" inaspettata, che proprio per questo si lascia abitare con gioia dal Dio della vita. Non è facile passare oggi questo messaggio. Rendere partecipi le persone, farsi prossimi davvero. Servire discretamente. Far passare Gesù, l'opera sua, i suoi miracoli, gesti e parole che ci fa proferire per andare in soccorso, in aiuto di quelle pecore disperse, e per avvicinarne molte altre.
    Ho tenuto il peggio per questi miei commenti, che lei mi volesse denunciare. Mi scuso tantissimo e difendo al tempo stesso la libertà mia e di qualsiasi altro soggetto, persona umana, di leggere con trasporto, farsi interpellare, lasciare pensiero. Considero anche la serenità che dovete avere quali pastori. Le posso augurare come sempre di difendere anch'essa per il bene suo e dei suoi fedeli, di stare bene, di fare bene quanto può, di non cadere in agitazione se qualcosa prende piega diversa. Cercherò di fare altrettanto e la ringrazio per questa omelia incontrata che mi ha fatto sentire per un momento meno sola e inerme e ancora vicina alla sua cara presenza. Buona domenica.

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