lunedì 18 settembre 2017

Omelia 23 luglio 2017


Sedicesima domenica del T. O.

Nonostante da anni ormai i giornali ci presentino le storie dei furbetti del cartellino e i provvedimenti nei loro confronti, sembra che questa specie sia lontana dall’estinzione e si ripresenti continuamente con nuove e sorprendenti esibizioni. Così in questi giorni c’è stato il processo di un tale, insegnante di diritto di ruolo in Lombardia, che ha accumulato ben ottocento giorni di assenza a motivo di una fastidiosa lombosciatalgia che gli impediva di salire in cattedra, ma non di fare l’avvocato in Calabria. Ci si chiede quale diritto insegnasse ai suoi studenti e, a questo punto, forse è meglio che non l’abbia insegnato. Ecco, quando capitano storie di questo tipo siamo disorientati e ci pare che la battaglia del bene, dell’onestà, della legalità sia controproducente.

Una sensazione simile devono averla avuta anche i discepoli di Gesù, dal momento che racconta loro la parabola dove una fastidiosa erbaccia sembra compromettere la crescita del buon grano. Qual è il messaggio che ne deriva?

1.    Mentre Gesù invita i suoi discepoli a riconoscere la presenza di una semina buona, non chiude gli occhi sul pericolo, sulla diffusione di un’infestante che sembra compromettere il raccolto. La presenza è attribuita a un nemico che persegue lucidamente un progetto oscuro: venne, seminò, se ne andò… I discepoli fanno i conti con i figli delle tenebre che agiscono astutamente e di nascosto, che cercano di contrastare l’energia del bene per perse-guire interessi, per ottenere vantaggi: poco importa se altri ne dovranno rimettere. Non puoi andare al funerale di un parente perché non ti puoi assentare dal posto di lavoro senza dare il preavviso di sette giorni: il contratto parla chiaro. Certo, devi sapere per tempo quando l’altro morirà! La produzione viene prima della pietà. Ma notate anche quel termine zizzania. In greco è al plurale: zizzanie. Per dire che sono tante, mutanti, capaci di confonderti, C'è la zizzania del pettegolezzo che cresce da una voce all’altra, c’è quella del sospetto che ama la penombra, c’è quella dell’egoismo che prosciuga il terreno. Rendersi conto di quello che succede. I discepoli di Gesù sono uomini e donne di speranza ma non sono degli ingenui.

2.    Ma c’è un altro invito che il Signore ci fa: alla pazienza. La zizzania dà fastidio e si vorrebbe toglierla velocemente dal campo: Vuoi che andiamo a raccoglierla? Ma qui si nasconde un’insidia. E quello che non ha distrutto il male lo potresti distruggere tu. Il male ti rende complice della sua azione; senza che te ne accorga ti contagia. Quando pretendi di dividere il mondo in buoni e cattivi, quando vediamo la zizzania fuori di noi e non quella che si annida nel nostro cuore, quando per fare le nostre presunte pulizie rischiamo di eliminare anche chi non ha responsabilità. Pensate ai pregiudizi. Uno straniero è un criminale e tutti gli immigrati diventano tali. Pensa a qualcuno che ti fa uno sgarbo e alla velocità delle ritorsioni. Cos’hai risolto? Quando recupererai quel rapporto? Gesù invita alla cautela: Che non succeda che raccogliendo la zizzania strappiate anche il grano buono! A volte il grano buono è quello della concordia, della riconciliazione, della possibilità di parlarsi ancora. Lasciare che il buon grano cresca insieme alla zizzania vuol dire operare un giudizio migliore, vuol dire comprendere le proprie responsabilità e non solo quelle dell’altro, vuol dire che si può imparare anche dalle fatiche: lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, non alla nostra presunzione.

3.    Mi pare che poi la parabola ci conduca a guardare al bene con inguaribile fiducia e a farsi suoi alleati. Invece di metterti a contrastare il male, coltiva germogli di bene, di novità, di cambiamento. Un germoglio lo abbiamo visto ieri sera, alla festa dei popoli dove ho avuto la sensazione che ci fosse anche finalmente un popolo godigese e una cultura dell’ospitalità che forse non è andata perduta. Alla fine nel suo granaio Dio raccoglierà questo bene e non le nostre lamentele o le requisitorie sul male. Prova a vedere se ci sono germogli di novità da alimentare. 

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