lunedì 30 novembre 2015

Omelia 29 novembre 2015


Prima domenica di Avvento 2015

Non so se avesse visto il gesto di papa Francesco che a Nairobi, secondo un’usanza africana, ha piantato un albero, ma in questi giorni un papà mi ha chiesto di fare la stessa operazione a S. Pietro, nei pressi del sacello, per ricordare la nascita di suo figlio. Mi pare una bella idea: un segno di vita e di fiducia nell’uomo, caparra di un domani buono. L’avvento inizia proprio con l’immagine di un germoglio: In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto. Non rassegnarti al vecchio, allo stantio, al si-è-sempre-fatto-così. Cerca la novità di Dio. Nella tua vita, in casa tua, nella chiesa, nel mondo. Anche dove ti sembra impossibile! E diventa anche tu un alleato di tale crescita. In che modo?

  1. State attenti ai sistemi. Gesù evoca anzitutto il sistema solare, un mondo che regola il giorno, le stagioni e i movimenti dell’uomo: Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle…. Ebbene questo movimento cosmico contrassegnato da una rigorosa concatenazione di elementi che sembrano ineludibili è anch’esso destinato a finire: le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Un modo con cui Gesù sta dicendo: attenzione a tutti i sistemi, perché anche quelli che sembrano più affermati e invincibili sono in realtà destinati a passare. I sistemi dell’economia e della finanza, i sistemi del terrore, i sistemi della moda, del tempo libero. Del consumo. Avete mai visto quello spot in cui c’è un uomo e un cane fuori dalla sala parto ed esce l’ostetrica con una cucciolata? È l’animale elevato a rango umano: un sistema che fa guadagnare milioni di euro. Risollevatevi, dice Gesù, non prostratevi a queste dominazioni. Il verbo anakupto vuol dire piegarsi ma verso l’alto, raddrizzarsi. Mettetevi dritti davanti ai potenti, a sistemi che sembrano dettar legge sulla vita degli uomini, perché queste potenze saranno cancellate.
  2. State attenti a voi stessi. Non ci sono però solo i sistemi. C’è anche la tua complicità, la tua stagnazione: Fate attenzione che i vostri cuori non si appesantiscano. Che cosa appesantisce la vita? Dissipazioni: la vita prigioniera del vuoto, dell’assenza di prospettiva; ubriachezze: lo stordi-mento, lo sballo; affanni: il dominio delle preoccupazioni. È facile pensare ai giovani in relazione all’alcol e allo stordimento. Ma ci sono anche le nostre preoccupazioni di adulti che impediscono al germoglio di spuntare. Quando l’orizzonte si fa oscuro e non c’è verso di uscire: non perché alcune situazioni non siano obiettivamente difficili ma perché non ci si lascia aiutare. O meglio perché più che aiutati si vorrebbe essere assecondati, compatiti. Perché anche il ruolo della vittima può tornare utile. Per attirare l’attenzione, per rivendicare affetto, per non essere disturbato, per non assumere altre responsabilità. Pensate ai coniugi divisi e a chi fa la vittima di fronte ai figli per accaparrarsi stima e affetto. Pensate alla presenza di una badante nella vita di una persona anziana. A volte la relazione si trasforma in una guerriglia perché si ha paura di perdere in autonomia o di essere scaricati. E i giorni diventano un inferno. Prova a capire ciò che sta avvenendo: forse i tuoi figli non vogliono scaricarti ma darti una mano, forse questa persona non è un carceriere ma un modo di arrivare dove non ce la fai più. State attenti a voi stessi.
  3. State attenti ai segni di Dio. Infine Gesù dice: Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Fa’ attenzione ai segni di Dio, osserva dove ti sta dando appuntamento. In questa settimana abbiamo assistito ai funerali di Valeria Solesin. Cerimonia laica, dove le diverse fedi sono rimaste a debita distanza, com’era stato loro chiesto, “perché nessuno ci mettesse un cappello sopra”. Ma non vi pare che Dio prepotentemente volesse entrare in tale circostanza e chiederci: a chi affidi la tua morte? Alle commemorazioni o a colui che dalla morte ti strappa? Le posizioni di alcune scuole tentate di trasformare il Natale in “festa d’inverno”, allontanando i riferimenti cristiani, quali orizzonti indicano alle giovani generazioni? Quelli della neve? Per quanto cerchiamo di togliere Dio dalla vita, lui non si dà per vinto e rinnova i suoi segni di amore e fedeltà di generazione in generazione. Anche alla generazione Bataclan.
    Pregate, vegliate in ogni momento perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Il Signore ritorna germogliare nella nostra vita. L’avvento sia tempo della novità e della sua sorpresa.

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