domenica 15 novembre 2015

Omelia 15 novembre 2015


TRENTADUESIMA DOMENICA T.O.



In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo chiarore. E ieri notte la luna sembra essersi spenta a Parigi. I fatti capitati ci mettono di fronte a un disegno oscuro e minaccioso che sembra chiudere i nostri orizzonti e affermare la presenza di una invincibile logica di morte e di terrore. E le ombre si allargano sulla nostra vita, sui rapporti con gli altri, sulle frontiere generando chiusure, sospetti, distanze, divisione. Come vivono i discepoli di Gesù questa situazione?



  1. Anzitutto ristabilendo i giusti confini della storia. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi. Se lo scenario del terrore è grande, ce n’è uno di più grande ancora, che appartiene a Dio. Guarda che il gioco delle tenebre è quello di far credere che siano invincibili, è quello di chi vuol uccidere la speranza. Il cristiano invece vive nell’attesa del Signore e sa che se i giorni umani sono oscuri essi dovranno misurarsi con il giorno in cui Qualcuno verrà squarciando le nubi che generano scompiglio e oscurano la visuale. Dio è più grande dei terroristi. Non lasciarti prendere dall’idea che Dio sia impotente e neppure dall’idea che qualcuno possa farla franca. Perché questa sensazione non ci prende solo in rapporto all’Isis, ma anche di fronte ai sotterfugi della vita, ai tradimenti dell’onestà, della giustizia. Viene il giorno del Signore. Ed è un giorno di giudizio. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.

  2. Un altro invito che Gesù ci rivolge è nella verifica delle promesse. Le stelle cadranno dal cielo. Le stelle sono il segno di una vita che appare splendente, di successo. Parla il ricco, tutti tacciono e portano alle stelle il suo discorso (Sir 13,23). Sta attento alle stelle che insegui, perché potrebbero precipitare. Ora noi ci confrontiamo con gli eventi drammatici di queste ore, ma se scorrevi Facebook fino a ieri, cosa trovavi? Centinaia di post che difendevano Valentino Rossi dal suo rivale. E se leggete l’inchiesta dell’Espresso di questa settimana vedete che negli adolescenti 14/18 sport e spettacolo hanno soppiantato ogni altro riferimento dell’universo giovanile, insieme all’aspirazione di essere scoperti da un talent show. A volte sul nostro quotidiano si accendono stelle molto fugaci e passeggere. Sta attento alle immagini che vedi, alle luci che brillano, alle parole che senti. Sta attento ai modelli che interpreti, perché c’è il rischio di sbagliare appuntamento con la vita. E il monito vale per tutti, anche per quell’abate di Montecassino che prima di aver tradito la chiesa ha tradito se stesso, precipitando come quelle stelle mondane che voleva inseguire. Mentre tutto passa, c’è una sola cosa che resta, assicura Gesù: la sua Parola. Investi sul vangelo e vedrai che la tua vita sarà salda. Sulla roccia.

  3. Infine Gesù ci affida ai segni di vita.   Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Se c’è un mondo prigioniero della morte, ce n’è un altro che fa sbocciare la vita. E questo avviene senza attirare l’attenzione, con semplicità. Cerca il ramo che germoglia e mantiene ciò che promette. Nell’inchiesta dell’Espresso c’è un dato significativo. Mentre Nel 1983 la famiglia era al sesto posto della scala dei valori, ora è al primo ed è considerata molto importante dal 96% dei ragazzi. Forse è proprio qui il germoglio da indicare, da custodire. Comincia da casa tua: la presenza e l’educazione alla fine pagano, l’affetto di un padre e una madre non è insignificante, i tuoi valori e i tuoi richiami non passano inosservati. Fa’ crescere il germoglio… e questo aiuta a trasformare i giorni umani, spesso minacciosi e cupi, nel giorno di Dio. Chissà che la notte di Parigi sia rischiarata e vediamo il mondo con un briciolo di speranza in più.

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