martedì 10 marzo 2020

Omelia 1 marzo 2020


Prima domenica di Quaresima 
(appunti riflessione comunitaria in assenza della messa)



1. La tentazione è una costante nella vita del credente: è la sensazione che, su strade diverse da quelle di Dio, si possa camminare meglio e raggiungere situazioni più felici. Ma è una illusione: è come quando in autostrada vedi un’altra carreggiata che ti corre accanto e vorresti prenderla, per fermarti quando vuoi, per non pagare il pedaggio, finché non ti rendi conto che quella strada ti porta poi da un’altra parte…

Le tentazioni poi hanno a che fare con la storia dell’uomo e gli scenari in cui vive. Oggi viviamo l’emergenza del coronavirus e anche questa stagione ha le sue tentazioni. Tentazione da coronavirus: vediamone i sintomi.

-      Carrello del supermercato pieno: mangia, sei un affamato e il cibo ti sazia! Non pensare agli altri che rimangono senza pasta, fa' la scorta a casa. Non di solo pane…

-      La ricerca delle colpe altrui: uno sport che ci piace. Ricordate? Erano i profughi a portarci le malattie, poi i Cinesi. E adesso profughi e  cinesi siamo noi e gli altri stati ci rispediscono a casa.  

-   La tentazione di forzare i blocchi: assurde queste misure, è un’influenza come tante! Ma gli ospedali cominciano a riempirsi. Forse non è come le altre volte.

Prima cosa da fare è smascherare la tentazione, chiamarla per nome. Finché non la riconosci, la tentazione ti vince, il tentatore vince.



2. Già perché nella tentazione c’è lui, il Tentatore, che sa fare bene il suo mestiere. Noi abbiamo ridotto il diavolo a un fumetto. Invece non perde occasioni per dividerci, per raccontarci menzogne, per insinuare sospetti; e non servono pronununciamenti ufficiali, basta un "ho sentito...",  “si dice...”. Il diavolo è il divisore e anche in questo momento è al lavoro: monta sul coronavirus e lo cavalca bene, per contrapporci (il divisore), per banalizzare (il menzognero), per screditare (il calunniatore).
Ma attenzione perché le tentazioni prima ancora del diavolo, sono abitate da Dio. Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto. Allora nella tentazione Dio ha qualcosa da suggerirci, la tentazione ci fa crescere: riscoprire la nostra fragilità (onnipotente è un altro), riscoprire le relazioni importanti (hai perso qualcuno?), riscoprire la preghiera (non ti basti). Riscoprire, mentre la messa viene a mancare, quanto importante sia la messa. Come se Gesù ci chiedesse: Da uno a dieci, quanto ti manco?

Asia Bibi, dopo dieci anni di carcere in Pakistan con la falsa accusa di blasfemia, vive ora in Canada. In questi giorni era a Parigi. Intervista: Come ha fatto a resistere? Ho imparato a sentire interiormente la presenza di Dio e a comprendere quanto grandi siano i miracoli. Dio mi ha aiutato molto, mi ha dato pazienza in abbondanza. Chissà in quella cella senza finestre quante volte è stata tentata dall'assenza di Dio. Eppure proprio in tale esperienza Dio la aspettava. Forse in questi giorni aspetta anche noi. 



3. Un ultimo aspetto. La tentazione si supera dimorando nella Parola. Tutta la parola: Sta scritto “anche”. Il diavolo ci suggerisce parole di convenienza, Gesù ci invita a dimorare nell’anche della Parola. Le parole dimenticate, fraintese, evitate: quelle del perdono, della solidarietà, della misericordia, della semplicità. E non c’è modo di trovare queste parole “anche”, che dimorando nella Parola, aprendo i vangeli e ascoltando. Forse è un buon antidoto rispetto a quella comunicazione malata che fa coincidere la verità con la voce di chi grida di più e la confonde con il numero dei like raccolti in calce ad un post. Gesù non raccogli like: ascolta il Padre e quell’ascolto vince la tentazione. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Torna ad aprire il vangelo, lascialo agire nella tua mente, nel tuo cuore, nelle tue scelte. Forse non arriveranno gli angeli, ma sarai tu, angelo di un nuovo annuncio, per chi ti vede, per chi dalla tentazione ha, come te, bisogno di uscire. 

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