domenica 9 dicembre 2018

Omelia 9 dicembre 2018


Seconda domenica di Avvento


Bisogna fare bene l'analisi logica. L'affollamento di uomini potenti che introduce il vangelo di oggi può trarci in inganno. L'imperatore, il governatore, i tetrarchi, i sommi sacerdoti… Ma non sono loro il soggetto da riconoscere, bensì la parola di Dio, quella che venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
Mentre la storia dei giornali e dei libri si gioca nei palazzi del potere, la storia di Dio è tessuta nella voce e nei gesti di un giovane profeta attento ai segni di Dio. E Dio funziona proprio così: fugge la ripetitività scontata, la retorica del si è sempre fatto e ricomincia in maniera nuova, dove ci sia qualcuno disposto ad ascoltarlo. 
L'avvento è tempo di novità, di ripartenze e di sorpresa. E tu, sei uomo dell'apparato o dell'inedito? Abiti la consuetudine o la meraviglia? Giovanni ci invita ad aprire porte di novità. 

1.    Gli uomini della novità divina non hanno paura del deserto, delle situazioni apparentemente inospitali che mettono alla prova la vita e la fede. A volte è proprio qui che il Signore ci dà appuntamento, quando la fede trascina la ciabatta o quando ha in mente di regalare alla tua fede qualcosa in più.  È la vicenda dei monaci di Tibhirine che ieri sono stati proclamati beati in Algeria. Religiosi che ben percepivano il clima di ostilità che cresceva intorno a loro, in un Paese contrassegnato da una guerra fratricida. Hanno scelto di non andarsene, di rimanere come segno di dialogo, di fiducia, di accoglienza fraterna. Tantissimi erano i musulmani visitati da fr. Luc, il monaco dottore che alternava la preghiera all’ambulatorio. Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996 un commando formato da una ventina di uomini armati irruppe nel monastero trappista in cui dimoravano, dapprima furono sequestrati e poi decapitati. La loro beatificazione in Algeria, la prima in un paese quasi esclusivamente musulmano, è un segno che se ti fidi di Dio, anche il deserto può fiorire: Deponi, Gerusalemme, le vesti del lutto… Quando Dio ha in mente qualcosa di importante ti regala un po’ di deserto.

2.    Gli uomini della sorpresa è gente che grida, che non ha paura di dire ragioni credenti. Voce di uno che grida nel deserto. Anche se non ti ascoltano, anche se altre voci ti vogliono coprire. Avete sentito la voce della sorella di Ronaldo? In questi giorni si è fatta sentire perché il fratello non ha vinto un altro pallone d’oro, come avrebbe meritato. Può essere che un tuo famigliare sia dispiaciuto. Ma quando la donna scrive che in questo mondo comandano i soldi e i mafiosi e che Dio farà giustizia, beh, forse mancano le misure. Anche perché mi pare che il fratello non sia proprio senza soldi e che i problemi della giustizia divina siano ben altri in questo mondo. La voce da alzare non è questa, ma la voce che implora giustizia per i poveri, per chi cerca accoglienza. Come hanno fatto i bambini di una scuola di Castello Belvedere che scrivono al ministro perché il decreto sicurezza mette a rischio l’ospitalità di alcuni ragazzi stranieri, loro amici. Vi chiediamo, per favore, di farli restare qui insieme a noi, perché gli vogliamo moltissimo bene. Loro sono stati un regalo per noi. Ma la voce oggi mi verrebbe da alzarla per quei ragazzi morti in discoteca, perché in questo momento sembra che il problema sia quello di trovare chi ha spruzzato lo spray urticante. Certo, gesto sconsiderato. Ma sconsiderata è anche la logica del profitto che regola il mondo del divertimento, dove in nome del dio denaro saltano i parametri non solo della sicurezza numerica, ma anche quelli del giorno e della notte dato che ingressi e spettacoli sono continuamente ritardati. Se l'inizio è per le 22, perché all'una il cantante deve ancora arrivare? E posta pure il suo dispiacere per l'accaduto! Dobbiamo tornare a mettere confini, specie se di minori, come in questo caso si tratta. E i confini riguardano la gestione dei locali e l'educazione. Altrimenti la solidarietà di questi istanti è solo ipocrisia.
3.    Infine gli uomini delle sorprese hanno un bel da fare a raddrizzare strade, riempire burroni e abbassare colline. Leggetevi il discorso dell’arcivescovo di Milano per S. Ambrogio. Mi piace quando dice di snellire le «procedure esasperanti» che hanno reso l’Italia «da “patria del diritto”» a «condominio di azzeccagarbugli litigiosi». Chiede di insistere «in quei percorsi di semplificazione che sono spesso enunciati e promessi per rendere più facile essere buoni cittadini, onesti e in regola con la pubblica amministrazione, per favorire l’intraprendenza di imprenditori e di operatori negli ambiti del servizio ai cittadini e della solidarietà». Pensate a chi ha in casa un malato di Alzheimer. Per fortuna ci sono centri di volontariato che vengono in aiuto alla famiglia. Ma se uno cerca un supporto più regolare incontra una macchina organizzativa che impone regole difficili da capire. Come quella che i malati meno gravi vengono accolti, mentre quelli più impegnativi te li tieni a casa. Certo, perché domandano più risorse. Oppure, proprio perché rompi le scatole, ti concedo una struttura a 40 km. da casa che uno accetta con la speranza di ottenere poi un avvicinamento. E ogni giorno intanto si va su e giù. Anche qui c’è qualcosa da raddrizzare… 

La Parola di Dio venne su Giovanni Battista, nel deserto.Giovanni Battista oggi è dentro di te. Libera la sua voce, prepara con lui la strada al Signore che viene.

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