lunedì 8 ottobre 2018

Omelia 7 ottobre 2018


Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario

Un giornale locale in questa settimana dava con una certa enfasi la notizia che a Castello di Godego l’amore è eterno, dato che nella Regione Veneto, il Comune ha il minor numero di divorzi. I dati si riferiscono al 2016 e appartengono all’Istat. L’1,2% su circa settemila abitanti significa, però, pur sempre un’ottantina di casi; si tratta di divorzi, cui si vanno aggiunte separazioni e relazioni problematiche che interessano parecchie altre persone. Culturalmente, poi, lo sappiamo, le scelte definitive sono messe in discussione più dello stesso matrimonio: sembra che ogni decisione possa essere sempre soggetta ad un ribaltamento legato al sentire momentaneo, al “non sento più niente per te” che trascura impegni presi, storia vissuta insieme, figli che nel frattempo sono nati. Ciliegina sulla torta: Temptation island, specchio di questa nostra realtà che fa di tentazione e separazione uno spettacolo, come se la variazione di partner fosse il modo per diventare interessanti. Cosa ci dice Gesù sull’amore umano e sul matrimonio? Il vangelo di oggi ci aiuta a scoprirlo.

1.    Anzitutto c’è un contesto di ambiguità: i farisei che si avvicinano a Gesù per metterlo alla prova. È lecito a un marito ripudiare la propria moglie? I farisei sanno che la questione è insidiosa perché c’è un comando divino che prescrive la fedeltà e una disposizione legislativa successiva che riconosce il divorzio. Uscirne non è facile: o si smentisce il piano divino o si smentisce quello che la stessa Legge ha codificato. È la stessa cosa che capita anche oggi, rispetto ai tentativi alle rotture famigliari. C’è il tentativo di forzare la mano, sia nel senso di difendere la verità del vangelo, come se nella verità non fosse compresa la misericordia, sia nella ricerca di una legittima-zione di un riconoscimento, anche quando francamente di riconoscibili ci sono solo l’egoismo e l’ormone galoppante. Gesù prima di dare risposte, invita a misurarsi con la durezza del cuore: per la vostra sclerocardia Mosè vi ha permesso di scrivere un atto di ripudio. E la sclerocardia può riguardare chi osserva la coppia dall’esterno che a volte tiene le parti dell’uno senza valutare le ragioni dell’altro, ma anche uno dei partner che tranquillamente lascia moglie e figli per trasferirsi su una casa poco più in là con un’altra compagna, teorizzando che ormai è tempo delle famiglie allargate. Famiglie allargate, ma cervelli ristretti. E cuori induriti.

2.    Gesù invita poi a scoprire un progetto più grande e più antico. Mosè vi ha permesso di scrivere l’atto di ripudio, ma all’inizio, Dio aveva fatto le cose diversamente. Di che inizio si tratta? È quello del disegno creazionale, del tentativo di Dio di sciogliere la solitudine umana. Ma è anche l’inizio della propria storia di coppia, la bellezza dell’innamoramento. Quando una coppia va in crisi, in genere scende un virus sul disco fisso che cancella la memoria, la rende inservibile. L’unico modo è fare quello che ogni tanto si fa a computer; il backup. Fermati a ricordare, a risvegliare fatti e parole, emozioni vissute perché questo piccolo tesoro non vada perduto. Perché in tali eventi c’è la notizia che quello che è nato è qualcosa di più grande di due che si incontrano, qualcosa che accende la vita. Ma attenzione agli inizi vuol dire anche curare gli inizi della vita di coppia senza approssimazione, superficialità, presunzione. Vuol dire sentire un corso di preparazione al matrimonio non come una minaccia, ma come un’opportunità. E vuol dire non fingere. Perché non inganni il prete o l’animatore, ma inganni il futuro e inganni te stesso. Se c’è un altro o un’altra lo devi riconoscere, anche se hai fissato le nozze e hai già mandato gli inviti, se hai un figlio in giro lo devi dire perché non è un Cicciobello in soffitta, se fai uno di sostanze o di alcol non è un particolare trascurabile. Come non è trascurabile l’intesa da un punto di vista religioso, dal punto di vista economico, dal punto di vista delle famiglie di origine. In principio. La casa ha bisogno di fondamenta, altrimenti si colloca un prefabbricato.

3.    Infine Gesù conclude con un avvertimento: Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha congiunto. Qui c’è qualcosa di interessante per la vita di coppia: un monito certo, a custodire l’indissolubilità, perché ci si sposa in ...tre: c'è anche Dio e qualche volta, nella fretta di andarsene e ricominciare altrove, ci si dimentica di chiedere aiuto a Lui. Ma non osi l’uomo separare ciò che Dio ha congiunto può voler dire anche: Dio ha davvero congiunto? Papa Francesco invita a un attenta valutazione, abbreviando le strade della nullità, ma anche offrendo la possibilità di vivere cristianamente vicende di l’irregolarità, perché, dice: è vero che le norme generali presentano un bene che non si deve mai disattendere né trascurare, ma nella loro formulazione non possono abbracciare assolutamente tutte le situazioni particolari. Ciò che Dio ha congiunto. A volte ha congiunto la seconda unione e non la prima. E ci vuole la pazienza di capire per la coppia e per chi la osserva. Ci vuole il cuore del bambino, come quelli che ritornano in braccio a Gesù anche in questa domenica, per imparare  nuovamente la fiducia, la tenerezza e la semplicità. E se ascoltassimo i bambini e quello che spesso patiscono per le follie dei grandi, forse impareremmo anche che a volte ci si può riprendere, ci si può perdonare, si può ricominciare. 

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