sabato 6 ottobre 2018

Omelia 30 settembre 2018


Ventiseiesima domenica del T. O.

Nelle discoteche e nei locali alla moda  ci sono i privé, spazi riservati e spesso ben in vista, che consentono di garantire una zona esclusiva, invidiata dagli altri, dove inevitabilmente viene ad affermarsi una distanza tra chi occupa tale ambita delimitazione e il resto del mondo. Ebbene, anche i discepoli di Gesù oggi sono preoccupati di assicurarsi il loro privé. Hanno visto qualcuno che occupa posizioni non autorizzate e subito ne parlano con Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Qua, se tutti si mettono a far miracoli, il nostro privè non vale più niente, i tuoi diritti d’autore sono insidiati. C’è una tentazione che non riguarda solo i discepoli di ieri, ma anche quelli di oggi: chi sono questi immigrati che insidiano la nostra religione? Questi ci tolgono il crocifisso. Questo papa che apre a tutti, che non prende posizione neanche contro gli omossessuali e dice: "Chi sono io per giudicarli"… Dove vanno a finire la fede e la verità cristiana? E i divorziati, risposati e i conviventi che vengono a messa e qualche volta fanno anche la comunione? Dove andremo a finire! Poco importa che anche fuori delle nostre rotte ci sia una strada percorsa da Dio. Siamo come Giosue che quando scopre che due Israeliti si sono messi a fare i profeti, grida: Mosè, mio signore, impediscili! Mettiamo dei limiti! Gesù non sembra molto preoccupato per questa invasione di campo: i privè non gli piacciono granché e invita i suoi discepoli a ragionare in maniera diversa.

1.    Anzitutto afferma una logica di inclusione: chi non è contro di noi è per noi. Guarda il mondo con fiducia a partire dal più piccolo gesto di carità di cui un uomo è capace. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. La differenza sostanziale non è tra chi va a messa e chi non va a messa ma tra chi investe nell’amore e chi chiude il cuore. A volte trovo gente con qualche conto sospeso per quanto riguarda fede, perché ne dice di tutti i colori della chiesa ed è allergica al fumo delle candele. Ma la loro generosità non è venuta meno e magari assistono un anziano donandogli non solo il bicchiere d’acqua ma anche le loro giornate, il tempo libero, i loro risparmi. Non perderanno la ricompensa.

2.    Un secondo aspetto che Gesù mette in luce è l’attenzione ai piccoli. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Cosa sta dicendo Gesù? Sta dicendo: sta attento a quello che dici, a quello che fai, a come ti comporti, perché rischi di alimentare un cristianesimo poco cristiano e di distruggere la fede dei piccoli. Per loro diventi uno scandalo, un sasso su cui inciampano. Quando pensiamo agli scandali della chiesa, in questo tempo ci viene in mente la pedofilia del clero, fortemente combattuta da Papa Francesco e di cui abbondantemente parla la stampa. Certo, è un crimine e un peccato di cui noi preti ci vergogniamo. Ma mi chiedo se talvolta non ci siano altri scandali che non appar-tengano solo ai preti, bensì ad una testimonianza poco convincente di vita cristiana. I ragazzi di Casale sul Sile che hanno lanciato la campagna: per dialogare non serve bestemmiare, sono il segnale che forse qualche responsabilità scandalosa in questo senso ce l’abbiamo.

3.    E proprio per questo Gesù dice: Taglia! Se la tua mano, il tuo piede, il tuo occhio è motivo di scandalo …taglialo. Non si tratta di tagliare fuori gli altri, ma di tagliare quei modi di fare che alterano i contorni della fede. Abbiamo sentito poco fa il richiamo durissimo di Giacomo contro chi confida unicamente nella ricchezza e si arricchisce alle spalle dei poveri: Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. Pensate al caporalato al sud, a come sono sfruttati i ragazzi negli stage o nei contratti a chiamata; ma anche al reddito di cittadinanza in cui uno stato preferisce dare soldi piuttosto che opportunità di lavoro. Lo ha detto chiaramente anche Papa Francesco: “È il lavoro che conferisce la dignità all’uomo, non il denaro… Il lavoro crea dignità, i sussidi, quando non legati al preciso obiettivo di ridare lavoro e occupazione, creano dipendenza e deresponsabilizzano”. Taglia quello che tradisce la tua umanità, la tua verità e ritrova il vangelo anche nelle tue scelte.

I discepoli prima di vedere le minacce altrui, vedono quelle che si annidano nel proprio cuore e nei propri pensieri. E non hanno paura di qualche taglio se si tratta di salvaguardare la vita. È meglio entrare nella vita con un piede solo che saltare con due nella Geenna. Mettiti dalla parte della vita e cammina con fiducia con ogni uomo di buona volontà sulle strade di Dio.


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