lunedì 6 aprile 2015

Omelia pasqua 2015


Pasqua 2015

Ieri un giornalista mi chiama: «Ha sentito che cosa è capitato in Sicilia? Il Vescovo di Noto ha fatto la predica con le canzoni di Noemi e di Marco Mengoni. E lei domani ha qualcosa di strano?». Non gli ho dato molta retta ma nel pomeriggio ho avuto anch’io un’idea musicale perché c’è un gruppo il cui nome potrebbe dare il titolo al giorno di pasqua: Rolling Stones. Avete già capito perché! Pietre che rotolano. La pasqua è la festa di una pietra che è stata tolta da un’apertura liberando un varco inedito verso qualcosa che sembrava inaccessibile: la morte. E da quando questa pietra è stata rimossa altre pietre hanno iniziato a rotolare. Quale pietra ti pesa nel cuore? Quale macigno sembra fare da padrone nella tua vita? Il masso dell’illusione divenuta delusione, dello sconforto che annega i tuoi giorni, del rancore che si è trasformato in distanza e indifferenza anche dalle persone più care? Oggi Dio ti invita a percepire il brivido dei suoi Rolling Stones, delle sue pietre rotolanti. E ti invita a farlo come Maria di Magdala, come Pietro e come il discepolo amato.

1.    Maria di Magdala: raccogli una storia antica. Maria si reca al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio e, in quell’oscurità, vede che la pietra era stata tolta. Perché Maria si reca al sepolcro? Perché il cuore di una donna non trova facile consolazione: ripensa al cammino con Gesù, ripensa a quei momenti in cui l’ha visto morire in croce. Mentre i discepoli se n’erano andati lei era rimasta. Le pietre si muovono quando ritrovi un cammino antico in cui il Signore è stato tuo compagno di viaggio, quando torni a ricordare la sua parola e i momenti che hai trascorso con lui, forse anche quelle relazioni buone nelle quali un tempo ti ha custodito. Quelle relazioni che oggi hai interrotto e sulle quali non sei più disposto ad investire nonostante qualcuno bussi alla tua porta, nonostante qualcuno ti chieda perdono. Non lasciare che l’oscurità imprigioni la tua speranza: recati al sepolcro dove hai seppellito tuo fratello e come Maria di Magdala lascia che il Risorto ti sorprenda.

2.    Pietro: fai attenzione ai segni. Pietro Arriva dopo ma entra per primo. Pietro entra nella cavità sepolcrale e inizia a guardarsi attorno. Osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Pietro comincia a mettere insieme i pezzi, a capire che cosa fosse successo. Fosse stato trafugato il corpo di Gesù i ladri non lo avrebbero certo spogliato e non si sarebbero attardati a piegare il sudario. C’è qualcosa di nuovo che sfugge al controllo, alle previsioni. Ecco, le pietre si ribaltano quando cogli la novità di Dio. Un papà ieri mi confidava di aver ridimensionato molto i tempi del suo lavoro. E tutto per una richiesta di suo figlio: «Quand’è che non vai a lavorare e possiamo stare un po’ insieme?». E mi ha confessato: «Mi sono venuti i brividi quando ho sentito queste parole». Prova a osservare che cosa sta succedendo intorno a te e prova a raccogliere i segni con cui il Signore risorto sta liberandoti dai macigni che gravano sulla tua esistenza e forse anche su quella degli altri.

3.    Il discepolo amato: credi. Anche questo discepolo entra nel sepolcro. Ma non si limita a fare ricognizioni. Dice il vangelo che lui vide e credette. È l’esperienza della fede che smuove le pietre. Però quel verbo che viene adoperato non ha una forma perentoria. Potremmo tradurre con: incominciò a credere. Questo spiega anche il versetto successivo: non avevano ancora compreso le scritture che egli cioè doveva risorgere dai morti. Ci sarà da aspettare ancora un po’ prima di vedere il Signore ma intanto Giovanni inizia a fidarsi, a percorrere una strada che ormai è stata aperta, anche se i risultati non sono visibili. Provate a pensare a quello che è successo in Kenya, a quei 142 studenti cristiani massacrati dagli shaabab islamisti. Fatti come questi ti fanno pensare che la pietra sia ancora ben ferma, al suo posto. Eppure nelle testimonianze appare la professione di fede di questi ragazzi che morendo dicono. «Gesù, ti prego, salvaci». Il discepolo amato ci dice: Credi, credi anche quando ti sembra impossibile, credi anche quando logiche molto più boriose e tracotanti sembrano avere la meglio sul mondo. Senti il fremito della roccia che si muove e attendi con fiducia l’imprevedibile di Dio.

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