domenica 4 dicembre 2011

Omelia 4 dicembre 2011

Seconda domenica di Avvento

Fragile, isolata, ostaggio dei mercati, è la fotografia dell’Italia in crisi. Cresce la povertà, domina la finanza,s’indebolisce la politica,i giovani sono sempre più penalizzati e cercano lavoro. Non serviva il 45.mo rapporto del Censis sulla situazione del nostro Paese per dirci come vanno le cose. Ce ne rendiamo ben conto tanto che i telegiornali suonano quasi come una minaccia per il nostro equilibrio. C’è una parola che particolarmente ci inquieta: fine. Fine dello sviluppo, fine della prosperità, fine del governo tecnico, fine dell’euro. In queste fini vediamo un po’ la nostra fine e per questo preferiamo cambiare canale.
Forse dunque è salutare quello che abbiamo ascoltato poco fa: inizio. Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio. Se tutto intorno a noi proclama un epilogo, Dio non si lascia travolgere dai funesti presagi e rilancia nei suoi cominciamenti. Di che inizio si tratta, come avviene?

1.    Inizio del Vangelo. Non si tratta di ripristinare gli scenari perduti, ma di ritrovare una buona notizia. E la bella notizia è lui, Gesù, il Figlio di Dio, la sua parola, le sue indicazioni, il suo modo di vedere le cose. Se troviamo lui allora gli inizi riprendono. Il medesimo rapporto Censis segnala ad esempio che, pur nel disorientamento e nella fatica, il 65% degli italiani ritiene la famiglia un valore importante, il 50% indica tra gli obiettivi da raggiungere la riduzione delle diseguaglianze, mentre il 55% ritiene necessario perseguire moralità, onestà e rispetto per gli altri. Forse abbiamo compreso che è finito il tempo delle furberie, che chi evade le tasse impoverisce gli altri, che la famiglia è una risorsa da proteggere e non da disperdere o da colpire. Abbiamo compreso anche il valore della solidarietà se sei Italiani su dieci sono disposti «a sacrificare in tutto o in parte il proprio tornaconto personale per l’interesse generale del Paese». Ecco il vangelo che diventa inizio, parola che si fa storia. Perché questi valori che stiamo riscoprendo hanno alla base un’idea di bene comune che dal vangelo ha preso forma e ha disegnato gli scenari del nostro paese e la convivenza dei suoi abitanti, almeno finché altre logiche di profitto e di utilitarismo non l’hanno estromessa. Nel deserto in cui siamo finiti forse riusciamo a intravedere la via per la quale ritornare.

2.    Gli inizi sono segnati da una voce. Voce di uno che grida. Gli inizi divengono tali se c’è una voce che li indica con coraggio. Ma il segnale che quella voce indica gli inizi è il fatto che gridi nel deserto, in una zona inospitale. Di voci che gridano ce ne sono tante. Ma alcune si guardano bene dal farlo nel deserto. Chi ti sta ad ascoltare? Pensate all’informazione, al modo con cui alza i toni, con speakers del TG che gridano le notizie incalzate da un musica ritmica che fa di tutto per catturare l’attenzione. Quali notizie vengono date? A quali esigenze rispondono? In ogni caso bisogna fare i conti l’auditel che premia e boccia giornalisti e testate. Mentre ero in macchina e seguivo una trasmissione radiofonica si parlava di Aids. Il 1° dicembre era la giornata di sensibilizzazione. Ebbene, a fronte di tante polemiche l’unico giornale che ha messo la notizia in prima pagina è stato Avvenire. Perché? Perché questa notizia non fa vendere, specie se si ricorda che di Aids ancora si muore e che un nuovo contagio si verifica ogni due ore, tremila casi all’anno. Ma come? Ci eravamo illusi che si potesse curare e invece constatiamo che non sempre è possibile. Ci avevano detto che era questioni di preservativi che la chiesa oscurantista vieta di adoperare. Peccato che il contagio si diffonda in gran parte tra chi la protezione non la vuole proprio e non certo perché così stabilisce la chiesa. Allora forse la questione riguarda il senso della sessualità e la sua custodia, riguardi la disinvoltura delle relazioni, riguardi il rispetto di tua moglie quando sei stato con un’altra. E non solo il rispetto per il possibile contagio ma anche per la sua dignità che forse è anche la tua. Ecco, questi discorsi qualora li pubblichiamo, li mettiamo a pagina 20 perché implicano un’idea di sessualità che non è più di moda e che se ti permetti di affermare sei tagliato fuori. Ecco la voce che grida nel deserto. Gli inizi veri sono quelli che non indicano scorciatoie ma strade dove l’uomo viene custodito e non mercanteggiato.

3.    E infine gli inizi sono affidati a qualcuno di più forte. Io vi ho battezzato con acqua, - dice Giovanni - ma egli vi battezzerà in Spirito Santo. Tu inizi se lasci che inizi lui. Il Signore, il suo Spirito. Questo tempo di avvento è l’occasione per lasciarlo iniziare di nuovo. È uscito nei mesi scorsi un libro di Walter Nudo, l’attore di numerose fiction televisive. Nel suo passato c'è una vita da ribelle: la fuga dal servizio militare, il mestiere di spogliarellista negli Stati Uniti, l'esperienza del carcere, il successo grazie al Maurizio Costanzo Show, la frequentazione del mondo dorato e superficiale dello spettacolo. E poi un forte crollo psicologico e morale, una grave crisi economica che lo ha costretto a toccare il fondo, una dolorosa separazione dalla compagna e dai figli fino all’incontro con Dio, sintetizzato in un atteggiamento che è il titolo del libro: Ho alzato lo sguardo. Ecco qua l’inizio, quando alzi lo sguardo verso di lui e da lui ti lasci cambiare. E non serve scrivere un libro: scrivilo in un atteggiamento che affidi al Signore perché da quell’atteggiamento lui ricominci. Inizio del vangelo di Gesù e inizio tuo.

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