Venticinquesima
domenica del T. O.
Giovani e ricchi. È un programma mandato in onda lunedì
sera da Rai 2 in cui quattro rampolli dell’alta società hanno mostrato a chi fa
fatica ad uscire per mangiare la pizza come si vive nel lusso sfrenato. E così
si vede una protagonista che mostra un guardaroba grande come un monolocale in
cui ha sistemato duecentocinquanta paia di scarpe e a una miriade di vestiti di
cui una buona parte ancora con l’etichetta e il cartellino del prezzo. Per la
cagnolina Tiffany il personal chef prepara un filettino con broccoli. Del resto
è un animaletto un po’ viziato. Giò invece ama le auto di lusso e gli oggetti d’oro al punto da far
dorare la sua Bentley, un bolide seimila di cilindrata: «Mi è sempre piaciuto
stare al centro dell’attenzione». Ecco, in televisione appare di tutto, ma ciò
che sconcerta e che quel programma a notte fonda sia stato seguito da quasi un
milione di persone. Italiani inebetiti che pagano il canone per raccogliere il
distillato di demenza dei protagonisti del programma e di chi l’ha messo in
onda. Fa’ attenzione al sovvertimento
della vita e dei suoi valori perché rischi di essere prigioniero di una grande
menzogna. L’inganno della ricchezza. Gesù oggi sembra indicarci un’altra strada
e l’amministratore scaltro ci insegna a individuarla.
1. Gesù non sceglie a caso questa figura. Un amministratore.
La vita funziona così: veniamo al mondo nudi e così ce ne andiamo, senza
portare niente con noi. Quello che possediamo nella vita è solo amministrazione
di un patrimonio che ci è affidato. A volte però le cose vanno diversamente e
stabiliamo una serie di coincidenze tra ciò che siamo e ciò che abbiamo. Ci
pare di valere perché abbiamo costruito una piccola fortuna personale o
famigliare e ci pare che gli altri valgano per quello che possiedono, tant’è
che diciamo: quello che ha il Porche, quello che ha la fabbrica, quello che ha
la casa. Sotterraneamente passa un’idea: sei quello che hai! Come canta Fedez: L'iphone ha preso il posto di una parte del
corpo e infatti si fa gara a chi ce l'ha più grosso. A volte questa
sovrapposizione diventa così stringente da ossessionarci. E non sono solo i
ragazzi con la felpa, le scarpe o il telefono, ma anche noi adulti. Tanto che
se vai via con gli amici mica puoi avere una bici qualsiasi. Te ne serve una da
seimila euro e allora sei qualcuno e gli altri ti guardano con rispetto. Cose
che ci fanno sorridere, ma che qualche volta generano confusioni e
sovvertimenti del senso della vita, negli adulti e nei ragazzi.
2. Altro aspetto che l’amministratore scaltro ci ricorda è
che l’amministrazione ad un certo punto finisce. E qualcuno te ne domanda
conto. Guarda che non sei eterno e che quello che possiedi lo lasci qua. E
guarda che le tue scelte non sono prive di conseguenze. Nella prima lettura
Amos denuncia l’ingiustizia di chi mette il Dio denaro sopra ogni rapporto e vende il povero per un paio di sandali.
A volte non abbiamo venduto il povero, ma la dignità, i valori che reggono
l’esistenza, pensando che fosse unicamente il denaro a darci futuro.
Nascondendoci dentro o dietro la crisi, ci siamo dimenticati di investire
altrove, di distinguere ciò che passa da ciò che resta. E senza questo sforzo
il denaro è diventato padrone: Non potete
servire Dio e la ricchezza. In questi giorni, una donna, vedova, mi
raccontava la difficile decisione che ha preso all’indomani della morte del
marito. Quella di vivere con la sola reversibilità perché per lei era
importante continuare a stare accanto a dei figli ancora troppo piccoli perché
oltre alla perdita del padre ci fosse l’assenza della madre. Una scelta costosa
dal punto di vista economico, ma che sposta il quadro interpretativo
dell’esistenza e fa capire che ciò che vale non è solo quello che sottoponi al
commercialista. Quando te ne andrai che cosa ricorderanno i tuoi figli di te?
Che cosa ricorderà chi ti ha conosciuto?
3. L’amministratore quando comprende che il tempo è in
scadenza, chiama i debitori del padrone e modifica a loro favore i libri
contabili. Prendi la tua ricevuta e
scrivi cinquanta. È l’unico modo per trovare un’accoglienza in futuro.
Conclude Gesù: «Guadagnatevi amici con la
disonesta ricchezza, perché vi accolgano nelle dimore eterne». Ecco il
punto¨ procurarsi amici che aprano le porte del cielo. Le porte del cielo si
aprono per coloro che hanno trovato chiuse le porte della terra. Sono loro
l’investimento da attivare. La porta santa della tua vita è un povero che hai
aiutato, un profugo cui hai teso la mano, un malato che non hai dimenticato.
Questi sono gli amici veri che sorreggono la vita, non quelli che ti circondano
quando paghi da bere.
Quale vita accendi? Quale programma continui
a vedere? Sta attento a quello che passa nella TV del mondo, perché non si
tratta di assistere a una trasmissione ma di tenere in piedi la vita. Oggi e
quando qualcuno te ne chiede il conto.
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