domenica 28 dicembre 2014

Omelia 28 dicembre 2014


S. Famiglia

Un veliero è una nave a tre alberi con le vele di diversa forma, disposte in modo tale da catturare tutti i venti, quelli più impetuosi e possenti, ma anche quelli leggeri, capaci di sostenere la navigazione quando c’è bonaccia. A volte alcuni venti sono pericolosi, allora alcune vele vengono ammainate per issarne delle altre. La famiglia è questo veliero e i tre alberi sono le tre generazioni che la compongono. Ogni generazione ha una funzione importante che il vangelo di oggi ci aiuta a riscoprire. Gesù infatti è portato da Maria e Giuseppe al tempio di Gerusalemme per la presentazione dei primogeniti e in quella cornice avviene un incontro di tre generazioni.

1.    Anzitutto gli adulti, rappresentati da Maria e Giuseppe. Sono l’albero maestro, quello che ospita più vele e che dunque raccoglie la forza maggiore del vento. Ecco il ruolo dell’adulto nella famiglia: catturare energia, garantire lunghe percorrenze, assicurare la regolarità della navigazione. Questo è possibile se non ti limiti a venticelli di passaggio ma segui le rotte più esposte alle grandi correnti. Pensate al gesto di Maria e Giuseppe che portano il bambino al tempio: sono il segno di chi cerca il vento di Dio e si lascia condurre. A volte c’è il rischio di pensare alla vita come ad una imbarcazione da diporto: escursioni sotto costa. E perdiamo il fascino del grande viaggio. Adulti e ragazzi. Anzi, è come se la logica dei secondi vincesse sui primi generando una regressione adolescenziale generalizzata. Pensate alla moda lanciata quest’estate: madre e figlia vestite uguali. E così il mondo degli adulti non rappresenta più per l'adolescente quell'approdo in cui trovare nuove sicurezze, quel modello di relazione che pure dovrebbe essere. E così il mondo degli adulti non rappresenta più per l'adolescente quell'approdo in cui trovare nuove sicurezze, prospettiva. Quello che drammaticamente accade è l'incontro con l'inconsistenza esistenziale dell'adulto, dimentico che per far crescere un figlio deve preoccuparsi non solo del mantenimento o della scuola, ma delle domande che reggono la vita: perché sono venuto al mondo? Ecco l’albero maestro che dà stabilità alla famiglia.

2.    Poi c’è il bambino. È l’albero di trinchetto, quello che sta vicino alla prua della nave. È la vela che per prima fiuta il vento e lo cattura. I bambini nella famiglia ci sono proprio per questo: per guardare la vita in avanti, per non rinchiuderla tra presente e passato e aprirla al futuro. Nella nostra comunità il numero dei battezzati supera di una dozzina quello dei decessi. E questo è un bel segno in un’Italia che, per denatalità, si colloca ai primi posti della classifica mondiale. Ma non si tratta solo della decisione di mettere al mondo un figlio, si tratta anche di garantirne la crescita solida. A quali venti lo esponi? La nave famigliare si lascia  condurre da correnti spesso insidiose, come quella che riempie la vita e l’appartamento di giochi supertecnologici e iperstimolanti. Guardate Maria e Giuseppe che presentano due tortore al tempio: è l’offerta dei poveri. Poveri di risorse ma non di amore, di creatività, di fantasia. Così un bambino: lascia che possa giocare come un bambino, con lo scatolone del panettone e non farne un adulto bonsai!

3.    E infine gli anziani. Sono l’albero di poppa, le cui vele danno orientamento alla nave. Simeone e Anna, due anziani di Israele mettono la famiglia di Maria, Giuseppe e Gesù in relazione ad una storia più grande fatta di un popolo, di una tradizione, ma anche di una novità da riconoscere e salutare. I miei occhi hanno visto la tua salvezza. Ecco il senso degli anziani nella famiglia: è quello di ricordare il passato ma di non bloccarsi al passato, riconoscendo l’oggi di Dio. E quell’oggi domanda pazienza, apertura del cuore, comprensione. A volte anche la capacità di fare un passo indietro. I nonni sono una riserva di saggezza nella famiglia e ne vediamo la preziosità anche per il sostegno concreto che danno. Ma i nonni devono rimanere tali. In primo luogo con i loro figli, anche quando hanno fatto scelte che non condividono. In secondo luogo con i nipoti non accettando di sostituire padri e madri. Dare la vita non è solo generare: è mettere al mondo. E questo è il compito del genitore.

Ecco i tre alberi del veliero famigliare: adulti responsabili e solidi, bambini che possano vivere e farci scoprire la freschezza della vita, anziani che sappiano orientare senza imprigionare. Cresce la famiglia di Dio e cresce la famiglia degli uomini.

 

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