Ventiduesima domenica del T.O.
Tu mi sei di scandalo. Skandalon in greco, indica il sasso,
quello insidioso che ti fa inciampare. Pietro, definito pochi versetti prima
come la roccia, viene paragonato a una pietra scivolosa sulla quale le
convinzioni precedenti non stanno più in piedi. È la nostra vita: momenti in
cui siamo rocce e momenti in cui siamo sassi pericolosi, per noi e per gli
altri.
Quando diventiamo ciottoli
ingannevoli? Gesù ce lo fa capire: Perché
non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini. Ecco, l’instabilità della vita
dipende dai pensieri che coltivi, da quello che ti orienta nel cammino. Segui strade
terrene o strade fatte di cielo? Abbiamo sentito in questi giorni di quella
bambina americana di nove anni che al poligono dove stava sparando con una
mitraglietta, per sbaglio, uccide il suo istruttore. Cosa porta dei genitori a
fare una scelta così sconsiderata? Che cosa metti in mano a tuo figlio? Magari
non sarà la mitraglietta Uzi, ma ci sono anche altre armi. Mi fa pensare ad
esempio una trasmissione di MTV dove vari adolescenti americani presentano la
propria casa. Abitazioni enormi e lussuosissime dove la felicità sembra data
dalle infinite risorse del conto di tuo padre. Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Gesù rimette Pietro
sulla strada del discepolo: Va’ dietro di
me. Qual è il cammino che Gesù indica per tornare ad essere roccia?
1. Se qualcuno vuole venire dietro a me.
In questa espressione troviamo un’ipotesi e un appello alla volontà. Diventare
discepoli non è scontato: domanda una decisione che va interiormente chiarita,
motivata, assunta. Ci sono altri modelli in agguato che rischiano di essere
omologati e omologanti. Tu chi sei? Chi vuoi seguire? Non conformatevi a questo mondo. Venerdì sera ero a cena in casa di
due amici medici. Ad un certo punto arriva la telefonata di un decesso e la
moglie, medico di base, parte per fare la constatazione. Fuori servizio, avrebbe
potuto far intervenire la guardia medica, ma lei dice: «Loro conoscono me». E
poi torna e racconta che è stata con i familiari e ha detto pure le preghiere. Mentre
era assente, il marito mi racconta che il giorno prima aveva caricato in
macchina un bambino africano con la mamma e lo aveva portato dallo specialista.
«Lei è così». Ecco: chi segui? I codici di procedura? Le ricette in bianco e in
rosso che vengono cambiate? O un pezzo di vangelo che il Signore ti affida anche
quando sei medico? Se qualcuno vuole
venire dietro a me…
2. Rinneghi se stesso. Rinnegare
non vuol dire mortificare quello che di bello e di buono c’è nell’uomo. Vuol
dire aderire a un percorso più grande di quello che sei. Rinnega la pretesa di
essere tu stesso il centro dell’universo, la chiave di misura e di valutazione
di tutto. Lascia spazio a Dio perché l’onnipotente è lui. Pensate alle volte in
cui diciamo: “Ho fatto” con la sensazione di essere qualcuno. Descriviamo la
nostra giornata all’insegna di quel che abbiamo combinato e ci pare che le
nostre opere equivalgano al nostro valore. È una tentazione dell’homo faber. Ma anche l’homo ludens non è da meno: divertimento,
piacere, evasione e se non riesco a garantire questi spazi mi sento frustrato.
Allora piazzi i figli ai nonni perché le tue vacanze non devono subire il loro
stress. Rinnega questa logica, dice Gesù. Trova una visione composita della
vita. Non sei solo quello che fai, non sei solo il tuo divertimento. Sei quello
che vali, la tua profondità, la tua capacità di incontro, la tua fede. Prova a
vedere che succede se liberi anche queste risorse.
3. Prenda la sua croce e mi segua.
Questa immagine che non ci va molto a genio non dice tanto la sofferenza, i
patimenti fisici. Il cristiano non li cerca e non li raccomanda. Perché Gesù muore
in croce? Per amore. Prendere la croce
vuol dire: se vivi un’esistenza nell’amore e nel dono niente e nessuno te la
può togliere, anche se tenteranno di convincerti del contrario. Gesù dice
queste cose prima della sua morte, ma i suoi ascoltatori conoscevano bene il
cammino dei condannati che salivano l’erta del Calvario portando il patibolum sulle spalle. E sapevano anche
che la gente li derideva e li insultava: «Sei uno che ha fallito, uno che ha
sbagliato tutto e paghi le conseguenze della tua esistenza sconsiderata». È quello
che avvertono i cristiani di Mosul che vengono allontanati e perseguitati con
una “N” di nazareno dipinta sulle loro abitazioni. Un marchio infamante per i
loro aguzzini che inneggiano ad una religione di sopraffazione, di eliminazione,
di terrore. Prendere la croce vuol dire: questo modo di impostare la vita non
vincerà. Perché ha dimenticato l’amore. E siccome l’amore è l’anima della vita,
se perdi l’amore hai perso tutto. Pensate alle eredità: talvolta un genitore
opera alcune scelte preferenziali oltre la legittima. Perché un figlio è più in
difficoltà, perché ci sono esigenze diverse. E subito monta la gelosia perché sembra
di essere defraudati. Chi vuole salvare
la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la
troverà. Trovi solo quello che hai donato. E nel dono trovi la parte
migliore di te.
Ecco,
la roccia e il sasso. Secondo Dio o secondo gli uomini? Il rischio di Pietro è
sempre in agguato, ma Gesù non si dà per vinto: sostiene l’apostolo, sostiene
anche noi.
Nessun commento:
Posta un commento