sabato 4 aprile 2020

Celebrazione mariana di Venerdì 3 aprile 2020


Con Maria, presso la croce. 
Momento di preghiera al Santuario della Crocetta
per prepararci alla Settimana Santa

In quell’ora. Il tema dell’ora accompagna tutto il vangelo di Giovanni e ci porta di fronte alla croce di Gesù. È la sua ora ed è la nostra ora. Perché la croce ha raggiunto anche la nostra vita. Con la sofferenza che porta con sé, il disorientamento, ma anche la speranza, perché la croce è anche un crocevia ad indicarci le vie di Dio.

E nella croce che cosa si fa? Un verbo solo coniuga gli atteggiamenti di chi è raggiunto dalla croce: stavano. Stavano presso la croce. Stare. Stai a casa. Anche questa è una croce.

Ma in questo stare c’è l’affermazione di una relazione. Una madre, un discepolo che diviene figlio, delle sorelle.

Il male, l’oscurità, la sofferenza per quanto minacciosi non riescono a cancellare le relazioni. sono terra santa, terra di Dio. E forse in questo periodo noi siamo ritornati a misurarci in maniera diversa con i genitori, con i figli, con i fratelli, con il partner. Ci siamo misurati con verità, perché quando si vive insieme senza vie di fuga emergono anche le pesantezze, le contraddizioni, i limiti di ciascuno. La croce ci smaschera dalle nostre ipocrisie.

Però ci siamo resi conto anche della sofferenza di quando insieme non si sta, per tutti i volti che non vediamo, i sorrisi che non ci raggiungono, i baci, le carezze e gli abbracci che non possiamo scambiarci. Nonni tecnologicamente avanzati che frequentano skype: Fame vedare el me ceo.

Le relazioni sono importanti e Maria è mastra di relazioni. Il figlio ce la consegna perché in lei possiamo riconoscere una maternità che sempre ci genera, ci accompagna, ci sostiene. E continua a farlo sotto la croce, qui in modo particolare, in questo santuario in cui la Vergine appare con la croce e la conficca al suolo perché ci ricordiamo di lei e di suo figlio. Siamo qui, Maria, con te, stasera. Siamo presso la croce che ci hai lasciato in dono.

E come Madre, Maria continua a darci appuntamento come nel 1420, a Pietro Tagliamento, ungaro, a questo mandriano mercante che giungendo forse dall’Europa dell’est vive una singolare esperienza di incontro tra cielo e terra. Perché Maria è così: cielo che si apre sulla terra, per tutti i suoi figli.

Quale messaggio?

-      Anzitutto non temere. Godego nel 1400 è un’estensione di boschi popolati come ci dicono alcune cronache di allora da lupi e da banditi. C’era di che aver paura. Ma la Vergine rassicura: non temere. Parole divine, ripetute 366 volte nella bibbia, una volto al giorno per tutto l’anno, compreso l’anno bisestile, compreso anche quest’anno. Le stesse parole che l’angelo ha detto a Maria, Maria le dice a noi. Non temere, il Signore è con te. Lasciatevi accarezzare questa sera da questa persuasione. Anche se patisci, anche se non vedi oltre la notte, anche se la vita ti strappa quello che hai di più caro. Non temere. Il Signore è con te. Non domani, non in un incerto futuro. Indicativo presente. È con te oggi. Qui. Maria è la garanzia di Dio, la mano tenera di una madre e di una donna perché tu ti accorga della mano sua, forte e protettiva. Non temere.

-      E poi quella rassicurazione che guarda avanti. Troverai. Qui sì c’è il futuro, perché Dio non allestisce musei ma apre sogni. Pietro sa che troverà la sua mandria. Maria a noi lancia la sfida di nuove ricerche e di nuove scoperte. Cosa troverai in questo tempo? Verso dove ti sta spingendo il Signore? Cosa troveremo, dopo questi giorni? Forse proprio quello che questi giorni ci hanno insegnato. Alcuni autori greci dicono, quasi fosse un proverbio, ripetono: Ta pathémata mathémata”, le sofferenze insegnano. Dobbiamo trovare degli insegnamenti. Che la vita è preziosa, che non può essere sprecata, che la riconciliazione vale più delle nostre ragioni, che il mondo non coincide con i brevi confini che garantiscono il benessere ma siamo interconnessi… Troverai…

-       Infine quell’invito: vai dal sacerdote e dal popolo godigese. Come se Maria, che pure si prende tutte le libertà di apparire, poi ci desse appuntamento nello spazio di una comunità cristiana. Sotto la croce, nasce la chiesa. Questo tempo ci sta facendo sentire quanto preziosi siano i legami comunitari. Rispetto a quell’idea, un po’ new age, che colloca Dio dappertutto e da nessuna parte. No, Maria ci ricorda che Dio mette dimora in uno spazio comunionale: nella tua famiglia, certo, ma anche in questa famiglia più grande che è la parrocchia, ogni nostra parrocchia. Sono molti messaggi che arrivano in questi giorni, come quello di un ragazzo che ha chiesto di essere ospitato in canonica perché, quando riapriremo lui intende stare in oratorio, dalla mattina alla sera. Non vediamo l’ora. Anche noi preti. Ma sentiamo che la comunione c’è anche in questo tempo di distanze. E forse, com’è capitato per piazza san Pietro venerdì scorso, capita anche per le nostre comunità. Mai sono state cosi vuote e così piene. Mai abbiamo colto così profondamente questo legame. Forse perché anche una Madre lo custodisce.


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