lunedì 2 gennaio 2017

Omelia funerale Giovanna Milani


Giovannina Milani in Peron (2 gen. 2017)

Pr 31 – Gv  14,1-6

Una donna forte, chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. Giovanna era proprio così, una donna forte, di biblica memoria, di quelle che ci sono sempre e sulle quali puoi contare. Una donna che teneva in mano una famiglia e faceva del mondo la sua famiglia, una donna che reggeva un numero straordinario di contatti senza aver bisogno dei social, una donna che amava questa sua comunità e per essa si spendeva senza risparmio. Ogni tanto il Signore ci presta qualche donna così. Ma poi torna a prendersele, perché sono sue. E se le tiene accanto, vicine a Maria sua Madre, vicine alle donne che lo seguivano e lo assistevano, vicine alle donne del giorno di pasqua che hanno annunciato la risurrezione. Giovanna ci ha lasciato improvvisamente, ma solo perché il Signore aveva fretta di averla con sé. lo vado a prepararvi un posto; – ci ha assicurato Gesù -  quando sarò andato, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. Giovanna non aveva paura della morte. Non sapete né il giorno né l’ora, soleva ripetere. E quando qualcuno a casa non faceva le cose per bene, lei diceva: «Dai, impara, varda che mi no sto mia qua par sempre!». E proprio perché sapeva che il “per sempre” era solo di Dio, lei camminava spedita su strade fatte di cielo, su strade di Gesù. Io sono la via, la verità e la vita.

1.    Le strade di Giovanna erano innanzitutto quelle dell’incontro e della relazione con Dio. Il Signore non è solo la destinazione della vita: è il compagno di viaggio, colui che è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Giovanna era una che voleva bene al Signore e che pregava. Una preghiera semplice e quotidiana, sostenuta da una grande fiducia in Dio e nel suo amore. Fiducia che aveva e che infondeva. No sta preoccuparte. Ghe ze el Signor. E a Madonna. E quell’invito valeva per tutto: malattie, interrogazioni a scuola, inconvenienti della vita, momenti di tensione. Giovanna accendeva una candela e in quella fiamma brillava la certezza di chi non si sentiva solo, di chi poteva contare su un Dio vicino e attento ai suoi figli. Non un idea o una sensazione, ma una reale presenza tanto che, nel caso in cui Giovanna avesse dovuto accompagnare qualcuno nel giro della comunione, lavava la macchina e diceva: «Ga da montare el Signor!». A volte ci dimentichiamo che Dio è proprio così: con noi. più intimo a noi di quanto noi non lo siamo a noi stessi. Come questo tempo natalizio ci vorrebbe far capire.

2.    Altre strade fatte di cielo che Giovanna percorreva erano quelle del consiglio. Di esperienza di vita ne aveva accumulata parecchia, fin da quando, morta la mamma quand’era ancora giovane, Giovanna era diventata riferimento per i suoi fratelli e il papà. Lei c’era. Era capace di ascolto, di comprensione, di orientamento. Indicava le scelte opportune, con equilibrio e saggezza. Soprattutto suggeriva strade di riconciliazione e di pace, superando la logica della ripartizione dei torti e delle ragioni e cercando nella concordia il bene più grande. Saper consigliare. Superare le chiacchiere, le impressioni, le reazioni istintive. Vedere il bene anche quando si nasconde e domanda la fatica della ricerca. Continuare a stimarsi, a dialogare, a perdonarsi. In questi atteggiamenti, ben diversi da quelli che oggi comunemente regnano, c’è la mano di Dio, il suo stile. E quando sulla terra c’è qualcuno che ci indica queste strade vuol dire che Dio non si è stancato di dirci chi siamo. Vuole restituirci a noi stessi, a quanto di più bello possiamo liberare.

3.    Infine Giovanna era donna del servizio e della generosità del cuore. Giovanna podarissito… Sì. Formatasi alla scuola di S. Francesco e membro del Terz’Ordine Francescano, a Giovanna non interessavano le ricchezze terrene. Premeva far della sua vita un dono. In primo luogo alla sua famiglia dove tutti potevano trovare un posto a tavola e un posto nel cuore. Marito, figli, nipoti, fratelli, sorelle. E rispettive famiglie. E c’era spesso un pacchettino da portare con sé: «Ciapa, porta casa». Ma Giovanna era parte viva anche di questa famiglia parrocchiale e il servizio che prestava non era fatto di bei discorsi, ma di scope, stracci e spazzettoni con cui riordinava periodicamente questa chiesa e, ogni venerdì, il santuario della Crocetta. Giovanna ci ricorda il valore della comunità e della partecipazione e, se se ne è andata in questa settimana in cui proprio il suo gruppo era di turno, forse è per dirci ancora una volta: «Impara anca ti. Mi no so qua par sempre». Ogni gesto, anche il più semplice può essere prezioso. Costruisce comunione e regala gioia.



Giovanna ci lascia in questi giorni natalizi. Lo stesso giorno in cui si è sposata, 57 anni fa, in questa stessa chiesa. Ma sempre di nozze si tratta. Il Natale è la festa di un Dio che scende sulla terra stringerci a sé. Non sia turbato il vostro cuore. Giovanna è nell’abbraccio di Dio: alla sua misericordia la affidiamo, alla speranza dell’eterno consegniamo anche la nostra vita. Il Signore non ci perde.


Nessun commento:

Posta un commento