Battesimo del Signore 2017
Il
primo giorno dell’anno, nonostante il freddo, è stato accompagnato da alcuni
tuffi divenuti ormai famosi: nel Lago di Como, nel Tevere, a Crotone… Un modo
per sfidare questa stagione e per dire che non temiamo di immergerci nell’anno
che sta di fronte a noi. Anche Gesù oggi si immerge. Battesimo vuol dire
proprio questo: immersione. La festa
che chiude il tempo natalizio ci ricorda che il Figlio di Dio è divenuto
realmente partecipe della nostra vicenda umana, facendoci capire che i flutti
tumultuosi della storia non gli impediscono di starci vicino. Di che immersione
si tratta?
1. È
un’immersione che crea anzitutto sconcerto: Gesù in fila con i peccatori. È
Giovanni Battista a dar voce a questo imbarazzo, quando dice: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato
da te, e tu vieni da me?». Giovanni poneva il suo gesto battesimale per
affermare l’esigenza di una purificazione interiore, per ritrovare il legame
con una storia di salvezza che il fiume raccontava. Gesù non ha bisogno di
essere liberato dal male: è lui la salvezza di Israele. Ebbene, perché vuole
immergersi nelle acque del Giordano? «Lascia
fare per ora, - dice Gesù - perché
conviene che adempiamo ogni giustizia». La giustizia è il modo di fare di Dio, quello che per lui è giusto. E
giusto per Dio è anzitutto stabilire vicinanza. Dio non aspetta che ti liberi
dal tuo male per esserti accanto. Ti è vicino ugualmente. A volte noi riteniamo
che la condizione di oscurità nella quale viviamo sia estranea al Signore e ci
teniamo a debita distanza pensando che lui sia abbastanza indifferente da
trascurare quello che stiamo facendo o indignato da non volerci nemmeno vedere.
Invece Dio scende nell’abisso che ci appartiene per aiutarci a trovare con lui
una via d’uscita. A Guadalajara in Messico, dove c’è anche il nostro p.
Francisco, sta facendo parlare di sé un certo Salvador
Íñiguez, un infermiere che di giorno lavora in geriatria, di sera frequenta
tossici e prostitute: «Quanto prendi, sorellina? Così poco? Nessuno ti ha detto
che vali tutto il sangue di Cristo?». Quanto vali? Gesù vuole fartelo
capire. Quando ti perdi bevendo e ti lasci prendere dalla violenza. Quando al
lavoro dai il peggio di te. Quando tradisci l’amore con rapporti clandestini o
mercenari. Tu vali la discesa di Gesù, la sua immersione nelle acque limacciose
della tua vita.
2. È
un’immersione che dischiude i cieli. Appena
battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli. Gesù
si immerge per dirci che siamo fatti di cielo. Oggi è la giornata di
sensibilizzazione per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. A
volte nascono varie perplessità rispetto a quest’ora di lezione che viene vista
come un’ingerenza sulla laicità della scuola e sulla libertà dell’individuo. Ma
ingerenza sarebbe se qualcuno ti volesse convertire. L’ora di religione invece
vuole aiutare un ragazzo che cresce a misurarsi anche con il fenomeno
religioso. A vedere se ci sono altre ragioni per stare in questo mondo diverse
da quelle che indica la scienza o la filosofia. In secondo luogo la religione,
se anche non ti appartiene, appartiene a un popolo e a una storia di cui sei
parte. Non è il caso di capire che cosa hanno a cuore i credenti? A capire come
si muovono, che cosa si nasconde nella loro arte e nelle loro convinzioni?
Tutte le volte in cui qualcuno ha preteso di chiudere il cielo, la terra è
esplosa. Mi viene in mente un malato che ho visto in questi giorni. Ormai era
parecchio affaticato. È entrato il medico e ha detto al personale: A nessuno è venuto in mente di mettergli
l’ossigeno? Guardati da chi ti oscura l’assoluto, le regioni del mistero,
anche se si presenta come paladino della libertà. Non ti sta liberando: ti sta
soffocando. Ossigeno.
Infine l’immersione di Gesù
ci ricorda che siamo figli. E figli amati. Questi
è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Parole
dette a Gesù e parole detta a ciascuno di noi. Parole che ci fanno capire che
ciò che decide della nostra vita è una relazione. Non la professione, non la
posizione, ma i legami che riusciamo a stabilire. L’esserci per qualcuno. Non
so se avete mai letto il libro scritto da Tonina, la madre di Pantani. Titolo
significativo: Era mio figlio. Puoi
essere vittima di una macchina infernale che crea fenomeni per poi stritolarli.
Ma una madre sa essere sempre tale, anche quando non ci sei più sa custodire la
parte migliore di te. Dio è così. Continua in ogni momento a dire: sei il figlio che amo. Continua a
ospitarti nella sua famiglia divina, senza che neanche il gesto più
sconsiderato che puoi fare, quello di rifiutarlo, possa alterare il suo amore.
Un padre resterà sempre tale, anche se il figlio non lo vuole.
Ecco, Dio si tuffa in questo
amore. In queste acque ti dà appuntamento. Acque a volte tumultuose, ma acque
sempre in grado di custodire la sua presenza e la sua sorpresa.
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