domenica 17 gennaio 2021

Omelia domenica 17 gennaio 2021

 

Seconda domenica del T. O.

Un leader si presenta sulla scena politica, culturale, mediatica e …ci prende: per quello che dice, per come si muove, per le visioni che evoca. Capisci che c’è qualcosa di affascinante e inizi a seguirlo, diventi un follower, identità che sta ridisegnando i rapporti tra le persone, i contatti, gli orientamenti della vita. Non sempre però a questi entusiasmi corrisponde la successiva conferma e anche il sogno che inizialmente sembrava promettente può aprire la strada alla delusione. Hai seguito la persona sbagliata o i tuoi followers non hanno capito quello che avevi in mente.

Giovanni Battista oggi invita i suoi discepoli a seguire Gesù: Ecco l’agnello di Dio. Un’immagine potentissima, carica di riferimenti simbolici, che accende passione, coinvolgimento, interesse. Ma quando i discepoli di Giovanni arrivano da Gesù, lui non ha fretta. Vuole capire chi ha davanti e vuole che chi ha davanti capisca chi è lui. Perché Gesù non cerca facili entusiasmi, ma verità, non ha bisogno di followers che gli clicchino i like ma di discepoli che mettano in gioco la vita. Che gente cerca Gesù? Chi sono i suoi discepoli?

1.   Che cosa cercate? Gesù ti invita anzitutto a verificare le tue attese, i desideri che porti nel cuore. La prima attenzione che devi avere non sono le risposte, ma le domande. Pensate, è l’esatto contrario di quello che oggi avviene. Troviamo risposte prima di aver fatto domande. E quelle risposte, a ritroso, costruiscono le domande. Domande però pesantemente condizionate da quello che hai già trovato, che impediscono ricerche ulteriori. Vado in un negozio e vedo un cellulare di ultima generazione: tre videocamere. Fantastico, lo compro. E una volta comprato, che fai? Scatti e metti in rete: foto, video, commenti. Un'operazione che inizialmente fai un po' per gioco e che un po' ala volta ti prende, tanto che la realtà finisce per coincidere con quello che pubblichi e che gli altri pubblicano. Il cellulare che hai comprato diviene la risposta a una domanda di vita: per esistere devi dotarti di questa opportunità, altrimenti sei fuori. La risposta, lo smartphone che hai acquistato, ha generato una domanda che allude a un bisogno vitale. Ma è una vita che altri hanno indotto, parziale, edulcorata come le foto piene ritocchi. Sicuro che sia questa la vita che cerchi? E non è solo un problema delle giovani generazioni. Come venerdì scriveva su Repubblica una diciassettenne:  Cari adulti, non cercate solo di capire cosa proviamo noi, indagate i vostri sentimenti, leggetevi dentro, capite cosa manca davvero a voi. A volte pensiamo che ci manchi solo la vita di prima o il vaccino per potervi ritornare. Ma forse c'è un di più che questo tempo inutilmente cerca di farci capire: un di più di verità, di solidarietà, di essenzialità. Che cosa cercate? 

2.    Maestro, dove abiti? Venire e vedrete. Ed essi andarono e videro dove abitava. Gesù cerca gente che non si fermi alle vetrine della vita ma cerchi ospitalità; gente che si coinvolga, che dimori nelle questioni. Gente di spessore.  Oggi abbiamo una conoscenza piuttosto epidermica dei fatti. Ci nutriamo di post ai quali attribuiamo il valore della verità. La verità invece chiede di abitarla, di dimorarvi insieme. Pensate a quella donna di cui negli Stati Uniti si è eseguita la condanna a morte. Una sentenza applicata in maniera oscena, mettendo velocemente fine alla sospensione all'esecuzione annunciata il giorno precedente.  Non si gioca con la vita della gente, neanche dei criminali. E' vero, si trattava di un delitto feroce quello che aveva commesso Lisa Montgomery, l’imputata, perché aveva ucciso una donna incinta per impossessarsi del bambino che portava in grembo. Ma quella storia alle spalle dell'imputata? Quella catena di abusi da parte del patrigno e della madre che vendeva la figlia all’idraulico e all’elettricista di turno. La detenzione non poteva essere una misura sufficiente? Ci sentiamo più tranquilli ora che l’abbiamo uccisa? Sono soddisfatti l’America e il suo presidente che sigilla il suo mandato con questo gesto? I due discepoli andarono e videro dove abitava. Non c’è vita se non abiti, se non vai oltre le tue idee, i luoghi comuni, la pancia. Anche nella vita di coppia; forse è il momento in cui bisogna tornare a dirsi: dove abiti? Dove sei andato a finire, dove posso ritrovare il tuo mondo, quello che mi aveva fatto innamorare e dal quale sono uscito? Nella vita di un figlio, di un genitore, di un amico che abbiamo perso di vista: dove abiti? Il Signore si nasconde in questa profondità e ogni volta che la raggiungi lui è là che ti aspetta.

3.  Infine, se hai trovato vita, ti lasci cambiare. Tu sei Simone, figlio di Giovanni. Ti chiamerai Pietro. I discepoli di Gesù non sono pezzi di marmo, ma gente che accetta di rinascere sulla base di un compito. Simone, il pescatore che diventa la pietra della nuova comunità che Gesù ha in mente. Come ti conosce la gente? Per il tuo lavoro, per la casa, la macchina, le parentele…  Quale nome ti affida il Signore? Ieri sono stato al funerale di un vecchio parroco, con cui ero stato insieme: Don Adriano. E qualcuno di Resana diceva: per il nostro paese è stato una ventata di freschezzaEcco il nome nuovo! Non si tratta di anagrafe, ma di missione. A volte sei chiamato ad essere roccia, a volte carezza, a volte fuoco, a volte speranza, a volte sostegno. E non è mai tardi: ti chiamerai, al futuro. Vuol dire che c’è sempre la possibilità di cambiare, di dare il meglio, di stupire, di tornare a credere ad un progetto. 

Verifica di chi sei follower e se ne vale la pena. Valuta la possibilità di essere discepolo. Può essere una strada inedita: di verità, di libertà, forse anche di gioia. 

1 commento:

  1. Gentile,

    da non-follower eppure sua affezionata, discepola di Cristo e figlia di una Chiesa che non può vergognarsi (e fare a meno) delle altezze della poesia, anche quella manifesta negli occhi di ciascuno, in tempo di crisi e precarietà, auguro buona domenica nella stessa Speranza

    CANTI D’AMORE in ETERNO PRESENTE

    Per dire misera mi offro a te:
    Te solo invito al mio banchetto
    nuziale.
    Altri possono, a desiderarlo,
    bagnarsi
    nella piscina di Siloe
    dei miei occhi.
    Li compenseranno i liuti
    morbidi, solleveranno
    del loro ascolto
    la gola, il mento
    con una carezza che rimane.
    E scorrerà tutta abbondanza
    nei lieti lati del nostro banco
    perché nessuno rimane deluso, escluso
    nell’amarti, nel credere e nello sperare
    unica salvezza che ristora
    ed è per sempre.

    23 gennaio 2021

    RispondiElimina