lunedì 9 novembre 2015

Omelia 8 novembre 2015


TRENTADUESIMA DOMENICA DEL T.O.



Finché rimane uno sport, l’arrampicata in bici o sulla falesia è qualcosa di avvincente e spettacolare. Problema nasce quando dallo sport si passa alla vita, alla professione, alla collocazione sociale. Anche qui ci si arrampica allo scopo di affermare se stessi, di ottenere visibilità, prestigio, considerazione da parte degli altri. E le cronache di questa settimana dimostrano che nessuno è esente da tale tentazione, neppure preti e monsignori, colpiti da quella che possiamo definire la “sindrome dei farisei”. Quali sono i sintomi? Apparire: amano passeggiare in lunghe vesti, pregano per farsi vedere. Dominare: amano avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Possedere: Divorano le case delle vedove. Ecco, dice Gesù, quando vivi così non hai capito niente. Cerchi una visibilità esteriore, ad essa attribuisci la tua riuscita e non ti accorgi di un’altra ricchezza che invece sostiene la vita. Una ricchezza che ama nascondersi, che è frutto di una ricerca che va al di là di quello che immediatamente appare. E così Gesù rovescia i farisei dalla cattedra e ci fa salire una vedova che entra furtivamente nel tempio e lascia una piccola offerta. Qui, afferma Gesù, c’è la ricchezza della vita. Ed essa è racchiusa in tre parole: povertà, totalità e gratuità.



  1. POVERTA’ - Intanto si tratta di una vedova povera (ptoké=pitocca). Ptokoi sono i primi beati di domenica scorsa. Sta attento che le misurazioni di Dio non seguono i criteri del mondo. E c’è il rischio di sbagliare appuntamento con la vita, di investire dove l’esistenza non sta in piedi. Certo, i preti attaccati al denaro, che vivono come faraoni, come ha detto papa Francesco. Ma pensate anche alla logica del matrimonio e dei suoi standard che intacca anche la decisione di sposarsi, al punto che se non hai il lampadario appeso ti pare che la casa non stia in piedi. Che cosa tieni in piedi una famiglia? Il frullatore Bimbi o il bene che vi volete?

  2. TOTALITA’ - La vedova consegna molto poco nel tesoro del tempio: spiccioli. Ma, osserva Gesù, essa ha dato tutto quello che aveva per vivere ólon ton bìon autés. Ha dato tutta la sua vita. Pensate a quei ragazzi che questa settimana si sono messi in fila ancor prima dell’alba per assicurarsi alcune collezioni trendy messe a disposizione negli store H&M, anche a Treviso. Sono frutto di questa società regolata dalle apparenze, dove sei ciò che indossi. Guarda che la grandezza della vita sta nel dare la vita: quando oltre ad alzarti presto per i vestiti di Balmain lo farai anche per assistere qualcuno, per andare al lavoro, per dire che ci sei davvero, non solo come comparsa. Inizia a regalare vita non il superfluo, tempo non frettolose apparizioni, servizio affidabile non le intermittenze, gioco e non giocattoli. Perché alla fine trovi quello che hai versato!

  3. GRATUITA’ - Altro aspetto interessante è di natura sonora. Nel tempio di Gerusalemme vi erano tredici cassette di offerte destinate a vari scopi ed erano fatte in bronzo a forma di tromba (shofarot). Quando si gettavano le monete il suono metallico che accompagnava il gesto era indice dell’importo versato. Per questo Gesù dice in un’altra pagina: quando fai un’offerta non suonare la tromba, proprio come nel caso della vedova le cui monetine manco si percepiscono. Il bene non ha bisogno di essere sbandierato.  A volte noi siamo molto preoccupati che gli altri si accorgano di quello che facciamo. E suoniamo la tromba: dell’autocompiacimento (che bravo che sono) o della recriminazione (non ti accorgi di quello che faccio). Non ne hai bisogno. Primo perché il gesto dell’amore autentico basta a se stesso: dice infatti che quella è la modalità normale per vivere l’esistenza, per essere uomini. Secondo, perché c’è qualcun altro che guarda quello che fai: Dio stesso, che si compiace nel vedere che i suoi figli vivono della sua stessa logica e dilatano nel mondo il suo amore.
    Ecco, come vivi la vita? Guarda che non devi arrivare all’alba delle offerte H&M, ma all’alba di Dio, a quel giorno in cui scopri che non sono le sceneggiate che contano ma solo quello che hai costruito nella verità e nell’amore. 

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