sabato 15 febbraio 2014

Omelia 9 febbraio 2014


Quinta domenica del tempo ordinario

I giochi olimpici di Sochi con le polemiche che accompagnano la partecipazione degli stati e degli atleti ci ricordano un tema importante: la nostra collocazione nel mondo, il tipo di  presenza da esercitare. Esserci nel grande gioco della vita? Fino a che punto? Quando ci è chiesto di stabilire una distanza?

Il vangelo di oggi ci aiuta ad entrare nella riflessione. Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo. Due immagini che suggeriscono una collocazione e una funzione ben precisa in relazione a qualcos’altro: il sale che dà sapore a un impasto, la luce che illumina un ambiente. Che cosa vuole dirci Gesù?

1.    Innanzitutto il soggetto: voi. A chi sta parlando Gesù?  È il popolo delle beatitudini, pagina che immediatamente precede questo nuovo approfondimento. Gesù ha tracciato la fisionomia dei discepoli in un progetto di realizzazione che non segue logiche di potere, di successo, di ricerca delle apparenze, ma strade di verità e di essenzialità. Sei beato se individui quello che conta, se povertà o ricchezza non ti fanno perdere di vista l’essenziale, se la fraternità, la pace, la giustizia sono la tua continua ricerca. Ebbene, ai discepoli che seguono questo progetto, Gesù rivolge ora un ulteriore invito. Non tenete questa prospettiva solo per voi. Perché il voi va coniugato con altri, con una responsabilità nei confronti dell’umanità: sale della terra, luce del mondo. Non esiste beatitudine in un intimismo devoto preoccupato di salvaguardare se stesso. Sei beato se la terra e il mondo diventano la tua collocazione. Fa bene o fa male la presenza di un paese alle olimpiadi quando c’è potrebbe esserci una questione aperta sui diritti umani? Il caso Russia ci ricorda un’altra celebre pagina della storia di quel Paese quando il 7 marzo 1963 Papa Giovanni ricevette in udienza il genero e la figlia di Kruscev. «Può essere una delusione, - disse il papa-  oppure un filo misterioso della Provvidenza che io non ho il diritto di rompere». La storia ha dimostrato la presenza di quel filo. Ecco, ci sono situazioni in cui potremmo fare i sostenuti, distaccati da un mondo che di cristiano ha ben poco. Ma i discepoli del Signore non possono perdere l’appuntamento con la terra. È sempre faticoso ricominciare quando non ci sei.  

2.    Ma esserci come? Ecco allora la prima similitudine: il sale della terra. Un’immagine che ci richiama per lo meno tre significati. Anzitutto dare sapore. Il discepolo restituisce sapidità alla terra perché quanto si vive abbia vigore, non sia sciapo. In secondo luogo la conservazione. Di sale ce n’era tanto in Palestina: proveniva dal Mar Morto e a Magdala, villaggio che Gesù frequentava, lo si usava anche per la conservazione del pesce. Infine il sale lo si usava in un particolare e importante accordo: il “patto di sale” sancito da un pizzico di sale che entrambi i contraenti assumevano per dire l’incorruttibilità del vincolo stabilito. Quando Dio si lega a Davide, ad esempio, fa un “patto di sale”. Ecco il compito del discepolo: far assaporare il gusto della vita, conservare tale sapidità. Ma ciò che dà sapore è il patto che Dio ha stabilito con gli uomini: per quanti disastri possiamo combinare Dio ha sancito con il sale la sua fedeltà. È inviolabile. In questi giorni ci siamo trovati di fronte a un attacco inaudito da parte del Comitato ONU per i diritti dei fanciulli che accusa la Chiesa, il Vaticano nella fattispecie, di non aver preso chiara posizione contro il problema della pedofilia e di non intervenire adeguatamente in relazione a aborto, contraccezione e diritti omossessuali. Adeguatamente significa chiaramente secondo quello che l’ONU ritiene adeguato. E siccome far cambiare idea alla chiesa non risulta proprio semplice, la si colpisce in quell’aspetto dove ha rivelato le proprie fragilità, trascurando oculatamente tutte le risposte che nel frattempo sono state date. Voi siete il sale della terra. Che significa? Vuol dire continuare ad esserci e ricordare all’umanità che c’è un patto di sale che non può essere cancellato. Un patto che dà sapore alla vita, che la preserva, la promuove.

3.    La seconda immagine è quella della luce. Il sale è nascosto, si scioglie. La luce invece associata all’idea della città sul monte dice visibilità. Dov’è questa visibilità? Vedano le vostre opere buone [lett. kalà erga belle] e rendano gloria al Padre che è nei cieli. Il discorso dell’ONU ci urta, ma comprendiamo che non è il nostro problema principale. Perché noi non vogliamo convincere la gente con i pronunciamenti, ma con le opere. Opere belle. Una vita bella. Tu sei luce del mondo quando liberi la vita del vangelo. Che forza ha avuto la madre di Francesca Rago, la ragazza uccisa sulle strisce pedonali, per chiamare chi ha investito sua figlia e dirgli: «Capisco il suo dramma, venga al funerale di Francy»? Ecco le opere belle che ci fanno capire che le beatitudini si diffondono e promuovono un’altra organizzazione delle nazioni unite: unite come fratelli e figli dello stesso Padre. Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.

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