martedì 5 gennaio 2021

Omelia 3 gennaio 2021

 

Seconda domenica dopo Natale

È morto qualche giorno fa Pierre Cardin, stilista di origini trevigiane trasferitosi in Francia negli anni ‘20, un uomo che ha segnato la storia della moda, imprimendone il proprio stile. Lo stile è aspetto della vita al quale anche noi siamo diventati attenti, non solo per quello che indossiamo, ma anche per come ci muoviamo, per le scelte che facciamo. Nello stile scopriamo la nostra identità, la sensibilità che ci appartiene, l'idea della vita che possediamo. Ma che idea è? Ebbene, il vangelo di oggi ci mostra lo stile di Dio, che non segue le mode, ma la verità dei suoi intendimenti, come ha inteso essere Dio, non sulle passerelle mondane ma abitando le vicende degli uomini. L’evangelista Giovanni, a differenza di Luca e Matteo, non ci parla di pastori, angeli e magi, ma ci fa capire che cosa ha in mente Dio venendoci a trovare, lo stile che inaugura nell’umanità, anche se non sempre fa tendenza.

1.    Anzitutto Dio ama mettere il suo marchio di fabbrica. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. Tutta la vita presente nel mondo ha origine in Dio, tutto partecipa di un suo progetto. Vuol dire che Dio ha a cuore anzitutto la vita di ogni uomo e desidera difenderla, renderla indisponibile ai tentativi di manipolazione. In lui era la vita. Ogni uomo reca l’immagine del creatore, anche quelle esistenze dove scatta  una sorta di retrocessione della vita, come se la loro fosse meno vita della nostra. La vita dei migranti, la vita degli anziani, la vita dei poveri del mondo. Quanto valgono? Sta iniziando la campagna vaccinale con animi che si surriscaldano tra sostenitori e oppositori. Ma forse la vera domanda non è vaccino sì-vaccino no, ma vaccino chi. Chi vi ha accesso, visto che non in tutti i paesi del mondo le risorse vaccinali arrivano o arrivano in tempi analoghi; che vaccini arrivano, visto che non sono gli stessi; la considerazione delle persone con disabilità rientra nelle precedenze? Dio desidera vita e sempre difenderà la vita di tutti i suoi figli, dei più deboli in particolare, perché in ciascuno c'è il suo marchio. E difenderà anche la vita di quel mondo che ha creato, perché anche in essa c'è il suo respiro. Pensate a quel fenomeno che vediamo anche sulle nostre strade: rifiuti seminati per non riempire i bidoni del secco e pagarne lo smaltimento. Come se così non ne pagassimo il conto! Custodisci la vita sempre, la vita degli uomini, la vita del mondo: fa’ tuo lo stile di Dio.

2.    Poi Dio ama piantare la tenda. Quel verbo che in maniera altisonante parla del Verbo che si è fatto carne, nel testo greco allude all’operazione del beduino che colloca la sua tenda nel deserto dopo la giornata di viaggio. La tenda di Dio è il suo Figlio Gesù, è la sua presenza tra gli uomini. Se vuoi assomigliare a Dio, allora metti tende di prossimità. Nei giornali di questi giorni c’era la testimonianza di un gruppo di preti dei Reggio Emilia a servizio negli ospedali Covid: C’è il tempo per stare lì, per chiacchierare e ascoltare, per pregare e piangere, per stare accanto anche senza dire nulla. Il tempo per tenere una mano, per accarezzare un volto, per riaggiustare i capelli increspati dal cuscino.  Allora le mani contano più delle parole, gli sguardi più che i discorsi. Ecco la tenda di Dio nei deserti dell’umanità: continua nei paletti e nei tiranti con cui allarghi la sua presenza. Nonno assistito in casa, pazientemente cambiato, senza disporre di assistenza domiciliare perché nel frattempo è positivo al virus; bambino rassicurato per fargli sentire che la vita è bella nonostante tutto, come nel film di Benigni; amico rasserenato perché la paura ci prende tutti in questo tempo, anche chi non diresti. Prova a capire dove Dio vuole affidarti un pezzo di tenda.

3.    Infine lo stile di Dio è battaglia tra luce e tenebre, ma le tenebre non hanno vinto. Poco importa a Dio se qualcuno rifiuta la luce, non ne vuol sapere. La luce non sarà spenta da chi è alleato dell’oscurità. Però ricorda una cosa: la luce di Dio filtra tra le crepe della vita, domanda resistenza, pazienza, fiducia, domanda gente che non si rassegna alla notte e scruta gli orizzonti. Nell’aprile del 2019 una guardia giurata aveva massacrato di botte con un estintore un senza dimora, Alfonso Russo. Un uomo che aveva rischiato la morte. Violenza gratuita, accompagnata dalla perversa convinzione che nessuno avrebbe preso le difese del clochard. Finché quelle difese le ha prese un’avvocata, che gratuitamente è riuscita a far condannare l’aggressore e l’azienda nella quale lavora, nonostante la reticenza e l’ostilità dimostrate nel corso del processo. Uno degli invisibili della capitale che ha trovato riconoscimento. Porta un po’ della luce di Dio dove le tenebre cercano di prevalere. Prendi le difese dei poveri. E anche quando i furbi credono di spadroneggiare, non dimenticare che hanno le ore contate. Le tenebre non l’hanno vinta.

Ecco lo stile di Dio: vita difesa, presenza vera, luce che prevale su ogni arrogante  tenebra umana. Uno stile che non scorre sulle passerelle della moda ma nel quotidiano in cui qualcuno, con le sue scelte, con i suoi sentimenti decide assomigliare al Signore. Il Verbo continua a farsi carne anche così.

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