giovedì 7 gennaio 2021

Omelia 6 gennaio 2021 - Epifania

 

Epifania del Signore 2021

Abbiamo seguito con tristezza nei giorni scorsi la vicenda di Agitu, giovane donna etiope che, fuggita alla persecuzione del proprio paese, era approdata in Italia, in Trentino, dove aveva messo in piedi un allevamento di capre in estinzione. Un’attività con vedeva il riscatto di un territorio semiabbandonato e l'affermazione di un progetto di integrazione per cui una donna africana, inizialmente vista con sospetto, era poi stata accolta con gratitudine e stima.  Un suo dipendente, un africano anche lui assunto in nome di quella integrazione che Agitu credeva possibile, l’ha uccisa. Pensieri rancorosi, covati chissà da quanto, che hanno trovato un tragico epilogo. 

Quando ascolti queste vicende ti viene da pensare alla grandezza del male, alla faticosa affermazione di quei progetti di vita, di liberazione, di pace che Dio ha in mente. Ti viene però anche da pensare anche che il bene non va perduto, che i germogli cresceranno, che la luce accesa non sarà spenta da chi si è affiliato alle tenebre. La cosa che rincuora infatti, in questo tragedia, è che qualcuno sta raccogliendo l’eredità di Agitu; non solo le capre, ma anche il suo progetto di convivenza possibile. 

Agitu, come i Magi, veniva da lontano e anche lei ci insegna a cercare la luce, a prendere sul serio i segni e i sogni, a non sottovalutare gli ostacoli ma neppure a dare loro più potere di quanto non ne abbiano. Quali ostacoli sbarrano il cammino di Dio con gli uomini? Come affrontarli?

1.    Il primo ostacolo è la distanza. A volte abbiamo la sensazione di essere troppo lontani da Dio, dai suoi progetti, dalla realizzazione di qualcosa di bello. La distanza può avere tante forme: quella dell’indifferenza, del non mi interessa, non fa per me; quella dell’inadeguatezza: sono cose per gli addetti ai lavori, per i catechisti, per quelli che vanno in chiesa; quella dell’arrabbiatura: Dio, lasciami perdere che ultimamente non mi hai trattato bene. E va a finire che la distanza diventa una fossa che spesso ci scaviamo e che ostruisce ancora di più il nostro orizzonte. Come si supera la distanza? Cercando la stella e lasciandosi provocare dalla sua luce. Non si tratta solo di congiunzioni astrali come è capitato recentemente con l’allineamento di alcuni pianeti. Si tratta di prendere sul serio le provocazioni della vita, perché sono passerelle, scialuppe che Dio ci manda per metterci in viaggio. Il presidente Mattarella, qualche giorno fa, ha insignito di onorificenze al merito della Repubblica, numerosi italiani, che si sono distinti per il loro impegno sociale e civile, tra cui Chiara Amirante, una giovane donna di Roma che sta animando numerose iniziative di carità. Quando già faceva volontariato, un giorno decise di raggiungere un sottopassaggio dove non andava mai nessuno, ma dove sapeva che c’era un’umanità disperata: «Quando arrivai c’era una rissa. Vidi Angelo, per terra, che aveva tentato la terza overdose per farla finita. Cercai un posto dove portarlo ma non trovai nulla. Mi tornarono in mente le parole del Vangelo: “Non c’era posto, per loro, nell’albergo”. L’impotenza di non poter fare nulla fu per me uno shock fortissimo». Ecco la stella che brilla, un tossico. Togli dal buco lui e lui toglie dal buco te, superi la distanza e ritrovi le strade di Dio.

2.    Il secondo ostacolo è Erode. Erode è l’astuzia malevola, la malvagità, l’arroganza del potere che non sopporta concorrenti, la trappola tesa ai cercatori di Dio: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Attenzione perché Erode è sempre in agguato. Lo nei contatti che ci rubano il Signore dal cuore. Lo è in chi distrugge i suoi progetti di amore, pace, giustizia. Erode è sulla frontiera tra la Bosnia e la Croazia, dove non i Magi, ma i migranti che vengono dall’oriente con i loro bambini, muoiono di freddo respinti con la violenza e raccolti in campi disumani. Andate, informatevi… Aspetta che attiviamo le commissioni, magari mandiamo degli ispettori: se sapete qualcosa fatecelo sapere... L’ostacolo di Erode va affrontato con la verità, con una distanza interiore rispetto alle insinuazioni e alle mistificazioni, con un’altra strada su cui tornare. Come è avvenuto a Napoli con quei ragazzi che hanno aggredito il rider per rubargli la moto. Subito dopo si è vista un’altra Napoli, reattiva e solidale rispetto all’accaduto, che ha fatto una colletta per comprare di nuovo la moto. Come dire: Erode non vincerà. 

3.    Infine altro ostacolo all’incontro con Dio è pensare di sapere già tutto, come gli scribi interrogati da Erode. Hanno le profezie che correttamente interpretano ma quelle parole non li mettono minimamente in cammino. Rimangono prigionieri del loro mondo e delle loro certezze. I Magi invece si mettono in moto, vogliono capire, si lasciano provocare non solo dalla scienza, ma anche dall’esperienza. Alla fine, gli scribi sono prigionieri dell’autosufficienza, i magi della gioia. Che cosa ha fatto la differenza? Che cosa ha consentito di superare l’ostacolo? Si prostrarono e lo adorarono. La verità domanda umiltà, silenzio, partenze diverse da quelle che pensi, perché Dio è altro rispetto alle nostre supposizioni che diventano talvolta supponenza. Dio rivoluziona la nostra conoscenza di lui: se tu pensi di sapere già tutto, di dettare le regole, lui sfugge e si nasconde dentro ad una mangiatoia. Pensate a tutte le volte che noi dettiamo le regole a Dio: lo incontro quando decido io, lo riconosco quando "mi sento". E cosa sente Dio? Cosa ha deciso? Prova a capire se il suo appuntamento è differente da quello che hai in mente, se ha qualcosa di nuovo da suggerirti, magari in quella "mangiatoia" dove ogni domenica ti vuole nutrire, di parola vera, di pane che sazia, di fraternità. 

Alzati, rivestiti di luce. E' una vita rialzata e luminosa quella che apre il Signore, una vita rialzata, dopo che hai avuto l'audacia di inginocchiarti.

 

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