domenica 17 novembre 2019

Omelia domenica 17 novembre 2019


Trentatreesima domenica del T. O.

L’ondata di maltempo e l’acqua granda di Venezia ci mettono di fronte alla fragilità della vita, a eventi che possono scuotere le nostre sicurezze disegnando un futuro incerto e inquietante. Ma sempre Venezia ci regala anche altri tipi di immagine: quelle della solidarietà, di adulti e giovani che non si lasciano sommergere dall’onda anomala e liberano energia, prossimità, risorse di tempo e di ingegno e si mettono a servizio gli uni degli altri. Il vangelo di oggi è così: Gesù annuncia che gli equilibri di questo mondo sono sempre incerti, che anche i riferimenti che appaiono solidi sono soggetti a una fine, ma non per questo è la fine di tutto. Qualcosa passa e qualcosa resta. C’è l’onda ma c’è anche una barriera, un po’ più efficace del Mose. Cosa passa e cosa resta? Verificare le costruzioni della vita, le persone con cui abbiamo a che fare, la perseveranza che ci appartiene.

1.    Anzitutto le costruzioni. Il discorso di Gesù prende avvio dal tempio, dalle belle pietre e dai doni votivi che ornavano i grandiosi edifici realizzati da Erode il Grande. Un’opera di cui la gente di Gerusalemme andava fiera. Ed ecco le parole di Gesù: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». L’allusione è a quello che sarebbe accaduto nel 70 d.C. con la distruzione della città da parte dei Romani. Occhio, sembra dire Gesù a quello che costruisci, alle pietre che metti una sopra l’altra, perché l’edificio vero non è quello in muratura ma quello che è ogni uomo. Prendi con responsabilità la tua vita, le tue scelte, il tuo lavoro, la tua fede. Diventa tu il tempio di Dio. Come ricorda Paolo ai cristiani oziosi di Tessalonica: Chi non vuol lavorare neppure mangi. In questa settimana ci ha stupito la decisione di un concorrente de L’eredità che ha scelto di ritirarsi dal gioco, dopo numerose puntate nonostante potesse ancora vincere. È un giovane docente torinese che si è congedato dal pubblico perché i suoi studenti a scuola lo stavano aspettando. «Quando uscirò da questo studio lo farò con la consapevolezza di chi guadagna la strada maestra, perché il mio posto è là: ogni mattina in prima linea nella missione quotidiana dell'educazione e dell'onestà». Ecco l’eredità vera, quella che appartiene al quotidiano, lontano dai riflettori e dalle telecamere, lontano dal successo e dallo spettacolo ma che costruisce futuro, solidità, attenzione alle questioni importanti della vita, alle scelte che sei chiamato a fare. Non fermarti alle pietre, diventa una pietra.

2.    Altro aspetto su cui esercitare il discernimento sono le persone che ci vivono accanto: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!». Stai attento, dice Gesù, alle proposte che incontri, alle promesse che insegui. Guarda che c’è qualcuno che ti inganna. Stai attento a chi prende il posto di Dio e ne rovescia il nome: Sono io. Pensate ai significati della domenica, alle cattedrali del consumo che anticipano sempre più il Natale e ne alterano i significati. Pensate a quel bambino in Belgio al quale i sanitari dell’ospedale di Bruges vogliono disattivare i supporti vitali nonostante l’opposizione dei genitori. In Italia ne dà notizia solo l’Avvenire. Perché? Perché ormai c’è una sola divinità che decreta la vita e la morte: il protocollo sanitario. Non andate dietro a loro. Continua ad appassionarti per la vita, a custodirla con il cuore di Dio. Continua a dire la tua, a offrire ragioni diverse da quelle del pensiero dominante perché la verità non è decisa dai like o dalle mode, ma dal giorno rovente come il forno di cui ci parla Malachia. Salva l’oro e occhio alla paglia.

3.  Infine Gesù ci invita a fare attenzione anche alla perseveranza nella fede. Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Tra gli sconvolgimenti che Gesù prevede c’è anche l’attacco subdolo o violento contro i suoi discepoli. Sono 300 milioni i cristiani perseguitati, secondo l’ultimo rapporto della fondazione Aiuto alla chiesa che soffre. Ma a volte c’è una persecuzione anche più vicina che non è meno pungente. E riguarda famigliari, amici, gente cui vogliamo bene. Quando arriva l’invito alla festa di classe e qualcuno del gruppo risponde che viene alla cena, ma non al varietà religioso che la precede, subito sorridi per quella che sembra una battuta. Poi senti che quelle parole ti feriscono, perché per te nella messa c’è qualcosa di importante, Qualcuno di importante. Ma ecco la chance che Gesù di nuovo apre: Questo vi darà occasione di rendere testimonianza. Mentre arriva l’onda della secolarizzazione non rinunciare a dare testimonianza. Alla fede di chi dalla fede prende distanze penserà il Signore quando vorrà. Intanto però lui sta pensando a te, a dare forza alla fede tua. Continua a credere perché nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Fa’ dell’onda un’occasione per crescere, per rimanere al tuo posto. Perché alla fine sarà quel posto che salverà te e anche quelli del varietà, ai quali andrà forse il merito di averci irrobustito. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. Dio non ci risparmia le contraddizioni: in esse ci dà appuntamento, in esse prepara la sua novità, non senza di noi.


2 commenti:

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  2. Caro don Gerardo,

    La seguo volentieri, certa che sia libertà di ciascuno intessere argomento, aperto dialogo, comunicazione tra persone. Le voglio bene come un fratello in Cristo, la sostengo e la ricordo. Leggo volentieri le sue parole che mi fanno riflettere su Vangelo e attualità. Capisco che in lei crea difficoltà e forse parte di esitazione o vergogna questo contatto. Mi impongo quindi di non irritarla ulteriormente, la saluto nel modo più caro e le auguro un cammino di Avvento davvero acceso di santità e ardore cristiano.

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