lunedì 5 novembre 2018

Omelia 4 novembre 2018


Trentunesima domenica del T. O.

Di fronte ai danni causati dal maltempo, vi è in questi momenti l’esigenza di distinguere le priorità degli interventi: mettere in sicurezza la gente, evitare ulteriori pericoli, ripristinare la viabilità. La ricerca delle priorità è un’azione importante ed è per questo che su di essa ci si interroga a livello politico, sociale, economico. Che cosa è più urgente? Quali sono le priorità di un’azione di governo, di una manovra finanziaria, di un’emergenza? Anche per la chiesa sono importanti le priorità, con il rischio però che quando le si individua in una direzione, subito ci sia qualcuno che le cerca dalla parte opposta. Ecco che la domanda che fa quello scriba a Gesù può essere interessante, perché essa ha proprio a che fare con le priorità della fede. «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Aiutaci a capire, Signore, in questo tempo di emergenza non solo climatica e idrogeologica, ma anche culturale, sociale, religiosa quali siano le attenzioni da avere.

1.    Gesù inizia ricordando l’antico comandamento di Dio, quello che Israele ripete due volte al giorno, nella preghiera del mattino e della sera. Ascolta, Israele. Le priorità si individuano ascoltando e ascoltando Dio. Un Dio che parla nelle Scritture, ma anche nei fatti della vita. Pensate ad esempio alla fantasiosa proposta, contenuta nella legge di stabilità del governo, relativamente alla concessione di terre incolte del demanio pubblico alle famiglie che hanno il terzo figlio. Forse, ci può essere l’apprezzabile tentativo di cercare risposte alla denatalità, allo spopolamento di alcune aree e al rilancio dell’agricoltura, ma come si fa a pensare che una famiglia all’arrivo del terzo figlio si sposti in campagna e cominci a zappare la terra? Ascolta, Israele, ascolta la famiglia: se come abbiamo visto in questi giorni il numero degli over 60 supera per la prima volta quello degli under 30, altro che campagna! Forse devi ridurre il carico fiscale delle famiglie col terzo figlio, devi contrastare in tutti i modi le assunzioni delle donne con la firma già posta sulle dimissioni nel caso diventino madri, devi cambiare le politiche sulla casa e sui mutui. Ascolta, Israele. Se non si ascolta, non si stabiliscono priorità. Si proclamano slogan e non si risolvono i problemi.

2.    All’ascolto Gesù aggiunge il fascino di un altro verbo. Ama. La priorità dei cristiani va cercata nell’amore. Avete sentito lo strano caso di quell’imprenditore toscano che a Edimburgo, dopo una caduta in cattedrale, ha simulato una perdita di memoria? Confessando, ha raccontato di aver fatto quel gesto perché a casa non valeva più nulla. Reazioni infantili e forse psichiatriche, ma che ci dicono che la nostra vita è sana se qualcu no ci vuole bene e abbiamo qualcuno a cui volerne. Altrimenti non capiamo più chi siamo. Ma l’amore è autentico se mette insieme Dio e il prossimo: Dio dà ampiezza all’amore, il prossimo offre concretezza. Inoltre l’amore è tale se pervade tutta la vita: il cuore, l’anima, la mente, le forze. Impara a voler bene dando unità alla vita. Oggi, a volte, noi abbiamo amori disequilibrati, unilaterali, ridotti, mossi spesso dalle pulsioni ma poco ancorati alla testa e al cuore e esposti alla frammentazione. Le conseguenze si vedono sull’uso della sessualità, sul modo di intenderla, sull’attenzione educativa che accompagna o non accompagna questa dimensione. Verifica come si presenta tua figlia sul suo profilo Instagram perché nessun atteggiamento giustifica la violenza ma alcune condizioni ammiccanti e seduttive ne sono il terreno fertile. Educare al rispetto di sé e dell’altro, alla custodia dei sentimenti, delle parole, perché l’amore sia sempre ricercato nella sua verità. E questa oggi è senz’altro una priorità.

3.    Infine il colloquio tra Gesù e lo scriba finisce con un apprezzamento. Non sei lontano dal regno di Dio. Notate che c’è ancora un po’ di strada da fare per entrarci. Quel tale non ha ancora del tutto colto la priorità di Gesù. Che cosa manca? Gesù ha indicato il comandamento dell’amore, ma quello non è ancora il suo comandamento. Il suo comandamento sarà: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Allora la priorità non è solo l’amore, ma l’amore secondo le misure di Gesù, l’amore sintonizzato sul suo come. In questa nostra società abituata a misurare profitti e ricavi, servizi e prestazioni, il cristiano libera una misura ulteriore, come quella del perdono, della solidarietà, della gratuità. Come quella donna che ieri sulla Circumvesiviana di Napoli, ha preso le difese di un giovane pachistano aggredito da uno squilibrato razzista che gli diceva di tornarsene a casa sua. «L’Italia è nostra, non loro», diceva l’aggressore. E la donna: «È meglio che sia loro piuttosto che tua». Ma nessuno, commentava al Corriere quella donna, è intervenuto. Silenzio un po’ omertoso di chi forse non vuole aumentare la tensione, ma anche di chi fugge. Ecco il di più, da cercare, non il supermercato, ma la misura di Dio. Quella che Gesù oggi indica anche a noi perché il suo Regno diventi priorità e con decisione ci possiamo entrare. Con pazienza e tenacia, con lo sforzo di collocare ogni giorno un tassello di verità che il Signore affida alla nostra ricerca.

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