Trentunesima domenica del T. O.
Di
fronte ai danni causati dal maltempo, vi è in questi momenti l’esigenza di
distinguere le priorità degli interventi: mettere in sicurezza la gente, evitare
ulteriori pericoli, ripristinare la viabilità. La ricerca delle priorità è un’azione
importante ed è per questo che su di essa ci si interroga a livello politico,
sociale, economico. Che cosa è più urgente? Quali sono le priorità di un’azione
di governo, di una manovra finanziaria, di un’emergenza? Anche per la chiesa
sono importanti le priorità, con il rischio però che quando le si individua in
una direzione, subito ci sia qualcuno che le cerca dalla parte opposta. Ecco
che la domanda che fa quello scriba a Gesù può essere interessante, perché essa
ha proprio a che fare con le priorità della fede. «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Aiutaci
a capire, Signore, in questo tempo di emergenza non solo climatica e idrogeologica,
ma anche culturale, sociale, religiosa quali siano le attenzioni da avere.
1. Gesù
inizia ricordando l’antico comandamento di Dio, quello che Israele ripete due
volte al giorno, nella preghiera del mattino e della sera. Ascolta, Israele. Le priorità si individuano ascoltando e ascoltando Dio. Un Dio che
parla nelle Scritture, ma anche nei fatti della vita. Pensate ad esempio alla fantasiosa
proposta, contenuta nella legge di stabilità del governo, relativamente alla
concessione di terre incolte del demanio pubblico alle famiglie che hanno il
terzo figlio. Forse, ci può essere l’apprezzabile tentativo di cercare risposte
alla denatalità, allo spopolamento di alcune aree e al rilancio dell’agricoltura,
ma come si fa a pensare che una famiglia all’arrivo del terzo figlio si sposti
in campagna e cominci a zappare la terra? Ascolta,
Israele, ascolta la famiglia: se come abbiamo visto in questi giorni il
numero degli over 60 supera per la prima volta quello degli under 30, altro che
campagna! Forse devi ridurre il carico fiscale delle famiglie col terzo figlio,
devi contrastare in tutti i modi le assunzioni delle donne con la firma già
posta sulle dimissioni nel caso diventino madri, devi cambiare le politiche
sulla casa e sui mutui. Ascolta, Israele.
Se non si ascolta, non si stabiliscono priorità. Si proclamano slogan e non
si risolvono i problemi.
2.
All’ascolto Gesù aggiunge il fascino di
un altro verbo. Ama. La priorità dei cristiani
va cercata nell’amore. Avete sentito lo strano caso di quell’imprenditore
toscano che a Edimburgo, dopo una caduta in cattedrale, ha simulato una perdita
di memoria? Confessando, ha raccontato di aver fatto quel gesto perché a casa
non valeva più nulla. Reazioni infantili e forse psichiatriche, ma che ci
dicono che la nostra vita è sana se qualcu no ci vuole bene e abbiamo qualcuno
a cui volerne. Altrimenti non capiamo più chi siamo. Ma l’amore è autentico se
mette insieme Dio e il prossimo: Dio dà ampiezza all’amore, il prossimo offre
concretezza. Inoltre l’amore è tale se pervade tutta la vita: il cuore, l’anima,
la mente, le forze. Impara a voler bene dando unità alla vita. Oggi, a volte, noi
abbiamo amori disequilibrati, unilaterali, ridotti, mossi spesso dalle pulsioni
ma poco ancorati alla testa e al cuore e esposti alla frammentazione. Le conseguenze
si vedono sull’uso della sessualità, sul modo di intenderla, sull’attenzione
educativa che accompagna o non accompagna questa dimensione. Verifica come si
presenta tua figlia sul suo profilo Instagram
perché nessun atteggiamento giustifica la violenza ma alcune condizioni
ammiccanti e seduttive ne sono il terreno fertile. Educare al rispetto di sé e
dell’altro, alla custodia dei sentimenti, delle parole, perché l’amore sia
sempre ricercato nella sua verità. E questa oggi è senz’altro una priorità.
3. Infine il colloquio tra Gesù e lo scriba finisce con un
apprezzamento. Non sei lontano dal regno
di Dio. Notate che c’è ancora un po’
di strada da fare per entrarci. Quel tale non ha ancora del tutto colto la
priorità di Gesù. Che cosa manca? Gesù ha indicato il comandamento dell’amore,
ma quello non è ancora il suo
comandamento. Il suo comandamento sarà: Amatevi
gli uni gli altri come io vi ho amato. Allora la priorità non è solo l’amore,
ma l’amore secondo le misure di Gesù, l’amore sintonizzato sul suo come. In questa nostra società abituata
a misurare profitti e ricavi, servizi e prestazioni, il cristiano libera una
misura ulteriore, come quella del perdono, della solidarietà, della gratuità. Come
quella donna che ieri sulla Circumvesiviana di Napoli, ha preso le difese di un
giovane pachistano aggredito da uno squilibrato razzista che gli diceva di
tornarsene a casa sua. «L’Italia è
nostra, non loro», diceva l’aggressore.
E la donna: «È meglio che sia loro
piuttosto che tua». Ma nessuno, commentava al Corriere quella donna, è
intervenuto. Silenzio un po’ omertoso di chi forse non vuole aumentare la
tensione, ma anche di chi fugge. Ecco il di
più, da cercare, non il supermercato, ma la misura di Dio. Quella che Gesù oggi
indica anche a noi perché il suo Regno diventi priorità e con decisione ci
possiamo entrare. Con pazienza e tenacia, con lo sforzo di collocare ogni
giorno un tassello di verità che il Signore affida alla nostra ricerca.
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