domenica 4 ottobre 2015

Omelia 4 ottobre 2015




 
Ventisettesima domenica del T.O.
Si sta avvicinando il Sinodo sulla Famiglia e non mancano le attese e le provocazioni. Il matrimonio è indissolubile, ricorda qualcuno: il Sinodo non può cambiare la dottrina! Ma altri ricordano che il quadro culturale oggi è più complesso e ci si deve misurare con situazioni inedite che non rientrano con semplicità nel Codice di diritto canonico. C’è poi la forte pressione del mondo gay che rivendica nuovi spazi di considerazioni e la pretesa di fare famiglia come ogni famiglia. L’uscita di quel monsignore romano che ha dichiarato la sua omosessualità e il fatto di condividerla con un compagno è una chiara provocazione tempisticamente molto calcolata. In questo dibattito a volte non è importante la verità ma la legittimazione delle proprie idee che qualche volta vengono barattate come vangelo. È la stessa situazione di fronte alla quale oggi si trova Gesù: alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova. E la prova è proprio su un terreno in cui gli uomini sono parecchio vulnerabili, quello della stabilità degli affetti famigliari: È lecito a un marito ripudiare la propria moglie? Se Gesù avesse detto di no avrebbe smentito la legge di Mosè che in alcuni casi prevedeva il ripudio. Se avesse detto di avrebbe smentito il suo massaggio di amore. Cosa dice Gesù, come ne esce?
  1. Gesù smaschera innanzitutto una resistenza che impedisce di accogliere l’iniziativa di Dio. Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse questa norma. A volte anche noi scriviamo norme che non vanno a salvaguar-dare un progetto ma a legittimare un presunto diritto. Il diritto a rifarsi una vita: oggi sull’onda di una certa indifferenza si smentiscono scelte fatte in precedenza inseguendo momentanee emozioni. Non importano i diritti di chi abbandoni, magari dei tuoi figli. Così il diritto ad avere un figlio, anche nell’ambito di un’unione omosses-suale: e il diritto ad un padre e uno madre? Oppure il diritto a convivere, senza troppi problemi ritenuti formalità. Sicuro che il matrimonio sia tale? Com’è allora che quando arrivi a dire quel sì ti emozioni e  ti viene il nodo alla gola? Vuol dire che non era formalità: vuol dire che il cuore era indurito. Non ti nascondere: occhio a non fare dei tuoi sistemi discutibili la legge che regola il mondo.
  2. Gesù però non si limita a visitare il cuore dell’uomo: invita a trovare un’origine generante: Dall’inizio della creazione non fu così. Bisogna tornare al principio, altrimenti sopravvengono tanti principi che non stanno in piedi. Il principio è custodito in quel racconto che abbiamo udito: Dio crea l’uomo e la donna. È un principio di somiglianza: Non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Dove colmi la tua solitudine? Col cane? Hai bisogno di qualcuno che ti corrisponda non di qualcuno che ti scodinzoli! È un principio fatto di mistero: quando Dio crea, l’uomo dorme. Fermati alle soglie dell’azione creatrice: c’è qualcuno di più grande all’opera. Non è il gioco del piccolo chimico! E un principio carico di stupore e di gioia: Questa volta è ossa dalle mie ossa e carne dalla mia carne! All’inizio c’è sorpresa non adeguamento: ti sei perso lo stupore per strada? Come guardi tua moglie/marito? È un principio che implica il lasciare: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre… Se vuoi vivere qualcosa di inedito devi mollare gli ormeggi! La carne sola non è più il cordone ombelicale che ti lega a tua madre! Ecco, trovare le origini della creazione, trovarle sempre. Il matrimonio reca con sé il principio d Dio non delle nostre alchimie.
  3. Infine c’è quel monito: Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto. Attento a ciò che offusca il disegno di Dio. Certo, ci sono spinte culturali che oggi costituiscono una minaccia per la coppia e la famiglia, a partire dal fatto che si parli più dei diritti dei gay che di quelli di una famiglia che mette al mondo dei figli e talvolta non ce la fa ad andare avanti. Ma ci sono anche delle minacce più sotto casa che colpiscono l’unità. La mancanza di rispetto nella coppia, un umorismo che si trasforma in ironia e sarcasmo, la prevalenza del fare che ci rapisce e rende gli sposi estranei l’uno all’altra. Non lasciarti rapire da quel progetto che il Signore ha inaugurato. Se sei sposato custodiscilo e se non lo sei promuovilo ugualmente perché una famiglia ricorda a tutti gli uomini che sono famiglia e che la chiamata alla comunione riguarda tutti.
Il Sinodo che stiamo per iniziare è l’occasione per ritrovare il grande disegno di Dio sull’amore e per vederne ancora la necessità e la bellezza. Non è la provocazione che cambia le cose ma la vocazione ad amare, senza sconti e senza sotterfugi.  




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