martedì 13 ottobre 2015

Omelia 11 ottobre 2015


Ventottesima domenica del T.O.


Henry David Thoreau, filosofo statunitense, per sperimentare una vita più semplice nel 1845 si ritirò in una piccola capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden. E Walden divenne anche un famoso suo libro dove descriveva il senso della sua scelta. 

Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”. Ecco, da sempre l’uomo porta nel cuore un desiderio di vita autentica, sottratta a tutto ciò che la compromette e la mortifica. Anche nel vangelo di oggi c’è un tale che cerca vita, capace addirittura di resistere alle sfide del tempo: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Qual è la strada della vita per il cristiano? Gesù non ti chiede di andare nei boschi, ma ugualmente ti chiede di fare attenzione a chi promette e non mantiene, a chi dice di darti vita mentre in realtà la sta soffocando.

  1. La prima garanzia di vita appartiene a una strada ben nota: «Tu conosci i comandamenti». Gesù ricorda la seconda parte di questa antica legge, quella che ha a che fare con gli altri. La pienezza che cerchi è fatta di alcuni riferimenti fondamentali che ti ricordano che la tua vita non è mai scollegabile dalla vita dell’altro. Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre. Non pensare di trovare vita da solo, di privatizzare l’esistenza. Essa ti è sempre donata in una trama di relazioni che, se dimentichi o ne alteri il valore, compromettono anche il tuo equilibrio, la tua stabilità. Pensate alla scelta delle Suore di Madre Teresa che, opponendosi ad una nuova legge indiana, hanno sospeso le adozioni per non consegnare i bambini orfani a single, affermando il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre. Non uccidere la speranza dell’altro, non adulterare l’amore umano, non rubare la bellezza di una famiglia. Ecco i comandamenti che ti ricordano che la tua vita è sempre vita nella direzione di qualcun altro. Non perdere il fratello.
  2. Quel tale di cui parla il vangelo sembra però già convinto di queste cose: Che mi manca ancora? Ed ecco allora il rilancio di Gesù. «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; ». Per avere vita, la seconda attenzione è il monitoraggio di ciò che la risucchia. Sta’ attento perché rischi di non trovare più niente. È l’inganno della ricchezza, realtà alla quale quel tale del vangelo ha già consegnato i suoi giorni: Se ne andò rattristato: possedeva infatti molti beni. I beni che ti impediscono di vedere il bene, il tuo e quello degli altri, i beni che diventano una sorta di carcere che ti toglie la libertà. Il risparmio che diventa spilorceria, tanto che eviti chi potrebbe chiederti qualcosa, famigliari compresi. La casa che diventa una sorta di santuario dove per custodire gli ambienti nuovi continui a vivere nei vecchi. Ma può capitare anche il contrario: ho tanti soldi e devo far vedere che li ho. Allora mi devo muovere con determinate vetture, vestirmi in certo modo, esserci in alcune occasioni, sparire in altre: tutto per mantenere un certo standard di rispettabilità. Vedi che la ricchezza sta mangiando la tua libertà?  Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! Il povero che Gesù indica è la grande opportunità che la vita ci consegna per scuoterci dall’inganno e restituirci alla verità di quello che siamo. Per ricordarci che siamo dei poveri, tutti, e che la ricchezza vera è essere vita per qualcuno. È dare la vita. 
  3. Infine Gesù dice: «Vieni! Seguimi!». Trovi vita se segui lui, se entri in una nuova economia fatta di sorpresa, di centuplo. In questi giorni il Presidente Mattarella ha insignito alcuni italiani di un’onorificenza al merito. Mi colpiscono molto queste storie, in particolare di quell’insegnante di Cavarzere che ha speso una vita per l’inclusione scolastica di ragazzi disabili. Un segno ben diverso da quella madre che, in Francia, ha ritirato la figlia da scuola perché riteneva sconveniente la presenza di un’ausiliaria down. Ritiri tua figlia, l’altro è un pericolo, occhio alle minacce, filo spinato… e la tua vita, anziché il centuplo, si impoverisce. Chi stai seguendo? Quale progetto?

    Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. Domandiamo anche noi la sapienza della vita e la capacità di cercarla sempre in grande, secondo le misure dell’eterno.

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