domenica 1 marzo 2015

Omelia 1 marzo 2015


Seconda domenica di Quaresima

Quella sagoma nera, incappucciata che tiene in mano un coltello con cui sgozza le sue vittime atterrite ha un nome. Jihadi John, cittadino britannico di 27 anni, cresciuto in un tranquillo quartiere londinese, una famiglia benestante, laurea in informatica a Westminster, i vestiti firmati, la metro come tutti ogni giorno. Eppure quest’uomo è stato capace di una trasformazione che ci lascia esterrefatti, ci colloca nel deserto, proprio come quello che appare alle sue spalle, durante le sue agghiaccianti esecuzioni.

È la vicenda di un uomo che ha perso se stesso, ma è anche quello che talvolta capita a noi, quando la nostra umanità si avvolge di oscurità e non ci riconosciamo più. Tuo fratello con cui lavoravi insieme e chi ti abita poco lontano che ti estromette dall’attività, tua madre che vuole rifarsi una vita e che ti caccia dai nonni, tuo figlio che ti priva di vedere i nipoti perché non gli dai la casa. Il deserto qualche volta si diffonde anche intorno a noi.

Ebbene Gesù, nel mistero della trasfigurazione vuole indicare ai suoi discepoli un’umanità diversa, luminosa, che sappia di cielo. Notate che l’episodio è introdotto dall’indicazione: dopo sei giorni. Nel sesto giorno della creazione Dio ha creato l’uomo. Un’umanità sottratta alle logiche della morte, anche se Gesù la sta per incontrare. Come si entra in tale chiarore.

1.    Anzitutto bisogna accettare un invito a salire. Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte. La trasfigurazione domanda l’audacia di un’ascesa, non è esperienza da piano terra: staccati da quella mentalità che talvolta ti impedisce di vedere orizzonti più grandi e ti fossilizza. In questi giorni in India è stata liberata una donna oggi trentunenne che dall’età di tredici anni è stata costretta ad accogliere in grembo figli, sei in tutto, di coppie paganti. La sua situazione analoga a quella di centinaia di altre ragazze è stata resa nota da un’organizzazione non governativa che combatte le organizzazioni criminali che alimentano e soddisfano tale mercato. A volte noi non ci pensiamo: ci pare che avere un figlio sia un diritto ad ogni costo e dimentichiamo che i presunti nostri diritti sono talora garantiti da schiavitù. Sali sul monte, guarda le cose con più attenzione.

2.    Giunti sul monte Gesù si trasfigura. In greco c’è il verbo metamorphóomai che indica un cambiamento di forma. I discepoli vedono Gesù in una maniera nuova, vedono la vita in una maniera nuova. È la maniera di Dio che rischiara anche le situazioni oscure. Per te le tenebre sono come luce. Notate che Gesù porta i discepoli sul monte perché non si capivano più. Lui aveva appena annunciato la passione e quei discorsi pesavano nel loro cuore come un macigno: una sorta di fallimento rispetto alle loro attese. Sul monte Gesù vuole indicare una strada diversa: Dio può essere tale anche quando ti sembra impossibile. E te ne dà prova con un raggio di luce che cambia le forme, ti fa vedere la vita in quella che sembra una realtà di morte. Ecco allora l’invito della trasfigurazione: osserva le forme nuove di Dio, sappi ricercarle, riconoscerle. Avete sentito di quella polemica innescata dal primo cittadino di S. Giorgio in Bosco di far pagare alla Germania i danni per l’eccidio del 1945 di cui abbiamo memoria nel nostro comune. Mi è parsa sensata la risposta del nostro sindaco che di fronte alla richiesta di unirsi nella stessa rivendicazione ha ricordato i settant’anni di storia che sono passati, agli sforzi di riconciliazione e ai tentativi di costruire un’Europa diversa. Se poi i gemellaggi hanno qualcosa da insegnarci, proprio in questa settimana ho sentito che un gruppo della parrocchia di Boves ha rintracciato la tomba del criminale nazista responsabile dell’eccidio nella loro città e vi si è recato per pregare. Ecco la metamorphosis il cambiamento di forme che Dio ti chiama a riconoscere e ad operare.

3.    Infine c’è trasfigurazione quando ascolti la voce. Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo. Le immagini scompaiono, i discepoli scendono dal monte ma quel cambiamento nel quale per qualche istante sono stati coinvolti continuerà nel loro quotidiano nella misura in cui faranno posto all’ascolto di Gesù. Così anche per noi: vuoi che la vita cambi, che il tuo cuore cambi? Ascolta un po’ più di vangelo. Abbi l’audacia di sfidare il deserto quotidiano accogliendone la sfida. Qual è la pagina di vangelo che il Signore ti affida? Quella del perdono? Della ritrovata fraternità? Della solidarietà? Mentre i discepoli scendono dal monte non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Può essere un’annotazione di uno scenario che è cambiato, ma può essere anche la descrizione di un cambiamento loro. Da quel momento non videro altri, se non Gesù. Ecco, sei trasfigurato quando ogni giorno vedi Gesù e ti lasci condurre da lui. E l’uomo nuovo esce fuori, creato secondo Dio, aperto alle proporzioni del cielo.

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