Seconda domenica di Quaresima
Quella sagoma nera, incappucciata che tiene
in mano un coltello con cui sgozza le sue vittime atterrite ha un nome. Jihadi
John, cittadino britannico di 27 anni, cresciuto in un tranquillo quartiere
londinese, una famiglia benestante, laurea in informatica a Westminster, i
vestiti firmati, la metro come tutti ogni giorno. Eppure quest’uomo è stato
capace di una trasformazione che ci lascia esterrefatti, ci colloca nel
deserto, proprio come quello che appare alle sue spalle, durante le sue
agghiaccianti esecuzioni.
È la vicenda di un uomo che ha perso se
stesso, ma è anche quello che talvolta capita a noi, quando la nostra umanità
si avvolge di oscurità e non ci riconosciamo più. Tuo fratello con cui lavoravi
insieme e chi ti abita poco lontano che ti estromette dall’attività, tua madre
che vuole rifarsi una vita e che ti caccia dai nonni, tuo figlio che ti priva
di vedere i nipoti perché non gli dai la casa. Il deserto qualche volta si
diffonde anche intorno a noi.
Ebbene Gesù, nel mistero della
trasfigurazione vuole indicare ai suoi discepoli un’umanità diversa, luminosa,
che sappia di cielo. Notate che l’episodio è introdotto dall’indicazione: dopo sei giorni. Nel sesto giorno della
creazione Dio ha creato l’uomo. Un’umanità sottratta alle logiche della morte,
anche se Gesù la sta per incontrare. Come si entra in tale chiarore.
1.
Anzitutto
bisogna accettare un invito a salire. Gesù
prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte. La
trasfigurazione domanda l’audacia di un’ascesa, non è esperienza da piano
terra: staccati da quella mentalità che talvolta ti impedisce di vedere
orizzonti più grandi e ti fossilizza. In questi giorni in India è stata
liberata una donna oggi trentunenne che dall’età di tredici anni è stata
costretta ad accogliere in grembo figli, sei in tutto, di coppie paganti. La
sua situazione analoga a quella di centinaia di altre ragazze è stata resa nota
da un’organizzazione non governativa che combatte le organizzazioni criminali
che alimentano e soddisfano tale mercato. A volte noi non ci pensiamo: ci pare
che avere un figlio sia un diritto ad ogni costo e dimentichiamo che i presunti
nostri diritti sono talora garantiti da schiavitù. Sali sul monte, guarda le
cose con più attenzione.
2.
Giunti
sul monte Gesù si trasfigura. In greco c’è il verbo metamorphóomai che indica un cambiamento di forma. I discepoli
vedono Gesù in una maniera nuova, vedono la vita in una maniera nuova. È la
maniera di Dio che rischiara anche le situazioni oscure. Per te le tenebre sono come luce. Notate che Gesù porta i discepoli
sul monte perché non si capivano più. Lui aveva appena annunciato la passione e
quei discorsi pesavano nel loro cuore come un macigno:
una sorta di fallimento rispetto alle loro attese. Sul monte Gesù vuole
indicare una strada diversa: Dio può essere tale anche quando ti
sembra impossibile. E te ne dà prova con un raggio di luce che cambia le forme,
ti fa vedere la vita in quella che sembra una realtà di morte. Ecco allora
l’invito della trasfigurazione: osserva le forme nuove di Dio, sappi
ricercarle, riconoscerle. Avete sentito di quella polemica innescata dal primo
cittadino di S. Giorgio in Bosco di far pagare alla Germania i danni per
l’eccidio del 1945 di cui abbiamo memoria nel nostro comune. Mi è parsa sensata
la risposta del nostro sindaco che di fronte alla richiesta di unirsi nella
stessa rivendicazione ha ricordato i settant’anni di storia che sono passati,
agli sforzi di riconciliazione e ai tentativi di costruire un’Europa diversa.
Se poi i gemellaggi hanno qualcosa da insegnarci, proprio in questa settimana
ho sentito che un gruppo della parrocchia di Boves ha rintracciato la tomba del
criminale nazista responsabile dell’eccidio nella loro città e vi si è recato
per pregare. Ecco la metamorphosis il
cambiamento di forme che Dio ti chiama a riconoscere e ad operare.
3.
Infine
c’è trasfigurazione quando ascolti la voce. Questi
è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo. Le immagini scompaiono, i discepoli
scendono dal monte ma quel cambiamento nel quale per qualche istante sono stati
coinvolti continuerà nel loro quotidiano nella misura in cui faranno posto
all’ascolto di Gesù. Così anche per noi: vuoi che la vita cambi, che il tuo
cuore cambi? Ascolta un po’ più di vangelo. Abbi l’audacia di sfidare il
deserto quotidiano accogliendone la sfida. Qual è la pagina di vangelo che il
Signore ti affida? Quella del perdono? Della ritrovata fraternità? Della
solidarietà? Mentre i discepoli scendono dal monte non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Può essere
un’annotazione di uno scenario che è cambiato, ma può essere anche la
descrizione di un cambiamento loro. Da quel momento non videro altri, se non
Gesù. Ecco, sei trasfigurato quando ogni giorno vedi Gesù e ti lasci condurre
da lui. E l’uomo nuovo esce fuori, creato secondo Dio, aperto alle proporzioni
del cielo.
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