domenica 11 gennaio 2015

Omelia 11 gennaio 2015


Battesimo del Signore

I pellegrini che vanno in Terra Santa vengono accompagnati da qualche anno in un nuovo sito archeologico scoperto nel 1996 dove, in base a ricerche archeologiche, è stato individuato il luogo dove Giovanni battezzava. Il sito si trova quasi alle foci del Giordano, vicino al Mar Morto, dove il fiume segna il confine tra Israele e la Giordania (Bethabara). Ecco, il Battesimo di Gesù segna proprio una zona di confine. Le prime generazioni cristiane lo avevano capito tanto che erano disorientate da questo gesto di Gesù che sembrava superare i confini “accettabili” dell’incontro di Dio con gli uomini. Se già era infatti difficile capire che il Figlio di Dio era disceso sulla terra, il gesto che lo vedeva accanto ai peccatori mentre si immergeva con loro nelle acque del Giordano risultava sconcertante. Cerchiamo anche noi di comprendere il valore del gesto di Gesù nel quale non c’è solo il suo battesimo, ma anche il nostro. Quali sono i confini che Dio invita a superare?

1.    Il primo confine è nella considerazione della storia. Il Giordano è un fiume che racconta la storia di Israele, fin dal momento in cui il popolo lo aveva attraversato per entrare nella terra che Dio aveva promesso. Ormai non c’è più confine tra la storia di Dio e quella degli uomini perché lui si è immerso nelle vicende umane. Vivi il tempo come un’occasione per riscoprire Dio e la storia che ha inaugurato con te. A volte sembra che la vita ci riservi un certo disincanto capace di cancellare i nostri ricordi credenti. È come se il disco fisso dell’esistenza fosse stato attaccato da virus capaci di eliminare alcuni files. “Ho trovato una ragazza che è piuttosto tiepida dal punto di vista religioso e anch’io smetto di frequentare”. “Ho finalmente capito che devo badare un po’ di più a me e smetto di botto di interessarmi degli altri. Amerai il prossimo tuo come te stesso: e siccome il comandamento mi restituisce a me stesso, sono sordo a quello che gli altri mi chiedono”. Forse c’è qualcosa che si è perso per strada: trova la tua storia con Dio. Perché Papa Francesco dice di ricercare la data del proprio battesimo? Perché i parroci non hanno niente da fare? O perché c’è un disegno che non possiamo smarrire? Gesù si immerge nella storia, nella storia del mondo e nella tua storia.

2.    Il secondo confine che Gesù supera è quello relativo al male e al peccato. Il Figlio di Dio è in fila con i peccatori. Non perché lui avesse peccato, ma per dirci che da quella realtà lui ci strappa. La sua immersione nel Giordano è anticipo di una immersione ben più profonda, nell’oscurità della morte. E di morte questa settimana abbiamo sentito parlare abbondantemente per i fatti dolorosi che sono capitati. Ma dobbiamo stare attenti: perché quando la morte si scatena, chi ci vede bene è solo Dio. Dobbiamo superare i confini che lui ha indicato, altrimenti la morte continua a tenerci prigionieri. Ad esempio: in queste ore si parla moltissimo di Parigi e della Francia, del pericolo terrorismo. Ma la stessa mano che ha colpito Parigi è stata quella che in Nigeria ha fatto fuori duemila persone. Duemila morti in Africa non bilanciano mediaticamente quindici in Francia. Ma anche la faccenda di “Charlie Ebdo”: noi non possiamo tollerare che si uccida in nome di Dio e in questo senso condanniamo un gesto di ferocia inaudita con cui si sono colpite persone, idee, principi democratici. Da questo punto di vista, je suis Charlie. Ma quando sfogliamo una rivista che pubblica vignette di una volgarità infinita, che vanno a colpire anche la mia fede cristiana in maniera irriverente e becera, anche di questo sono inorridito. E qui non ho paura di dire io non sono Charlie. La libertà non può essere slegata dalla responsabilità, dal rispetto, dal senso della misura e dell’opportunità. Ecco il confine da ritrovare. E se vogliamo farlo da soli non andiamo da nessuna parte. Crediamo di combattere una cultura di morte ma le sue ombre ancora ci imprigionano. C’è solo uno che ci libera dalla morte e, ogni volta che attiviamo il nostro Battesimo, dalla morte veniamo liberati.

3.    Infine il terzo confine è quello della figliolanza divina. Questi è il Figlio mio, l’amato. Sono parole che il Padre non solo rivolge a Gesù, ma ad ogni uomo. Il Battesimo ci consegna questa consapevolezza. Dio non ti vuole come suddito, come osservante, ma come figlio. Vuol dire che il Battesimo inaugura una religione di gratuità, di dono, di famiglia. In questi giorni ho aiutato con una spesa un giovane giostraio. Di solito quando arriva un povero, prende la spesa e se ne va abbastanza velocemente, per una questione di pudore. E io non faccio troppe domande. Invece questo mette le mani giunte e comincia a ripetere: “Grazie, Signore… Signore ti ringrazio…”. Ecco la religione di famiglia che ti consente di ritrovare una nuova appartenenza, un senso di essere custodito, amato perché c’è un Dio di cui sei figlio. Nonostante tutto, nonostante le tue “altalene”, le tue scorribande, il tuo peccato. Battesimo è quando scopri di essere figlio amato perché Dio ha superato anche i confini che tu hai posto pensando che il suo amore non possa arrivare.

 Che te ne fai del tuo Battesimo. Guarda che in quella sorgente c’è una terra di confine. Lasciati condurre da Dio in quella novità che ha inaugurato.

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