sabato 13 ottobre 2012

Omelia 14 ottobre 2012

Ventottesima domenica del T.O.

In questi decenni – ha detto il papa giovedì inaugurando l’Anno della fede - è avanzata una «desertificazione» spirituale. Lo si poteva già intuire ai tempi del Concilio, quando il mondo si misurava con pagine tragiche della storia. Ma ora il vuoto si è diffuso e purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi.
Ma – continua il papa - è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere.
Che cosa è essenziale per vivere? È la domanda che quel tale di cui ci parla il vangelo di oggi rivolge a Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». La vita eterna è la vita piena, beata, felice, quella che non conosce la desertificazione. Che cosa dischiude questa vita? Gesù risponde.

1.    La prima direttrice è nella direzione dei comandamenti. Tu li conosci, osserva Gesù. Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre. È qualcosa che appartiene ad ogni uomo, inscritto nella sua storia. E qualcosa che Dio ha rivelato. Ebbene la strada della vita parte da qui. Quante volte l’ha ripetuto il papa: la crisi economica che stiamo vivendo è una crisi morale. È assenza di un codice etico che orienti la nostra vita, è presunzione di non aver bisogno di regole lasciando, di fatto, che altre subentrino: quelle del tornaconto, delle furberie, della sfacciata presunzione di farla sempre franca. Il degrado sulla scena politico-amministrativa di cui la cronaca ci dà conto in questi giorni ne è il segnale inquietante. Dove non alberga più un principio morale alberga il far-west o il monopolio di pochi che, mentre cerca di assicurarsi la vita, la perde e la fa perdere agli altri.

2.    Ma i comandamenti aprono un secondo appello. Quel tale infatti i comandamenti li osservava, fin dalla giovinezza. E allora Gesù lo guarda con affetto e gli rivela la strada ulteriore: Va’, vendi tutto… E vieni! Seguimi! Doppio punto esclamativo. L’accento non è tanto sulla povertà, ma sulla libertà. Vuoi avere vita? Vivi da persona libera e non lasciarti soffocare. Domenica scorsa a Treviso c’è stata la manifestazione promossa dalle commesse per la chiusura domenicale dei negozi. Mi pare un segnale interessante, in rotta di collisione con quella logica che prende il nome di liberalizzazione e che in realtà non libera, ma rende schiavi. Provate a pensare all’audacia e alla carica profetica della chiesa e della sua messa domenicale tenacemente difesa, anche a costo di non essere capita. La messa della domenica è il più grande atto di libertà mediante il quale una volta alla settimana ritroviamo le nostre aspirazioni più vere. Ci ricordiamo che siamo liberi, sottratti a tutti coloro che vorrebbero imprigionarci: prigionieri del centro commerciale, prigionieri della macchina da lavare, delle pulizie da fare, prigionieri dei compiti di scuola… La tua vita è questione di libertà: non lasciarti intrappolare.

3.    E infine quelle ultime considerazioni sulle ricchezze: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». Stai attento perché non è solo questione di comandamenti e di libertà. È questione anche di vigilanza. Perché le ricchezze sono il grande inganno, che ti può confondere mascherandosi di innocenza. A fine settembre due cinquantenni trevigiani dipendenti da slot sono stati arrestati per aver sottratto, il primo, 12 mila ero al padre ottantenne, il secondo 5 mila euro al figlio venticinquenne. La questione del videopoker è tutt’altro che priva di consistenza e ci fa capire come il denaro può confondere i piani della vita: può sovvertire i anche rapporti familiari, rendendoci estranei o nemici. E dove non ci sono macchinette infernali, a volte, ci sono le eredità che creano dissapori, rivendicazioni e ostilità reciproche.
Gesù ha un antidoto. Ecco, dice Pietro, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. E Gesù: Non c’è nessuno che lasci… e che non trovi… Quando lasci qualcosa, non è detto che sia una perdita. Ci può essere invece l’ingresso in una nuova economia che ti fa trovare quello di cui maggiormente hai bisogno: addirittura il centuplo e la vita eterna. È il centuplo di chi vive nell’amore, unica ricchezza che non va perduta e che apre all’eternità di Dio, perché lui è proprio questo: amore. E quanto investi in tale direzione trovi tutto quello che ti sembra di aver perduto. Come dice Salomone:
Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
Insieme a lei sono venuti tutti gli altri beni.
Forse anche noi dobbiamo pregare per trovare la sapienza della vita, per distinguere ciò che passa da ciò che resta e per continuare a investire nella direzione del vangelo.

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