sabato 19 maggio 2012

Omelia 20 maggio 2012

Ascensione del Signore

Pablo Neruda poeta cileno è una delle figure più importanti della letteratura latino-americana contemporanea. Negli anni cinquanta una sua poesia sembra ricordare il destino dell’uomo: Para subìr al cielo. Per salire al cielo. E il primo verso il poeta lo scrive in maniera ascensionale, dal basso verso l’alto. Che serve per salire al cielo, si chiede Neruda? E pazientemente indica il suo equipaggiamento: due ali, un violino, anzitutto. Ma poi il poeta sembra cercare una sorta di documento di viaggio che descrive così. Per salire al cielo servono
certificati di occhio lungo e lento,
iscrizioni sulle unghie del mandorlo,
titoli dell'erba nel mattino.
A quel destino di eternità fatto di cielo che Gesù ci ha dischiuso si giunge con lo stesso passaporto.

1.    Certificati di occhio lungo e lento. Gli occhi dell’ascensione sono proprio questi. Sono occhi orientati verso la terra, come gli angeli sembrano suggerire, ma occhi che non dimenticano quello che hanno visto e che a quella destinazione pazientemente sanno orientare il destino umano. Lascia brillare nei tuoi occhi il certificato dell’eterno. Mentre ci stiamo preparando al grande incontro delle famiglie che ci sarà a Milano dedicato al lavoro e alla festa, non possiamo non avvertire l’esigenza di uno sguardo lungo. L’economista e filosofo danese Amartya Sen, una delle figure maggiormente consultate in questo tempo di crisi, non ha risparmiato la critica nei confronti di Spagna, Grecia e Italia: «Voi – ha affermato-  avete inventato la democrazia e ora state abdicando a essa sotto la dittatura di finanza, mercati e spread». Democrazia è governare attraverso la discussione - ha aggiunto - e quindi non è soltanto il governo delle maggioranze, né delle quote di Pil come accade nelle società di capitali. Vi sono altri capitali da difendere, tra cui il capitale familiare. Custodire questa risorsa vuol dire prendersi cura dei più deboli, dare coesione al Paese, promuovere il senso della solidarietà e dell’impegno per gli altri. Ecco lo sguardo lungo e lento di Neruda. Ma non è solo del poeta: è lo sguardo del cristiano che intravede il ritorno del suo Signore, in quei segni che già ne anticipano la presenza.

2.    Iscrizioni sulle unghie del mandorlo. Il mandorlo è la prima pianta a fiorire e il poeta l’accosta all’immagine delle unghie quasi che quella pianta volesse afferrare qualcosa. Il cielo contro cui il mandorlo si staglia va afferrato. Noi non viviamo sulla terra da rassegnati, ma in termini desti e fermi, con qualche unghia in azione, perché la speranza non ci sia sottratta. Abbiamo assistito ieri al terribile attentato di Brindisi che ha colpito con vile ferocia dei ragazzi, la primavera del nostro paese. E questo dopo che il paese da nord a sud aveva detto no a mafia e criminalità. Qui ci è chiesto di tirar fuori le unghie, non per rispondere con la violenza alla violenza, ma per non arretrare. Unghie che ci tengono saldi nella persuasione che non può essere una logica mafiosa ad avere la meglio sull’uomo. Gesù invita i suoi discepoli a credere nel vangelo che è loro affidato. E se ci credi le cose cambiano: Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti… Non lasciarti catturare da altre logiche. Rimani aggrappato al vangelo, anche quando le tue unghie sembrano troppo deboli rispetto agli artigli di qualcuno.

3.    E infine un’espressione bellissima: i titoli dell’erba del mattino. Il cielo è aperto dai titoli della speranza. Non i titoli di cui qualcuno ama fregiarsi, non i titoli di borsa, non i titoli allarmistici dei giornali, ma i titoli dell’erba del mattino. Sono i titoli della semplicità racchiusa nelle pieghe del quotidiano. Uno dei film più guardati e più premiati di quest’anno è Quasi amici, la storia vera di un uomo ricco e gravemente disabile assistito da un povero che ha avuto più volte a che fare con la giustizia. L’incontro dei due uomini, ambedue provati dalla vita diventa generatore di valori e di una rigenerazione individuale e collettiva sulla base della solidarietà, dell’amore per la vita, della bellezza. Perché questo film sta avendo questo successo? Forse perché riparte dai titoli dell’erba del mattino e ci pone di fronte a una verità che non è quella che ci raccontano titoli più altisonanti. Qual è la verità? Quella della semplicità, della disponibilità all’altro, della fratellanza, del servizio, dell’umiltà di lasciarci ridisegnare dalla vita e dagli incontri. Che significa ascese dice Paolo, se non che prima discese? E anche il nostro cammino ascensionale percorre la stessa logica. Se vuoi salire fino al cielo, devi scendere fino a chi soffre e dare la mano al povero (M Teresa). Anche a quel povero che sei tu. Perché solo se sei povero hai bisogno del cielo.

Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Il cristiano vive su questa terra, ma ogni tanto lancia un’occhiata verso l’alto, per non essere catturato e per ricordare che c’è un’ascensione già iniziata. Quella di Gesù e quella nostra.

1 commento:

  1. Con la poesia di Neruda e con la tua omelia sull'Ascensione, Gesù mi ha fatto un' altra carezza.

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