domenica 18 settembre 2011

Omelia 18 settembre 2011

Venticinquesima domenica del T. O.
Ricordate l’attrice Claudia Koll? Qualche anno fa ha fatto parlare di sé per la sua conversione. La protagonista di film piuttosto arditi improvvisamente trovava la forza di credere. «Il Signore mi ha attirata in chiesa, mi ha ricreata col sacramento della Riconciliazione. L’eucaristia mi ha ridato le forze. Mi accorgevo che il mio cuore stava cambiando, così ho cominciato a mettere ordine nella mia vita e a modificare i miei comportamenti». Quando capitano fatti di questo genere da un lato rimaniamo ammirati, dall’altro siamo presi da qualche sentimento di rivalsa, tipico di chi viene superato a destra. “Te la sei goduta per tutta la vita ed ora ti converti: troppo comodo!”.
Il vangelo di oggi ci fa riflettere su questo stato d’animo che talvolta nasce anche in noi. Ma non c’è in gioco un semplice sentimento bensì l’immagine di Dio, la comprensione del suo modo di agire, l’idea del cristianesimo. I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Dobbiamo ritrovare i pensieri di Dio. Quali?
1.    Il primo pensiero riguarda la vita cristiana. Il vangelo ne parla come di una vigna che, nel mondo biblico, è una particolare proprietà alla quale si è affettivamente legati. Non è un semplice appezzamento: è un legame di famiglia, un’eredità da cui non ci si può separare e che costituisce oggetto di preoccupazione e di cura, di investimento e di sogno. Se hai una vigna vuoi che sia bella, che porti frutto e produca il vino migliore. Dio mentre chiama gli operai non intende opprimerli, ma coinvolgerli in un progetto meraviglioso cui crede con tutte le sue forze. Gli operai della prima ora non l’hanno capito. Essi hanno registrato una disuguaglianza e del lavoro ricordano solo il peso della giornata e il caldo. A volte anche noi siamo così e ci sfugge la bellezza di quello che stiamo vivendo. Cogliamo l’impegno della vita cristiana e non il dono, la responsabilità e non la creatività che possiamo recare, i comandamenti e non la beatitudine. E allora la testimonianza ci sembra insopportabile, l’impegno in parrocchia esagerato, la coerenza evangelica una restrizione del divertimento. Ma dove sei? In prigione? Se vivi l’esistenza cristiana in questo modo ti sei perso per strada qualcosa, perché il cristiano è condotto non da un codice di procedura, ma dalla Bella notizia.

2.    Il secondo pensiero riguarda Dio e il suo modo di fare. I lavoratori assunti a tutte le ore vengono pagati alla stessa maniera, secondo i compensi più alti. E qui la mentalità sindacale va in crisi perché i primi pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma il padrone presenta ragioni diverse dal contabile. La ragione dell’eccedenza: Voglio dare a quest’ultimo quanto a te. E la ragione della bontà: Sei invidioso perché sono buono? Nella vigna si scopre un Dio che non è quello che abbiamo in mente. Forse il cristianesimo in questo nostro tempo ha proprio la missione di dire: “Dio non è così” perché in circolazioni vi sono alcune immagini divine che, più che corrispondere alla modalità con cui Dio si è rivelato, corrispondono a quello che abbiamo in mente noi. Un Dio indifferente o assente per giustificare il fatto che non fa quello che vogliamo; un Dio non dimostrabile perché non passa attraverso le equazioni della matematica; un Dio fatto di buon senso e che non dice nulla di più di quello che abbiamo in mente noi. Dio ci prende in contropiede e ci dice: “Ma chi hai conosciuto? Io non sono così!”.
Pensate alla tragedia alimentare del Corno d’Africa, dovuta alla carestia e alla guerra. Abbiamo già tanti problemi economici da risolvere: perché impegnarci con quella gente, dato che è quasi impossibile anche solo poterci arrivare? Forse andiamo proprio per dire: Dio non è così, né vuole così. Un Dio che non si rassegna alla fame e ci ricorda la carità, un Dio che non si limita a intervenire con i suoi devoti ma c’è per tutti, un Dio che non si dà pace di fronte all’indifferenza del mondo e ci invita ad essere coscienza critica. I cristiani sono segno di un’economia diversa sul mercato finanziario del mondo, perché il loro Dio è diverso. Chi hai incontrato?
3.    Il terzo pensiero riguarda il rovesciamento delle precedenze correnti: gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi. Se Dio ha questo criterio, perché non impari a praticarlo? Pensate a quello che sta avvenendo in numerose aziende a rischio chiusura: ci sono dei tagli da operare e, pensando che riguardino sempre qualche altro, si pensa a portare a casa la propria pelle. Perché sono più efficiente di altri, perché sono più anziano, perché me lo merito… E se il percorso da fare fosse quello di rinunciare tutti a qualcosa per continuare tutti a prendere qualcosa? Non saremo un po’ più simili al padrone della vigna?

I miei pensieri non sono i vostri pensieri. La vita cristiana è un cambio di mentalità, la possibilità di mettere da parte il pallottoliere del mondo e di praticare una nuova economia. Quella di cui già siamo partecipi e quella che ci è chiesto di trafficare sulla trama delle relazioni e delle scelte.

1 commento:

  1. Che bello trovare un'omelia on line! Magari tornando a casa dalla messa si può focalizzare meglio il messaggio e tenerlo che ci accompagni per il resto della settimana. Grazie per questo modo di essere vicini alla gente....mt

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