martedì 6 agosto 2019

Omelia esequie Devis Beltrame


Funerale Devis Beltrame (30 lug. 2019)

(Rom 8,31-35.37-39 / Lc 12,35-40)


Gesù ce lo ripete molte volte e la vita con i suoi imprevisti torna a ribadire il concetto: Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone. A volte raccogliamo l’invito e riprendiamo le misure dei giorni, a volte siamo un po’ distratti e ci lasciamo catturare da quello che non serve o da quello che, pur urgente e necessario, rischia di occultare altri aspetti importanti della vita. La morte di un giovane è un momento di dolore, specialmente per chi gli ha voluto bene, ma può diventare l’occasione per tornare alla vita e alla sua verità, per distinguere ciò che resta da ciò che passa, per riaccendere la lucerna, rimettere la cintura ai fianchi e riprendere il cammino, senza il rischio di inciampare nei nostri appesantimenti.

Neanche Devis è stato esente da questi pericoli, ma ora, di fronte al Signore, osserva un orizzonte differente e rivolge anche a noi l’invito a guardare la vita con gli occhi di Dio. È lui il padrone, noi siamo amministratori, chiamati a raccogliere i suoi doni, a usarli bene, a farne investimento buono, per noi e per gli altri. Cerchiamo allora di raccogliere qualche indicazione e di ricollocare la nostra vita sulle strade di Dio. Tre riflessioni: Sei ricco. Sta attento. Non sei mai perduto.

1.    Sei ricco. I nostri occhi malati spesso vedono negli altri solo i limiti e le pesantezze. Ma Dio non è così. Lui vede il buono che c’è nel cuore di ciascuno, vede le sue potenzialità, il bene che può fare, perché questo tesoro ce l’ha messo lui. Anche nel cuore di Devis era nascosta la bontà. Anche se la vita l’ha portato su strade che era meglio non prendere, lui custodiva l’impronta di un ragazzo sensibile, pronto e generoso. Alcuni legami erano intensi, pieni di attenzione e di affetto, in particolare quello con sua madre nella quale trovava una sorta di rifugio; nel lavoro non si tirava indietro anche quando le sue difficoltà erano evidenti; era anche capace di gesti di vicinanza e solidarietà come quello di dare una mano a qualcuno o di accorgersi di un amico malato e di andarlo a trovare ogni giorno, per mesi. Dio ci ha pensati così, ricchi di un dono che cresce. Ci ha dato una dotazione di base perché la nostra vita sia bella, perché con essa contribuiamo a rendere più bello anche questo nostro mondo, perché anche quando qualcuno dice “tutti utili, nessuno indispensabile” ci ricordiamo che il dono che possediamo è solo nostro e qualche volta può fare la differenza. Sei ricco di te, sei ricco di vita, sei ricco di Dio. Non dimenticarlo.

2.    E proprio perché hai questa ricchezza, sta attento. Sta attento che qualcuno non te la rubi. Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche Devis ha fatto i conti con il ladro, con qualcuno che ha cercato di saccheggiare la sua vita. Non ci interessa indagare sulle sue scelte e sulle sue responsabilità. La conclusione della vita di un uomo è accompagnata dai giudizi di Dio, non dai tribunali terreni: le nostre analisi sono sempre limitate e le nostre sentenze inopportune e fuorvianti. Però, se il Signore ci mette in guardia dal ladro, alcune situazioni non bisogna trascurarle. Perché  il tuo desiderio di felicità può essere autentico, ma non tutte le risposte lo compiono. Fa’ attenzione a chi frequenti: non tutti sono amici. Fa’ attenzione a quello che assumi: non tutto ti fa bene. Fa’ attenzione ai soldi che hai e ai soldi che vorresti: la ricchezza vera è quella dentro di te. Fa’ attenzione a come agisci e reagisci perché anche quando pensi di essere libero in realtà puoi essere prigioniero: di te stesso, delle tue pretese e delle tue paure. Occhio al ladro. Un avvertimento per ogni individuo, per una famiglia che fa crescere dei figli, anche per una comunità alla quale il Signore sempre chiederà conto: Dov’è tuo fratello? E se in parrocchia o in paese ci interroghiamo sulle opportunità da offrire ai ragazzi e se vogliamo costruire un oratorio, è perché non vogliamo piangerli da morti ma custodirli da vivi. Perché si accorgano di ciò che possiedono, perché niente e nessuno ce li rubi.

3.    Infine il terzo messaggio: Non sei mai perduto. Oggi siamo qui anche per questo. Per ricordarci una pagina importante del vangelo: quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta, quella del figlio ritrovato. Per Dio non sei mai un perduto. Puoi sparire dai circuiti sociali, da quelli produttivi, puoi sparire da una comunità che vuole darti una mano, lasciandola più disorientata di te, ma non sparisci mai dal cuore di Dio. A volte noi guardiamo la vita con un certo disincanto che ci porta a collocare invalicabili segnalazioni di impraticabilità come se la strada fosse chiusa per sempre. Per Dio non è mai così. E continua a starci accanto, a volerci bene, a venire in cerca, anche quando sa che l’unica possibilità sarà quella dell’eterno, nell’ora della nostra morte. Chi ci separerà dall’more di Dio in Cristo Gesù? È la pagina scandalosa dell’amore di Dio che ci è accanto non perché ce lo meritiamo, ma perché è buono. Perché la sua giustizia è la misericordia, è perdono, è il perduto ritrovato. A questo abbraccio affidiamo Devis convinti che Dio veda meglio di come vediamo noi. Affidiamo anche la sua famiglia perché non venga loro meno la speranza e la pace. Affidiamo anche questa nostra comunità, civile e cristiana, perché sappia sempre promuovere la vita e difenderla da ogni impoverimento, nei giovani che l'accolgono, negli adulti che la testimoniano. 

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