venerdì 25 dicembre 2015

Omelia Natale 2015


NATALE 2015


Le immagini di Papa Francesco che apre la Porta Santa sono state accompagnate da una certa resistenza che i battenti hanno esercitato sulla pressione del Pontefice. Per alcuni istanti sembrava infatti che quelle porte non volessero aprirsi, finché con un po’ di decisione il varco è stato dischiuso. Quelle porte sono l’icona della nostra vita, talora ostile alla pressione di Dio ma non così tanto da resistergli per sempre, perché lui ostinatamente preme perché gli facciamo posto e lo lasciamo entrare. E, a Natale, a Dio piace tornare a bussare e a sospingere le diffidenze umane oltre le nostre linee di confino, oltre la pretesa di essere a posto e non aver bisogno di Dio. Come si apre la porta a Dio?

1.    Stai attento all’imperatore e smetti di fare l’imperatore. Il vangelo di questa notte inizia con il censimento di Cesare Augusto. L’imperatore non ha bisogno di Dio. È lui Dio e decide la storia secondo i registri dell’anagrafe imperiale. Il resto non conta, anzi è una potenziale minaccia. A volte Dio non entra nella nostra vita perché siamo blindati dentro a complessi sistemi che gli impediscono l’accesso. Il sistema lavoro che con le sue regole non solo ti impedisce di dare tempo necessario alla famiglia, ma ti sta rubando a te stesso: e non ti rendi conto che Dio sta bussando alle porte di casa per restituirti a ciò che conta. Il sistema secolarizzazione: oggi c’è un politically correct che ti vuole convincere che Dio non è tra le questioni determinati della vita e che anzi, devi pure evitare di parlarne. Ma alla fine scopri che non sei affatto più libero, anzi sei sottomesso a un pensiero unico che diventa più ideologico di quella che combatti come un’ideologia. Pensate a quella donna che nei giorni scorsi è andata in Svizzera per farla finita. È vero che la malattia deve avere l’ultima drammatica parola sulla nostra vita o una parola possiamo dirla anche noi? Sta attento agli imperatori di turno, ai dominatori che vogliono censirti nei loro registri.

2.    Làsciati sorprendere. La porta è aperta quando ti accorgi che l’impensabile sta succedendo. Sono i pastori a capirlo per primi, abituati com’erano a vegliare di notte. Si rendono conto che la notte è abitata da movimenti inconsueti che squarciano l’oscurità. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Prova a guardarti intorno: dove si sta aprendo una feritoia di luce nella tua vita? I giorni scorsi sono stati occupati dalla polemica sul presepe. Ma il presepe non è il mezzo metro quadro di muschio che mettiamo in casa e che intendiamo difendere contro un barbaro invasore. Il presepe è la presenza di Dio che ci sorprende, crea novità e rivendica spazio nella tua vita. Che bella la vicenda del Gesù pellegrino animata dai bambini della scuola materna. Portavano a casa a turno la statuetta di Gesù e quell’ospite diventava l’occasione per riscoprire la bellezza di stare insieme, di ricollocare Dio tra le vicende importanti di una famiglia, di trovare il coraggio di pregare. Il Signore che si fa bambino ama sorprenderci con i bambini! Ma bella anche la testimonianza di un imprenditore che in questi giorni, interrogandosi su come nella sua azienda potesse vivere da cristiano, mi diceva: il Signore l’ho visto in un paio di donne che sono venute a ringraziarmi per essere riuscito a garantire loro quattro ore di lavoro. E capisci che mentre apri una porta a un dipendente, una porta si apre anche per te. Quella di Dio attraverso la quale scopri di non aver ceduto la tua umanità.

3.    Infine la porta di Dio si apre quando alla gloria sua nei cieli si accompagna la pace sulla terra. Proprio come cantano gli angeli. Vuol dire che la porta di Dio ha a che fare con le porte di casa nostra che possiamo chiudere e aprire. Perché continuare a star male e a farsi del male? Non sentite il canto degli angeli? C’è un dialogo molto bello nel film Invictus, dedicato a Nelson Mandela. Gli chiede François Pienaar, capitano della nazionale di rugby: «Come ha fatto a passare trent'anni in una minuscola cella e a perdonare quelli che ce l'avevano con lei?». E Mandela risponde: «Sono io il padrone del mio destino, il capitano della mia anima». Ecco come si apre la porta. Rimanendo capitano della tua anima, senza lasciarti dominare dal rancore, dalla gelosia, dai rimorsi, dalle ritorsioni, dalla chiusura. Fa’ che l’Anno della Misericordia sia anche nella pace che doni e ricevi; e l’indulgenza plenaria passerà anche su questa porta, senza troppe cerimonie, ma con molta verità.

Prova a fare un po’ di pressione. Vedrai che i battenti si aprono e che il Buon Natale che cerchi è proprio qua.


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