domenica 13 settembre 2015

Omelia 13 settembre 2015

VENTIQUATTRESIMA DOMENICA DEL T.O.

Giovedì sera sono stato ad un incontro a Villa Foscarini. No clandestini a Godego. E mentre venivano esposte alcune considerazioni in relazione al problema dei profughi, emergeva anche la questione religiosa. «Noi siamo cristiani – diceva qualcuno - e non vogliamo che venga gente a soppiantare le nostre tradizioni, i nostri simboli: il crocifisso deve stare appeso alle pareti». Francamente non ho mai visto migranti prendersela con il crocifisso: in genere quell’immagine dà fastidio a chi ha forse qualche difficoltà ad accogliere tale logica e ad accettare che essa sia stata riferimento fondante per buona parte della storia occidentale. E poi si parlava della carità: «Anch’io faccio la carità, ma la faccio a parenti e vicini di casa. Tanti discorsi per i profughi , ma per quelli di Godego cosa si fa?». Come se ci fosse un ferito che perde sangue e noi dicessimo: E per quelli che hanno l’influenza cosa facciamo? Mi pare anche che l’icona biblica della carità sia il buon samaritano, guarda caso un uomo ferito e uno straniero. La duplice domande del vangelo, dunque, ci riguarda: La gente chi dice che io sia? Ma voi chi dite che io sia? Hai compreso bene chi è il Signore, qual è il suo vangelo? O rimani prigioniero della gente, di idee solo perché vanno di moda o perché in fondo ti fanno più comodo? Come si risponde alla domanda di Gesù? 
  1. Anzitutto è importante la consapevolezza di essere di fronte ad una domanda sempre aperta. Pietro dichiara: Tu sei il Cristo. Ma questo non esaurisce la ricerca. Anzi, quando, contando sulla bella figura, Pietro si sente in dovere di insegnare a Gesù a fare il Messia, Gesù lo chiama Satana e lo accusa di pensare secondo gli uomini e non secondo Dio. L’apostolo dovrà raccogliere molte altre tessere del mosaico che Gesù gli offre per capire chi sia. Dovrà passare soprattutto per l’esperienza pasquale mettendo in conto anche la croce. Inizia a rispondere alla domanda di Gesù, ma non sentirti mai troppo tranquillo nella risposta, perché il Signore ha sempre qualcosa di nuovo da suggerirti. E quando pensi di doverlo addirittura difendere contro presunti attacchi, verifica se stai difendendo lui o non piuttosto te stesso. Le parole di Giacomo, ad esempio, sono una seria verifica: la fede senza le opere è morta. Non è che vivi una fede a parole, mentre il Signore ti dà appuntamento sulle opere? Chi è Gesù? Un bel discorso?

  2. Altro aspetto necessario è la frequentazione di Gesù. Quando infatti Pietro pretende di istruire il Maestro, Gesù  gli dice: Va’ dietro a me. Vuol dire: ritrova il posto giusto, il posto del discepolo che segue. Ecco, tu non capisci chi è Gesù se non ci vivi insieme, se non lo segui sulle strade che ti indica. Pensate all’insistenza con cui l’Unione Europea incoraggia il riconoscimento delle unioni omossessuali richiamando l’Italia ai parametri comunitari. Sembra che questo sia il problema del momento, tanto da sentirci prigionieri di una “anacronistica cultura cattolica” che impedisce l’emancipazione del Paese. Che significa essere cristiani? Assecondare discutibili dichiarazioni di libertà o seguire Gesù Cristo? In Europa sono riconosciuti molti altri diritti, come quello all’istruzione paritaria e gratuita, ma qui non ci sono battaglie italiane. Attento dunque che quella che viene presentata come libertà ed emancipazione non sia ideologia, che difende gli interessi di qualcuno e mina il bene comune. Da uno stato mi aspetto anzitutto la tutela della famiglia, la possibilità che un padre e una madre possano mettere al mondo un figlio e la sicurezza che un figlio abbia un padre o una madre, visto che finora, pur con varie e spericolate acrobazie, un padre e una madre all’origine della vita ci sono sempre. Guarda cosa sta producendo la logica dell’utero in affitto. Un riconoscimento a coppie omossessuali non può essere lesivo del riconoscimento della dignità di chi metti al mondo e di chi vorresti adoperare per questa operazione. Va dietro a me, Satana, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.

  3. Infine alla domanda di Gesù si risponde accettando la logica della croce. Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Croce vuol dire: accetto di affidare la mia realizzazione a qualcun altro che la sa più lunga di me, anche quando mi pare di perdermi: Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Affida la tua vita al Vangelo. Chiaro che la situazione dei profughi ci fa paura e ci pare di perderci, ma è la strada dove il Signore forse oggi ci dà appuntamento per aiutarci a ritrovare il suo progetto, la fraternità, l’umanità rispetto a un occidente che arriva ad utilizzare le sue sedi diplomatiche per vendere gommoni, un Occidente che si sta rendendo conto che gli scafisti sono a casa sua, che esso stesso è quello scafista di cui inorridisce. Si stanno diffondendo le marce dei piedi nudi. L’esodo cui stiamo assistendo non è solo quello dei popoli in marcia, è soprattutto il nostro esodo, quello che il Signore ci apre per metterci in cammino per ritrovare la parte migliore di quello che siamo.

    Ma voi chi dite che io sia? Che la domanda di Gesù ci scuota e che il vangelo torni a farci pensare secondo Dio e non secondo gli uomini.

Nessun commento:

Posta un commento