sabato 3 novembre 2012

Omelia 4 novembre 2012

Trentunesima domenica del T. O.

Lo scrittore tedesco Herman Hesse, in una sua opera pubblicata dopo la morte, afferma: I libri hanno valore soltanto se conducono alla vita, se servono e giovano alla vita, ed è sprecata ogni ora di lettura dalla quale non venga al lettore una scintilla di forza, un presagio di nuova giovinezza, un alito di nuova freschezza. (Scritti letterari I, 1972).
Forse è anche l’idea che sta nel cuore di quello scriba che raggiunge Gesù per domandargli: Qual è il primo dei comandamenti? Uno scriba è uno che di libri se ne intende e in Israele il suo compito è quello di scrutare le Scritture, di commentarle, di ordinarle. Ma, ricondotte alla loro essenza, - sembra chiedere quest’uomo - quale messaggio contengono? Quale scintilla di vita?
È un’occasione che ci viene offerta per ripensare alla fede, ai comandamenti, alle parole che ascoltiamo ogni domenica, al modo con cui viviamo l’esistenza credente: che cosa viene prima? Che cosa racchiude in sé la giovinezza del cristianesimo?

1.    La risposta Gesù inizia a darla richiamando l’antico invito del Deuteronomio, che costituisce la preghiera che gli ebrei osservanti recitano anche oggi al mattino e alla sera: Ascolta, Israele. Per primo c’è l’ascolto. Israele prende coscienza della propria identità perché Dio parla. Questo è il primo comandamento: in quella parola che viene dall’alto è custodita la misura compiuta dell’esistenza, quella che ti ricorda il limite di molte altre parole che vorrebbero scalzarla. In questi giorni tra Londra e Edimburgo ci sono una serie di eventi legati al Fertility Show, dove si parla di concepimento, di gravidanza, di inseminazione, di interruzione. Appuntamenti tra conferenze e stand espositivi che affermano di promuovere la vera parità tra donna e uomo dando finalmente alla donna la possibilità di decidere di sé senza “rimanere vittima della propria fertilità”. E poi i centri fertilità che espongono le loro tecniche di fecondazione con diagnosi reimpianto che “garantisce l’eliminazione di embrioni di scarsa qualità”. Abbiamo scollegato l’ascolto di Dio nell’area della vita e immediatamente prendono posto altre parole, come quelle della Exelgyn, l’azienda che commercializza la pillola abortiva RU486, che è lo sponsor principale del congresso. Ascolta, Israele. Il Signore tuo Dio è l’unico Dio…

2.    Il secondo invito di Gesù è quello di collegare la propria vita all’amore. Qual è la scintilla del cristianesimo? L’amore. Ma perché l’amore sia tale, deve trovare sempre le proporzioni di Dio e l’affidabilità nell’altro. Le dimensioni di Dio ti ricordano che l’amore reca con sé tutto ciò che sei: il tuo cuore, la tua anima, la tua mente, la tua forza. Non lasciarti sottodimensionare in progetti che parlano d’amore, ma che mancano di affetto, di intelligenza, di volontà.
Il prossimo ti ricorda che l’amore non è un’astrazione, ma la possibilità di essere restituiti a se stessi e di capire che sei fatto per amare ed essere amato.
Su questo orizzonte d’amore sentiamo quanto siano strette alcune prospettive che oggi vengono barattate come amore nascondendo qualcos’altro.
Mi fa tristezza, ad esempio, il modo con cui un paio di emittenti televisive trattano la questione della sessualità, proponendo trasmissioni mascherate di educational, ad un target giovanile che, mentre sembra rigettare vecchi tabù, cade nelle secche di un amore immiserito nei saldi di fine stagione. Ma chi sono gli esperti dell’amore umano? La pornostar che ammiccando allo share interviene con i suoi preziosi consigli? I corsi accelerati di trivialità animalesche con cui puoi trasformare un rapporto di coppia stantio? E anche i sessuologi, guru della rinnovata intesa di coppia: abbiamo verificato che idea di uomo hanno in mente? Le indicazioni cristiane in materia di sessualità ci sembrano anacronistiche ma forse esse intendevano custodire l’amore e in esse l’uomo stesso. Con tutto ciò che gli appartiene e con l’altro che gli è affidato.

3.    Ed infine ci fa riflettere il modo con cui si conclude il dialogo tra Gesù e lo scriba: Non sei lontano dal regno di Dio. Vuol dire che siamo sulla strada giusta, ma c’è ancora un piccolo tratto da fare. Perché il primo comandamento cristiano non è “ama Dio e ama il prossimo” ma quello di Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. La forza del cristianesimo è nel come di Gesù. È un “come” intriso di sorpresa, mai scontato, nel quale l’amore cresce e stupisce innanzitutto chi se ne scopre capace. Amore che ti fa resistere al tuo posto, amore che sconsideratamente perdona, amore che trasforma il sospetto con la solidarietà…

Qual è il primo dei comandamenti? La fede cristiana non è un codice da osservare, ma amore da vivere. Gesù ce ne rende partecipi perché ne riconosciamo le misure compiute della nostra vita e la bella notizia per ogni uomo. Perché continui esser e tale o perché ritorni ad esserlo.

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