lunedì 5 marzo 2012

Omelia 4 marzo 2012

Seconda domenica di quaresima

Se n’è andato Lucio Dalla e in questi momenti tra i ricordi e le canzoni emergono anche la sua fisionomia di cristiano e la spontaneità della sua fede pur in una vita movimentata e scelte non sempre condivisibili. Credo in Dio perché è il mio Dio, affermava e la fede è uno dei miei punti fermi e una delle poche certezze che ho. Parlando una volta della morte esordì dicendo: «La morte? È solo la fine del primo tempo». È un’espressione molto bella, da credente, che ci consente di entrare nella vicenda della Trasfigurazione. È come se Gesù che ripetutamente aveva parlato ai suoi discepoli dell’oscura prospettiva che lo stava attendendo, volesse rassicurarli: è solo il primo tempo. C’è qualcosa di nuovo che avanza. La Trasfigurazione è l’anticipo della luce pasquale, la rassicurazione che la morte non può avere la meglio sulla vita dell’uomo. E Gesù conduce i suoi discepoli in tale prospettiva perché quando ogni ombra si addensa non dimentichino la speranza che li attende. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Non di meno però quel cammino è impegnativo, in salita su un alto monte, la cui altezza non è tanto di tipo orografico quanto piuttosto esistenziale. Cerchiamo dunque di comprende che cosa avviene sopra quel monte.

1.    Anzitutto c’è questa sorprendente trasformazione modellata dalla luce. Marco con il suo linguaggio immediato rende la straordinarietà dell’evento parlando del bucato: nessun lavandaio della terra potrebbe ottenere un simile effetto. Già, perché non siamo sulla terra, ma nel cielo! Ecco, la Trasfigurazione è un giorno di cielo donato agli uomini. In molte piazze italiane si svolge oggi la “Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro”, promossa dall’European sunday alliance. «Oggi non fare shopping! La domenica non ha prezzo», dicono i sostenitori. È bella questa coscienza che si diffonde in un continente che talvolta prende le distanze dalle sue radici cristiane. Nel nostro Paese la manifestazione assume un significato particolare all’indomani del decreto salva-Italia per il quale i negozi potranno rimanere aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, domeniche comprese. La crisi, sostengono in molti, si batte moltiplicando le occasioni d’acquisto, facendo ripartire i consumi interni. Ma ci si potrebbe anche chiedere se il problema sia la mancanza di occasioni per spendere o i soldi per poterlo fare. Non c’è solo la crisi economica a rendere fosco il quadro storico attuale. Molte volte siamo stati aiutati a cogliere anche la crisi dei valori e dei significati. La domenica è comprensione nuova nel modo di vivere il tempo, è riaffermazione dei legami familiari, è monito a credere che il negotium non costituisce l’orizzonte ultimo perché al nuovo Aiì non vendono la vicinanza ai tuoi figli, l’impegno educativo, l’approccio all’assoluto. La domenica ti trasfigura se sali sul monte, rinunci alle basse quote del 3X2 e cerchi una nuova gratuità.

2.    Rabbi, è bello per noi essere qui. C’è Trasfigurazione se cerchi il bello dell’esistenza. Oggi siamo ossessionati dal bello e dai concorsi che lo determinano. Ma il bello che Pietro segnala non è legato all’apparire: è bello essere qui. La bellezza è legata alla presenza e alla permanenza nella manifestazione di Dio, nei suoi progetti, nella storia con lui, come Mosè e Elia stanno testimoniare. Fede cristiana è scoprire insieme a Pietro la bellezza del vivere, dando al quotidiano il gusto di Dio all’inizio della giornata, al lavoro, alla scuola, al tempo che passo in famiglia. È un modo diverso di pensare la bellezza che oggi cerchiamo in uno sfarfallio di esperienze sulle quali non mettiamo residenza prolungata. Siamo sempre attratti da qualcosa di più seducente che scalza la scena precedente. Il bello invece è sguardo nuovo che ti accompagna, come i discepoli che ad un certo punto scendono dal monte, ma – nota l’evangelista - non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Che può voler dire: non videro più quella visione, ma anche: non ebbero occhi che per Gesù solo che da quel momento cambia il loro modo di vedere le cose. Ecco il bello della vita: ti rendi conto che c’è Gesù che ti accompagna e rende un tantino diverse le cose che vivi.

3.    Un tantino perché la Trasfigurazione non risolve tutti i problemi e non riduce la tue domande. E ti riapre le strade della fede: di chi ti fidi? Di chi si fida Abramo mentre se ne sta sul monte con suo figlio? Si fida di Dio, anche se quello è uno strano modo di dimostrarlo. Dio però spinge Abramo in quella prova proprio per fargli capire che il Dio che ha incontrato non è l’ammazza figli, ma il Dio alleato, che sul monte provvede. Anche Gesù è sul monte e anche lui dice la stessa cosa: potete fidarvi di Dio. Nei giornali di questi giorni ha avuto molta eco la proposta del patriarcato di Venezia rivolta al digiuno non solo dal pranzo, anche dall’acquisto del “gratta e vinci” e da tutti gli altri giochi collegati alla fortuna che rappresentano ormai un’emergenza sociale, morale, anche economica (con i pensionati che di mattina presto si presentano al casinò). Il fenomeno sta assumendo dimensioni enormi: 76,5 miliardi giocati nel 2011, in media 1.200 euro a persona, neonati compresi. Ecco qua la domanda: di chi ti fidi? La Trasfigurazione inizia quando consegni la tua vita al Signore e al suo vangelo. Là c’è la tua fortuna che non attende il colpo gobbo ma che è già esperienza in atto. Anche nel primo tempo.

1 commento:

  1. grazie delle riflessioni sempre utili per comprendere il senso della vita avere speranza sapere che non siamo soli ma c'è Dio disposto a prenderci per mano se noi ci fidiamo di allungargli la nostra. antonio

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