lunedì 10 giugno 2019

Omelia Pentecoste 9 giugno 2019


Pentecoste 2019

C’era un video assurdo che circolava in rete in questi giorni. Due pescatori della Groenlandia che catturano uno squalo, gli tagliano la coda e lo buttano in acqua sghignazzando: «Buona fortuna col nuoto, bastardo». Con l’accortezza di riprendere la scena, prontamente pubblicata. Mi pare la fotografia drammatica dei nostri giorni, di quello che siamo e possiamo diventare; in questo gesto non c’è solo la deprecabile violenza nei confronti di un animale, c’è invece qualcosa di cinico, di spietato, una lucida malvagità, in cui un individuo trova godimento facendo del male. Forse non solo a dei pesci. Basta pensare a quando in mare finisce gente buttata da mercenari senza scrupoli. E allora ti viene da dire: che cosa c’è nel cuore dell’uomo se facciamo gesti del genere, quali oscurità ci abitano? Chi è lo squalo? Forse è proprio per questo che Gesù ci regala il suo Spirito, perché nei nostri polmoni ci sia un’aria differente da quella velenosa che talvolta respiriamo, magari credendo che sia l’unica aria possibile.
Fratelli, voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Dove ci conduce lo Spirito? Come agisce in noi?
1.    Ci sintonizza con Gesù e con il suo pensiero. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Lo Spirito riattiva la memoria perché spesso è intaccata da virus che cancellano un patrimonio prezioso che ci appartiene, quello cristiano, ma anche quello che di cristiano abbiamo vissuto nella nostra vita. Ad esempio, mi capita con una certa frequenza che gli sposi perdano dopo un po’ la memoria del loro matrimonio; non perché si lascino, ma perché la loro identità di genitori e di nonni erode quella degli sposi. Raccomandazioni ai figli, parole di affetto, sostegno nella scuola, aiuto nelle competizioni della vita e del lavoro. Poi i figli se ne vanno e i due rimangono a casa e non sanno più cosa dirsi. Sono diventati estranei l’uno all’altro. La vita si riempie di vuoto, di sostituzioni affettive, di reciproca insopportabilità. A volte ci si salva diventano nonni, ma è un salvataggio a metà, perché figli e nipoti non hanno bisogno solo di servizi, ma di una testimonianza d’amore vero. Lascia che lo Spirito ricordi ciò che il Signore vi ha detto nel matrimonio, che riattivi la memoria dell’innamoramento, della complicità, della tenerezza.
2.    Lo Spirito crea relazione di famiglia. Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito che ci fa conoscere Dio come Padre ci regala gli altri come fratelli. Questa è la strada per non diventare squali. In questa settimana abbiamo appreso la notizia tristissima di quella ragazza olandese che ha deciso di farla finita. Non è eutanasia; è un suicidio assistito, complice uno stato che invece di sostenere finisce per «incentivare e organizzare la morte dei suoi cittadini preda della disperazione», come in una frase ha riassunto il bioeticista olandese Theo Boer. Una soluzione che sembra raccoman-dabile come le altre, avvalorata dal fatto che se l’ha fatta qualcuno, altri la possono seguire. È la cultura dello scarto che si impossessa di noi. Diverso invece quel compito in classe premiato dal Senato della Repubblica, come miglior tema dell’anno in cui una quindicenne friulana parlando della nonna malata di Alzheimer ha scritto: Vorrei poter raccontare di gite al parco e fiabe lette, ma non sarebbe la nostra storia. A noi non è stato concesso il tempo di fare queste cose. Ma sono infinitamente grata per avere avuto quello di amarti, di essermi potuta rendere conto di quanto una persona possa essere fondamentale anche se non si ricorda il tuo nome e non ti riconosce più. Che bello. Lo Spirito ha stabilito relazione, anche dove sembrava impossibile. E la relazione è diventata vita.
3.    Infine lo Spirito ci restituisce a noi stessi quando ci fa parlare lingue nuove. È quello che succede agli apostoli che escono dal cenacolo. Lingue di fuoco che scendono e linguaggio nuovo che ne deriva: cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Prova a parlare in maniera diversa. E esci allo scoperto. Pensate ad esempio alla sentenza della Cassazione che nei giorni scorsi si è espressa in materia di prostituzione. Qualcuno aveva evocato la libertà sessuale, come diritto che ricade nell’articolo 2 della Costituzione, che tutela i «diritti inviolabili dell’uomo». La domanda, in estrema sintesi, era: quando la scelta di prostituirsi è esercizio di libertà sessuale, perché deve essere accusato di favoreggiamento chi la «agevola»? Ancora: poiché oggi esiste la figura della escort, perché chi mette in contatto queste «professioniste» con i clienti deve essere accusato di favoreggiamento della prostituzione? Ieri la Corte Costituzionale ha diffuso i motivi del rigetto del ricorso: anche se la scelta «appare inizialmente libera», essa conduce spesso in un «circuito dal quale sarà difficile uscire volontariamente» e comunque si tratta di una scelta che mette a rischio l’integrità fisica e la salute delle donne. E noi che ci nascondiamo dietro l’ipocrisia del “mestiere più antico del mondo”: mestiere o schiavitù? Parlare lingua nuove. Ma non novità delle mode, la novità di Dio, l’unico che fa nuove tutte le cose.
Lo Spirito ci viene regalato per questo. Il suo soffio talvolta ci sovverte, ma ci indica strade di libertà e di verità. Per noi e per il mondo.

1 commento:

  1. Salve don Gerardo. Prendere parte di cinismo, essere degli indifferenti, fare crudele insistenza sulla debolezza di un altro, è una tentazione che distoglie l'uomo dalla sua vera natura. Dalla sua "altezza" di figlio stimato, amato, sorretto.
    Avrei le carte in regola per diventare una cinica personcina, rancorosa e delusa, perché delusa, perché tradita.
    Invece le porto la notizia primaverile che Gesù Amore è vivissimo nel piccolo cuore "malato" che l'aspetta sempre, che in amicizia non riesce a pensare una vita intera privata della sua vista, che è trascorso troppo tempo, sono scrosciate acque difficili, silenzi ottenebranti, eppure le voglio ancora bene e le sono vicina nello Spirito del Risorto. Libera di affermarlo e augurarle ogni bene in Maria Madre fatta Chiesa.

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