Sesta domenica di Pasqua
Quanti cuori
popolano il nostro quotidiano! Di ogni forma e colore ci ricordano che l’amore
è l’anima dell’esistenza. Eppure la varietà delle rappresentazioni denota anche
la nostra fatica a dare un volto chiaro all’amore e il rischio di attribuire ad
esso significati differenti se non addirittura contraddittori: pensate alla
realtà della famiglia e al modo con cui cerchiamo di identificare l’amore di
due persone che danno forma a tale realtà. Anche Gesù oggi raccomanda ai
discepoli di vivere nell’amore: «Rimanete
nel mio amore». Di che amore si tratta?
1.
Intanto è l’amore di Gesù. Come io ho amato voi. Oggi assistiamo a
tante declinazioni dell’amore o di quello che ci sembra tale. Domenica scorsa a
pranzo ho avuto un’interessante discussione con un gruppo di giovani godigesi
su fede e prospettive di vita. E una di loro diceva: «Io non credo in una
entità superiore. Io seguo il karma. Interessante, dico. Che cos’è? «È uno
stile. Rispetta gli altri, non li infastidire ed esigi che anche gli altri facciano
altrettanto. E così il mondo sarà migliore». Certo, una prospettiva molto
rispettosa. Ma se qui dentro ci potesse essere anche qualcosa che si chiama
amore, non è certo l’amore di Gesù. L’amore di Gesù non vuol dire evitare
fastidi, ma giocarsi per l’altro, donare la vita. E mi colpiva molto che sempre
questa ragazza dicesse: io non darei mai la vita ad un figlio, perché questo è
un gesto di egoismo. Che vita gli offrirei, in che mondo? Appunto. Un mondo
dove non hai prodotto amore, ma ombelico, il tuo al quale giri intorno! E la
vita che ti hanno dato i tuoi è stata un gesto di irresponsabilità? Bella festa
della mamma!
2.
L’amore di Gesù non genera servi, ma
amici. Qual è la differenza? Tutto quello
che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. L’amore di Gesù è un
amore che rende partecipi, che coinvolge attivamente, che rende consapevoli di
un progetto. Dio non vuole sudditi compiacenti ma uomini appassionati di un
disegno comune. E quel disegno è amore. Pensate a quello che è successo a Roma,
in zona Tiburtina dove un uomo di 34 anni è stato aggredito perché il primo
maggio indossava insieme ad altri una maglietta dove era rappresentata una
famiglia con padre, madre e figli. Si è preso del retrogrado, del cristiano
integralista e poi gli hanno strappato la maglietta, in nome della libertà per
tutti. Anche noi a volte rischiamo di pensare alla realtà cristiana come al
luogo della chiusura mentale, del fuori moda. Ma Dio segue le mode o l’amore? Ecco
il punto: a volte il nostro amore è parziale perché non ne condividiamo la
progettualità ampia, quello che Dio ha in mente. Ci interessa quello che
conosciamo noi e non badiamo a quello che Gesù ci ha fatto conoscere.
3. E
infine l’amore di Gesù è un amore che dipende da lui e non da noi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto
voi. L’amore funziona quando restituiamo a Dio la sorgente. Mi stupiscono
in queste ore i commenti che i giornali ospitano in relazione all’idea di Papa
Fracesco e all’Anno santo della misericordia. Vi sono dei sacerdoti cui verrà
affidata la possibilità di assolvere anche da peccati particolarmente gravi,
come l’aborto. Questa facoltà normalmente è riservata solo ai sacerdoti
penitenzieri e, nel tempo di quaresima e pasqua, a tutti i sacerdoti. Mi ha
stupito che qualcuno si sia stupito! Come se alcuni peccati non potessero
trovare misericordia al cospetto di Dio. Guarda che l’iniziativa è di Dio ed è
sempre aperta per tutti perché, se introduciamo paletti, forse i primi a rimetterci
siamo proprio noi! In questo sta l’amore:
non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo
Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Ecco l’amore cristiano.
Sorprendente, divino, libero, gratuito.
In questo amore il Signore
ci invita a rimanere. Questo è l’unico suo comandamento che ci libera da altri
gravami e fraintendimenti e ci restituisce un modo nuovo di pensare a Dio e di
pensare agli uomini.
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